prologo

208 6 0
                                    

a volte le cose vengono date per scontato.
tanto per scontato.
così tanto che arrivi quasi a perderle.

o quasi o del tutto.
a me è capitata la seconda.

ormai è di routine pensare a lui e non riuscire a dormire. è di routine piangere, stare male.

invece non è più di routine quello che prima lo era. non lo è svegliarmi con lui, fare colazione insieme. non lo è nemmeno sentirmi dire un 'ti amo'.

non lo è più nulla.

e questo fa ancora un po' male al cuore.

di solito mi capita di pensare a come ero prima di conoscere lui e a come sono adesso.
è evidente che ci sia stato un cambiamento.

non so se sono felice di essere cambiato, non so se sia servito a qualcosa.
anche perché sono solo.
oddio, solo..
io, il mio cane e i miei pensieri, ecco.
pensieri sicuramente più rumorosi del temporale che c'è fuori in questo momento.

mi fa un po' sorridere vedere le goccioline fuori dalla finestra che si rincorrono.
è quello che abbiamo fatto noi due per anni.

e okay, forse non c'è un cazzo da sorridere, solo piangere. però io sorrido.
perché non lo ricordo assolutamente con cattiveria, rabbia o odio. probabilmente con un po' di tristezza e nostalgia, ma quello è inevitabile.

ricordo sicuramente i pomeriggi passati insieme.
ricordo i litigi.
ricordo i ritorni che forse non facevano nemmeno troppo bene.
ricordo i baci, quelli sugli occhi.

ricordo quando mi parlava di quella leggenda del filo rosso.
quella che dice che ognuno di noi ha un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che è allo stesso tempo legato al mignolo della nostra anima gemella.

una minchiata in pratica.

però mi faceva ridere.
e mi riempiva un po' il cuore quando diceva che il nostro era un unico filo.

una minchiata pure quella, sì.
però d'altronde me lo sarei dovuto aspettare.

ma poi, com'è passato lui, passa pure il resto.
passano le ore, passano i pensieri e passa anche la notte.
arriva l'alba.

che poi io l'alba la paragoni a lui è una cosa di cui non bisogna tener conto.

ora che è già troppo tardi | michele braviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora