I misteri di Shelling

CAPITOLO II

Quando entrai dentro la centrale capii che ero affranto e che di quel rapporto mi era importato davvero e che era stata la mia unica ragazza, ecco perché un po' faceva male.

"Edwards! Sei qui? ...bene, andiamo!" Disse Moore con aria molto soddisfatta, "Io di solito lavoro da solo, ma ho deciso che qualcuno deve imparare le mie tecniche e il mio modo di entrare dentro i casi, sai...se tante le volte mi succedesse qualcosa... Bene ora sei il mio Partner e non dovrai più stare a rispondere a stupide ed inutili telefonate."

"Oh mio Dio!!Grazie, davvero non so come ringraziarla, ma come ha fatto?" I miei occhi si rilluminarono, la mia vita stava davvero prendendo una piega inaspettata?

"Non c'è da ringraziarmi, il tuo capo ha capito il tuo potenziale, ora però le cose si fanno serie e dobbiamo andare in entrambe le scene del delitto." Così dicendo Moore riprese il mio taccuino e me lo restituii io lo guardai bene e dissi:" Ma queste due scene del delitto, non le sembrano orizzontalmente l'una sopra l'altra?"

Moore mi guardò: "Bene, sei intelligente. Ci avevo fatto caso pure io, bene, bene, ora non ci resta che capire cosa è successo prima che colpisca ancora.

Non fece in tempo a dire così che il mio telefono squillò: "Di al tuo nuovo capo che c'è stato un altro omicidio, questa volta dentro una casa e non in un campo di grano. Venite lì, New Street 54." Disse Mark al telefono e poi riattaccò.

Moore aveva sentito e corremmo subito con la mia macchina nel luogo del delitto. La casa era una casa abbandonata e c'era già la scientifica che stava analizzando le prove. "Ma miserIaccia! Sgomberate adesso, infangate le prove, cretini!" Urlò Moore.

La scientifica che aveva un grandissimo rispetto per Moore, si tolse si torno e noi cominciammo a guardare.

"Prendi nota: La polvere è spostata tutta a destra, quindi significa che quando è successo il delitto quest'uomo era appena entrato qui o magari stava per uscire, magari con un esca o quant'altro, ma qui, c'erano due persone, non una, vedi le impronte di fango? Una è molto grande, come quella che avevi visto in quella foto e l'altra è molto piccola, quasi come... di una bambina, quindi o gli omicidi sono due o qualcuno qui c'è stato prima della vittima...Mah..." Continuò ad esplorare il cadavere Moore.

"Non c'è nessun segno religioso?" Domandai mentre guardavo in torno al cadavere.

"Non so, non sono cristiano, non riconoscerei nemmeno una croce se la vedessi, quello è il tuo campo, cerca indizi. E voi! Raccogliete più indizi che potete in quel fango delle scarpe."

Girai per la casa, finché, non decisi di andare al piano disopra, nessuno c'era andato perché erano concentrati a guardare il corpo senza vita della vittima. Salii lentamente le scale quando notai una striscia di sangue colare giù da esse, continuai a salire sempre più frenetico, con la pistola nelle mani, era la mia prima scena del crimine, arrivato al corridoio, c'erano tre porte ed una sola era aperta, andai verso essa e anche lì c'era una scia di sangue. Ma non c'era nessuno, l'unica cosa che c'era era un letto e un vecchio armadio . Andai verso l'armadio e l'aprii.

Dentro c'era una bambina, completamente tremante, e viva..

"Ehi, ciao, chi sei tu?" Le dissi dolcemente. Ma lei sbotto a piangere e nascose le sue pappe rosse in mezzo alle gambe, era chiaro che avesse paura.. "Io sono della polizia, andiamo, ti porto al sicuro", la presi in collo e quando alzai lo sguardo per chiudere la porta vidi una scritta, con del sangue:

VI

Tirai fuori il telefono e gli feci una foto, e anche al letto e mi permisi anche alla bambina in braccio a me, c'era qualcosa di veramente strano.

Tornai disotto e Moore mi guardò allucinato quando vide la bambina, chiamai subito la centrale per far arrivare una psicologa criminologa per riuscire ad estorcere qualche parola alla bambina. Per sapere almeno da dove venisse e chi fosse lei.

Quel numero sei in numeri romani, mi era rimasto davvero impresso, cosa voleva significare, ma soprattutto quella bambina che cosa faceva lì?

"Edwards, cosa ne pensa?" Mi chiese Moore, lui non era scosso come me, ma io non risposi e lui disse la sua teoria:" Bhe potrebbe essere qualsiasi cosa, la bambina non capisco cosa faccia qui, c'erano le impronte sì, al piano disotto, ma lei si trovava al piano disopra quindi potrebbe essere uno Stupro su minore.." Disse amareggiato e mentre lo disse ripensai ad un comandamento "Non commettere adulterio" E la lampadina del mio cervello si accese. "Moore, ci siamo. Disopra c'era un sei in numeri romani, e quando si parla di comandamenti non si può scrivere 6 a parola, ma si usa scriverlo in numeri romani. Il fato vuole che il sesto comandamento della bibbia dice "Non commettere adulterio"...Dobbiamo andare nelle altre scende del crimine, c'è sicuramente un altro numero da qualche parte." Dissi

"Woow, mi sorprendi, ma se è così vuol dire che l'assassino uccide usando il metodo dei 10 comandamenti, Sono state uccise 3 persone, quindi ne ha ancora 8. Possiamo definirlo assassino seriale. E soprattutto dobbiamo riuscire a trovarlo prima che colpisca ancora. Comunque sia, e la mia teoria non è errata li ha beccati sul fatto perché li aveva seguiti, dopodiché ha nascosto la bambina, perché non era lei il suo bersaglio e ha trascinato giù dalle scale la vittima, non vorrei dirlo, ma ha fatto proprio bene! Che uomo schifoso, speriamo non sia il padre di quella bambina, andiamo dalla famiglia di questo Look, ora!" Disse Moore e si affrettò a lasciare la casa dirigendosi verso la mia macchina. "Andiamo signorino!!" Urlò.

Arrivammo a casa della famiglia, che non era stata contattata della morte, lasciavano certi lavori a chi aveva veramente voglia di lavorare.

"Salve signora Look" Disse Moore. "Come va? Possiamo accomodarci? Siamo della polizia."

La signora aveva gli occhi rossi e aveva molte cicatrici nelle gambe e nel collo.

"Cosa volete? No, non sto bene, lasciatemi in pace, per favore"

Guardai in giro e notai alcune foto di famiglia. "Ha perso sua figlia?" Mi permisi di dire.

Lei mi guardò un po' preoccupata, poi sospirò e poi disse:" Sì." E scoppiò in lacrime.

"L'abbiamo trovata signora, sta bene, ma deve venire con noi in centrale non vuole parlare con nessuna, penso sia stata traumatizzata. Ma non possiamo portarla finché non testimonia che lei è la madre e che non ha a che fare con l'omicidio di suo marito." Dissi tutto d'un fiato.

"Oh mio dio! La mia bambina, la mia bellissima bambina" ... Poi riprese:" E' MORTO? Veramente? "Sembrava quasi divertita..." Se dico una cosa cattiva rischio di essere accusata di omicidio anche se ho un movente? E' due giorni che mia madre è qui con me perché era l'unica che sapeva che erano scomparsi. Se ne è andata sta mattina presto."

"No, non rischia nulla, ci dica tutto." Disse Moore.

"Lui mi picchiava forte, sempre, come potete benissimo vedere, ma la bambina non l'ha mai toccata, non si è mai permesso, però vedevo che nei suoi occhi c'era desiderio di qualcos'altro, è malato, è sempre stato malato, cercavo di temere mia figlia sempre più lontano da lui, finché un giorno lui l'ha convinta ad andare in campeggio con lui e da lì non l'ho più rivista...Sono andata alla polizia pur sapendo delle conseguenze ,mi avrebbe uccisa, forse, o solo Dio sa cosa avrebbe potuto farmi, ma la polizia mi ha detto di aspettare due giorni e poi fare la denuncia, sono passati ora due giorni e ieri mattina mi ha chiamata dicendomi che se andavo alla polizia l'avrebbe uccisa e l'avrebbe fatta sparire come se non fosse mai esistita. Sono stata buon e ferma finallora." ... Continuò a piangere.

"Va bene, basta così, andiamo da sua figlia, deve testimoniare anche lei, mi dispiace, è la legge, anche se è piccola, se vuole chiamare un avvocato può chiamarlo ora, oppure gliene daremo noi uno di ufficio." Disse Moore.

Presi la strada verso la centrale di Polizia con una madre preoccupata e ansiosa, ma per niente dispiaciuta della morte del marito, e sinceramente potevo capirla, potevo capirla benissimo.

Arrivammo alla centrale e finalmente madre e figlia si ricongiunsero. Le lasciammo un po' sole nella speranza che la madre convincesse la figlia a parlare.