Capitolo 6

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This is a call to arms
Gather soldiers
Time to go to war
This is a battle song
Brothers and sisters
Time to go to war
Did you ever believe?
Were you ever a dreamer?
Ever imagine heart open and free?
Did you ever deny?
Were you ever a traitor?
Ever in love with your blood-lust and need?
Ever want to be free?
Do you even remember?
Want to beguile the devil like me?
Ever want to just stop?
Do you want to surrender?
Or fight for victory?
Here we are at the start
I can feel the beating of our hearts
Here we are at the start
Darkness falls here comes the rain
To wash away the past and the names
Darkness fall here comes the rain
To end it all the blood and the games
Far, far away in a land that time can't change
Long, long ago in a place of hearts and ghosts
Far, far away in a land that time can't change
Long, long ago in a place of hearts and ghosts
(A Call to Arms-30 Seconds to Mars)

"Questa storia è assurda.."
Sono queste le domande che Mon-El di Daxam si sta facendo, da quanto è iniziata quella guerra. E' un uomo ormai, fatto e finito secondo le regole della sua società. E' sdraiato in un letto, sveglio accanto all'ennesima ragazza di cui non ricorda nemmeno il nome. Da quando è diventato così? Quando è successo?
Sente dei rumori fuori dalla finestra del palazzo e non può fare altro che rendersi conto che si, è solo l'ennesima ondata di gente armata contro i denti che combatte.
"Potete tirarti indietro se volete. Andrà bene comunque vostra maestà."

Potrebbe, alla fine andrebbe bene lo stesso. Basterebbe solo inventarsi l'ennesima storia. Ne ha raccontate tante, che male farebbe alla fine? Dire al suo popolo che ha bisogno di un punto di riferimento. L'unico principe ereditario non può rischiare la vita. Ci sono gli altri che combattono per lui. Lui sarà comunque li a rimettere in ordine le cose quando tutto quanto sarà finito.
Sente un urlo poco lontano. Non ha più voluto ammettere con nessuno che l'idea di morire lo terrorizza. Quel tipo di terrore che ti prende alla bocca dello stomaco quando dormi e ti avvolge in un'ombra scura.
La paura si porta via tutto quello che sei. Loro non devono avere paura. Lui in primis.
Si stiracchia leggermente e guarda la ragazza che sdraiata accanto a lui si avvicina facendo passare le mani sulle spalle.
"Perchè non dovrei...è il mio dovere dopotutto."

Che poi, del popolo non gli importa poi tanto, l'unica cosa che gli interessa è di come lui vedrebbe sé stesso. L'ennesima delusione per sua madre. Quelle parole escono più fredde, si è rimesso di nuovo sulla difensiva.
Quel ricordo del Kryptoninano ancora gli si presenta davanti agli occhi, nei suoi sogni peggiori. Non è più tornato giù nelle celle. La sua memoria di bambino negli anni non ha fatto altro che travisare quella storia, per trasformarla in un ricordo malsano e distorto.
E' proprio nei suoi sogni che quel ricordo torna a fargli visita, riportandolo indietro. Vede occhi neri nei suoi incubi, sangue che sgorga ed esseri martoriati. Non riesce mai a capire chi siano i suoi e chi siano i nemici. Vede corpi dei colori e delle misure più varie. Occhi che si aprono e si chiudono e urla. Le urla ci sono sempre.
Sono le grida dei feriti, quello che gli fa paura, non è la battaglia. Il clangore metallico delle spade che si incrociano lo esalta e l'adrenalina che si sente in quella furia lo fa sentire vivo.
"Vi chiedo perdono..non era mia intenzione offendervi, vostra maestà..."

La voce che sente tornare nelle sue orecchie è mortificata, quasi spaventata. Lui sospira di nuovo, possibile che nessuno di loro capisca veramente? Ha guardato la ragazza e l'ha vista abbassare lo sguardo e il capo, di lato.
"Non fa niente...non mi hai offeso"
"Vi prego..vi prego non dite niente di queste mie parole.."

Sbatte le ciglia guardandola, mentre fa spallucce e con un movimento deciso si ritrova su di lei. Sorride, sornione e la guarda. Non conosce nemmeno il suo nome e non gli interessa. Perchè dovrebbe?
Meglio essere temuti che amati, dopotutto..
Le mani piccole e della ragazza si preoccupano di accarezzare la zona della schiena al centro del scapole. Lui chiude gli occhi, beandosi di quel contatto leggero.
Le emozioni solo in camera da letto o sul campo di combattimento. Gli hanno insegnato così.

I need a Hero Where stories live. Discover now