SECONDA PARTE - NEIL HORICE (revisionato)

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La morte lascia l'amaro in bocca, quando non si muore veramente. Mentre a volte non lascia niente al malcapitato, se non sangue o qualcos'altro in grado di aiutare il medico legale.
Ma cosa lascia la morte a chi la crea?



NEIL HORICE

Rideva. Rideva come un matto, quella sera, Neil Horice, davanti alla televisione, non sapendo che quella sarebbe stata l'ultima serata che avrebbe trascorso con la sua famiglia.

Quell'ultimo giorno del Signor Horice lui aveva deciso di trascorrerlo con gli amici, per poi tornare a casa e bere un paio di bicchieri di vino rosso con sua moglie, concludendo il tutto guardando un film con i suoi figli.

Michael scese dallo scatolone su cui era salito per guardare quella che di lì a poco sarebbe diventata la prima di una lunga serie di scene del crimine a Kindleck. Non sapeva ancora come avrebbe ucciso Neil, ma vedeva in quelle scale un buon potenziale per far sembrare tutto un incidente.

Si scrocchiò le dita delle mani e il collo. Vivere sotto forma di bambola lo metteva a disagio e doveva ancora abituarsi a quel nuovo corpo che lo avrebbe aiutato nella sua missione: uccidere gli eredi della fabbrica di bambole, che aveva segnato la sua vita e quella dei suoi amici anni prima.

Ovviamente non era il solo a volersi vendicare, insieme a lui c'erano altri nove bambini. Avevano deciso insieme che per ogni erede ci sarebbe stato un bambino ad ucciderlo, tranne i due gemelli Lucas e Lucy, che avrebbero ucciso Kim Wallen insieme.

Quando era tornato in vita dentro al corpo della bambola, aveva scoperto di volere vendetta più di qualunque altra cosa, così si era consultato con gli altri bambini e aveva deciso di uccidere chi se lo meritava.

Aveva rimesso piede sulla Terra solamente una settimana prima, si ricordava ancora tutte le sensazioni che aveva provato mentre la sua anima entrava in quel corpo a lui ancora sconosciuto

Inizialmente aveva sentito un leggero formicolio che partiva dalle mani e dai piedi, per diffondersi in tutto il corpo, poi aveva visto un lampo di luce azzurra e si era ritrovato steso a terra. Si era guardato le mani, piccole e pallide, con le dita paffute che si muovevano a scatti a causa delle giunture che univano i pezzi di porcellana.

Si era alzato in piedi e, sebbene un po' traballante, si era avvicinato allo specchio che Jonathan gli aveva dato prima di scomparire dietro la porta della catapecchia dove avrebbero vissuto lui e le altre bambole per quelle settimane.

Aveva sorriso quando aveva notato come il suo amico avesse cercato di ricreare l'aspetto che aveva da bambino: nonostante la pelle troppo pallida, aveva qualche lentiggine sul naso e gli occhi erano espressivi come prima. Forse quella era la prova del fatto che gli occhi fossero le porte dell'anima delle persone.

I suoi amici erano comparsi vicino a lui dopo pochi istanti, e insieme si erano messi d'accordo su come avrebbero dovuto agire.

Michael vide la luce delle camere da letto dei bambini spegnersi, sentì dei passi sulle scale e capì che era il momento giusto per muoversi. Sapeva che Karen, la moglie di Neil, stava raccontando una favola della buonanotte ai loro figli. La cosa interessante di essere un essere soprannaturale, era il fatto che tutti i suoi sensi erano amplificati.

I passi dovevano essere per forza quelli di Neil, stava scendendo dal secondo piano per arrivare al primo e Michael avrebbe dovuto sbrigarsi se voleva ucciderlo mentre era sull'ultima rampa di scale.

Corse verso la grondaia e si arrampicò fino ad arrivare al terrazzo del primo piano, passò attraverso la ringhiera in ferro battuto e camminò furtivamente fino all'uscio della porta.

Mise la testa fuori dalla porta per cogliere l'attimo giusto e la ritrasse non appena vide Neil camminare spensieratamente verso le scale, avvicinandosi alla stanza dove si nascondeva Michael.

Per un attimo titubò, pensando ai due bambini che si sarebbero ritrovati senza padre, ma dopotutto lui era morto anche per colpa del signor Horice, quindi doveva provare il sapore della morte in prima persona.

Quando capì che l'uomo stava per scendere le scale, corse silenziosamente dietro di lui e lo colpì alle gambe facendogli perdere l'equilibrio.

Vide il suo corpo cadere in avanti e rotolare lungo la rampa, e la sua testa sbattere violentemente contro lo spigolo dell'ultimo gradino. Poi il corpo privo di vita scivolò fino a terra.

Michael discese le scale fino ad arrivare al piano terra, sorrise quando vide gli occhi celesti di Neil spalancati. Gli trasmettevano tranquillità, anche se qualcun altro, probabilmente, sarebbe stato angosciato da quello sguardo di ghiaccio.

Si guardò attorno per assicurarsi di non essere visto e sentì la dolce voce di Karen raccontare la storia: non si era accorta di nulla.

Si sedette sulla tavola spostando leggermente il piatto con alcuni avanzi della cena, voleva ammirare il risultato ottenuto per qualche istante.

Il suo sorriso si allargò quando vide un rivolo di sangue scarlatto scendere lungo la mandibola di Neil per poi cadere goccia dopo goccia tra le fessure del pavimento.

Saltò giù dal tavolo e diede un'ultima occhiata al Signor Horice, prima di uscire dalla porta principale.

The Dolls (vincitrice Wattys 2017)Where stories live. Discover now