— Nulla — continuai. — Solamente delle ultime interrogazioni di latino.
Emma alzò gli occhi al cielo: — Sempre a parlare di scuola? Smettetela, forza, vi annoierete e basta.
Così lei ricominciò il discorso, trattando argomenti talmente insignificanti che nemmeno li ricordo.
So solo che non riuscii a finire la conversazione con Davide e ciò, sebbene sapessi che non mi avrebbe portata a una soluzione, mi preoccupò ancora di più.
Tenersi tutto dentro è sempre la scelta, o l'obbligo, peggiore.

Emma non trovò il mio comportamento strano, o forse non diede importanza.
Dopo qualche minuto, però, durante il quale né io né Davide parlammo e intervenimmo nel suo discorso, fermò la parlantina.
— Siete sicuri che sia tutto a posto? Di solito non siete così... Taciturni.
Annuimmo entrambi, non aggiungendo altro.
Io ed Emma per il resto della giornata non parlammo molto, e i motivi per cui esso accadde non mi furono ben chiari. Una o due volte, però, quando ci fissammo, lei mi sorrise apertamente.
Uscendo dalla classe alla fine della giornata, la professoressa d'italiano mi fece cenno.

— Sai, Guidi — mi disse quando mi fui avvicinata. — Sono felice della tua partecipazione alla competizione. Hai già scritto qualcosa?
Le poesie. Non avevo fatto nulla, e chissà se sarei mai riuscita a portare a termine il compito.
— Non ancora — ammisi. — Ma ho già cominciato a segnare qualche idea.
"Che è finita direttamente nel cestino" aggiunsi nella mia testa, ritenendolo però un pensiero poco costruttivo.
Lei annuì: — Certo, hai ancora parecchio tempo. Sappi però che sarà un piacere leggere la tua poesia.
La salutai sorridendole e uscii dalla classe.

— Che complimenti! Corromperà gli altri professori per farti vincere, Cat — esclamò Emma.
— Non ho davvero scritto nulla — ribattei. — Forse nemmeno ne sono capace. Non posso imparare a comporre poesie in otto settimane!
Lei scosse la testa: — Certo che puoi! E non dev'essere certo un testo da antologia, ma qualcosa di semplice.
Emma era così: ti dava fiducia quando lei stessa aveva affermato settimane prima che non ne sarebbe stata capace.
Per fortuna quel pomeriggio non avremmo avuto il corso di teatro, non sarei stata in grado di sopportare otto ore fuori casa.

Pensando al corso, non riuscivo a non andare a cadere su Stefano. Nonostante ci fossimo riappacificati, ancora non mi sembrava di riuscire a capirlo. In fondo, però, in quei giorni non mi sembrava di essere così comprensiva.
Se è per questo, non lo sono mai stata.

***

Il mattino dopo mi svegliai serena, avendo davanti una giornata già programmata.
Il buonumore, però, cominciò a scemare quando, in cucina, mi ritrovai davanti due individui totalmente isolati.
Durante la colazione nessuno disse una parola, come sempre immersi nelle loro faccende e a mantenere le apparenze.
Era chiaro che mamma non avesse ben accettato il viaggio di papà: il semplice fatto che non non ne parlasse la diceva lunga su quanto volesse solo evitare il problema.
I problemi della mia famiglia non mi avrebbero abbandonato anche solo per una mattina.

Arrivata a scuola, Davide infatti mi venne subito incontro: — Allora, come va a casa? Ieri non ne abbiamo più potuto parlare...
L'accento scocciato che mise sull'ultima frase aveva una punta di risentimento, visto che qualcuno ci aveva interrotto. Cercai di calmarlo sorridendogli.
— Fanno finta di niente. E questo mi fa davvero innervosire.
Davide annuì: — Non dirlo a me. Conosco anch'io una ragazza che cerca sempre di ignorare i problemi.
Capii chiaramente che fosse rivolto a me, ma non dissi nulla, limitandomi a scoccargli solo un'occhiataccia.

Cambiò discorso mentre un piccolo ghigno si dipingeva sulle sue labbra.
— Lo hai poi detto a Emma?
Scossi la testa: — No, e ora non ne ho bisogno. Complicherei solo il nostro rapporto.
Davide annuì, sembrando quasi sollevato di fronte a quella notizia. Sotto alcuni aspetti, il mio amico era anche più diffidente di me o, forse, era semplicemente orgoglioso che avessi scelto lui come confidente.
Chissà se mi abbia mai nascosto qualche suo segreto; ovviamente la risposta è sì, tutti teniamo qualcosa per noi, ma ogni tanto mi chiedo se gli sia mai apparsa così persa da non essere in grado di ascoltare le sue confidenze, da non ispirare fiducia. Se rispondesse di sì, il periodo sarebbe stato sicuramente quello.

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