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Avete presente quando nei sogni vi sembra di cadere nel vuoto e vi svegliate con la tachicardia?
Ecco, ora provo quella sensazione.

A giugno sono nati i miei due figli, due gemelli, quando non stavo ancora con Sara.
Lei, ovviamente, lo sapeva, però non le è mai importato, perché l'amore che provava per me è sempre andato oltre.

Ed è questo che mi è piaciuto dal primo momento di lei: il fatto che non le importasse niente di tutto quello che ho fatto, ma vedeva solo me, senza il resto.

Ho sempre saputo che sarebbe stata una brava mamma, lo dimostrava già con Cristiano Jr. e i due gemelli.

In più, è una persona fantastica, dal carattere dolce, però tremendamente sarcastico.
Poi quando si impunta su qualcosa, niente può farle cambiare idea.
Ma la cosa che la rende speciale è il suo avere sempre ragione, su qualunque cosa, dalla più stupida alla più importante.

Davvero credo di poter avere una seconda possibilità con un mazzo di fiori e delle parole? Non lo so. Dopo averle detto di non voler sapere più nulla del bambino, sono sparito.
E nemmeno lei si è fatta sentire.
Questo episodio sembra l'ennesima conferma del fatto che il mio vero lavoro non sia il calciatore, ma mettere incinta le donne e lasciarle.

La situazione che si è venuta a creare, ha trovato modo di nascere per colpa mia, anzi, della mia paura.
Paura di non essere in grado di essere un buon padre.
È anche vero che ho tre figli, però le madri non le ho mai veramente amate, mentre Sara si, forse anche troppo.

Mister Cartellini Rossi mi ha ripetuto più volte di essere un coglione, e altrettante volte gli ho risposto di saperlo.

Ma io sono Cristiano Ronaldo, tanto bravo e bello quanto demente.

Sono davanti casa sua, a Napoli, impalato davanti alla porta come un fesso.

Porta in faccia o la mia famiglia?

Busso a quel dannato campanello prima che me ne possa pentire, sperando vivamente che non sia in casa.

Quando, dopo alcuni minuti, nessuno viene ad aprire, tiro un sospiro, e proprio mentre sto per girarmi, la porta si apre.

Sara, bella come sempre, mi guarda ad occhi sgranati.

«E tu che diamine ci fai qua?»
«Chiarire» fa per dire qualcosa, ma scuote la testa e mi invita ad entrare.

Le passo accanto, e il suo profumo mi invade. Odora di casa.

Lancio una rapida occhiata alla sua pancia, e mi viene da piangere se penso che lì dentro ci sia mio figlio.

«Allora, cosa devi dirmi? Fai in fretta, ho un sacco di cose da fare»

«Sei incinta, dovresti riposarti!»

«E da quando mi comandi?»

«Da... okay, da mai, ma non è questo il punto. Sono un coglione, e altri milioni di aggettivi dispregiativi, però sono un coglione e altre milioni di cose che ti ama. Ti amo, ma ho paura. Ho paura di non riuscirvi a dare tutto l'affetto e l'amore di cui avete bisogno.
Faccio continuamente errori, sono un disastro, però con te sto bene come non sono mai stato con nessuno. Sei speciale, Sara, e anche quel piccoletto. Ti chiedo solo un'ultima possibilità, altrimenti sparirò dalle vostre vite, per sempre» mi guarda con quegli occhi che mi mandano in confusione, poi sorride.

«Chi ti dice che sarà un maschio, CR7?» scoppio in una risata, una di quelle vere, prima di andare ad abbracciarla e baciarla.

Ho già detto che la amo?
No?
Beh, la amo.







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