ADRIAN HANSEN (revisionato)

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George, che era sdraiato con la testa sopra un sasso, tirò una gomitata a Ben, per fargli capire che non era il momento di litigare. Erano entrambi due bambini bassi e paffuti, con i vestiti dai colori accesi che spiccavano contro il colorito pallido.

Susan si fece avanti timidamente, era una bimba gentile e insicura, ma stava bene in compagnia di qualunque persona. Aveva i capelli corti e biondi, spettinati a causa della corsa che aveva fatto per raggiungere gli altri bambini. «Secondo me Ben ha ragione, dovemmo aspettare. Dopo sarà più rischioso, certo, ma ci sarà più gente e sarà più facile non essere notati.»

Margaret annuì pensosa, non le era mai piaciuta l'idea di dover uccidere tutte quelle persone, ma se si fosse opposta, avrebbe rischiato di essere emarginata dal gruppo e non sarebbe riuscita a sopravvivere un giorno da sola in un paese pieno di gente.

Margaret annuì pensosa, non le era mai piaciuta l'idea di dover uccidere tutte quelle persone, ma se si fosse opposta, avrebbe rischiato di essere emarginata dal gruppo e non sarebbe riuscita a sopravvivere un giorno da sola in un paese pieno di g...

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Il giorno dopo essere tornata in vita, era andata a visitare il cimitero. Aveva scoperto che il padre era morto qualche mese prima e si meravigliò di non averlo incontrato nell'aldilà.

Aveva intravisto anche le lapidi di un paio dei bambini morti. Infine si era diretta verso la sua tomba, era di pietra grigia, chiara con striature orizzontali un po' più scure. Il suo nome era scritto in corsivo e si ritrovò a piangere quando ebbe finito di leggere quello che i suoi cari avevano fatto scrivere: "Children are the keys of paradise. R.H. Stoddard". I bambini sono le chiavi del paradiso.

Quando aveva letto la data della sua morte, era caduta in ginocchio, si era presa la testa fra le mani e aveva iniziato a singhiozzare più forte. Il suo respiro era diventato irregolare ed il bordo del suo vestito aveva iniziato a inumidirsi a causa delle lacrime biancastre che le scivolavano incontrollabili sulle guance e poi più giù, sul piccolo mento di bambola e sul collo, fino al vestitino.

Si era asciugata il viso e si era diretta nella casa dove abitava da bambina, che era vicina al bosco e per questo non rischiava di essere vista. Non appena aveva raggiunto il retro della casa color carta da zucchero, si era subito accorta che i suoi genitori avevano lasciato l'altalena che usava da bambina nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata il pomeriggio in cui si era diretta alla fabbrica.

Era una piccola altalena con la seduta in legno, ormai sbiadito dal sole, legata al ramo più basso della quercia che avevano sul lato sinistro del giardino.

Si ricordava la prima volta in cui era arrivata a casa e aveva visto l'altalena, al tempo nuova e senza un graffio. Aveva urlato di gioia e si era messa a ridere mentre correva verso la novità che si trovava davanti a lei.

Si era alzata sulle punte dei piedi e, con un piccolo salto, era riuscita a sedersi sul legno scaldato dal sole.

Aveva iniziato ad ondeggiare avanti e indietro, dapprima lentamente per poi finire tanto in alto da sfiorare con i piedi le foglie dei ramoscelli che spuntavano di tanto in tanto dalla quercia.

La sua risata cristallina aveva riempito il cortile di gioia. Un'emozione che Margaret avrebbe voluto rivivere in quel momento, sedendosi un'altra volta su quell'altalena che aveva la corda rovinata dagli anni.

The Dolls (vincitrice Wattys 2017)Where stories live. Discover now