Parte 1

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"Alec?" Disse Magnus bussando piano alla porta del paziente.
Allungò il collo nella stanza per controllare se fosse sveglio e quando lo vide seduto sul letto aprì completamente la porta.

Il ragazzo stava seduto sul letto, le ginocchia strette al petto, mentre si dondolava avanti e indietro.
"Andate via" sussurrava "andate via vi prego."

"Alec che succede?" Gli chiese Magnus accucciandosi davanti a lui e posandogli una mano sul ginocchio.

Lui non rispondeva.
"Vi prego. Non ne posso più! NON NE POSSO PIUUU!!!!" Urlò alla fine Alec prendendosi la testa tra le mani e tirandosi i capelli. "USCITE! USCITE VI SCONGIUROO!! TIRALE FUORI! TIRALE FUORIIII!"

Alec piangeva mentre cercava di far uscire dalla sua testa quelle voci che tanto lo infastidivano.
"Ei Alec! Guardami!" Provò a dire Magnus, ma Alec non lo ascoltava, non lo sentiva.

"NO BASTA BASTA!!!!" Urlò ancora alzandosi di scatto e correndo verso la porta che Magnus aveva lasciato aperta.
"Fermo Alec! Fermo o ti faranno del male!"

L'altro non lo ascoltò e continuò a correre per il corridoio. Lui non voleva scendere però... non stava cercando di andare all'uscita. Lui stava salendo.

Perché sale? Si chiese Magnus mentre lo seguiva. E Alec non si fermò. Neanche quando gli altri infermieri gli si paravano davanti. Lui li spintonava e tirava dritto.

"Lo recupero io!" Urlava intanto Magnus per evitare che lo seguissero e lo picchiassero.

Avevano raggiunto l'ultima rampa di scale quando finalmente davanti ad Alec si presentarono due ragazzi di cui Magnus si fidava abbastanza da chiedere aiuto.

"Ei voi!" Urlò "fermatelo!" A differenza di tutti gli altri infermieri, loro non tirarono fuori bastoni elettrici o stronzate simili. Cercarono semplicemente di afferrarlo e trattenerlo.
Fu allora che Alec fece qualcosa che fece venire la pelle d'oca a Magnus.

Portò le mani in avanti e dalla sua gola uscì un grido terrificante, qualcosa che poche volte Magnus aveva avuto l'occasione di sentire. L'urlo fu talmente forte e acuto che frantumò le lampadine del piano, mentre i due ragazzi, a cui Alec aveva rivolto il grido, venivano sparati lontano.

Magnus ci mise un attimo a riprendersi, si tolse lentamente le mani dalle orecchie e riaprì gli occhi che poco prima aveva strizzato.
Alec era già sparito.

Corse verso il balcone e lo ritrovò in piedi sul cornicione mentre guardava stupefatto la città che aveva davanti.

"È li che dovrei stare"

Dicevano le voci. E lui ripeteva, come se stesse seguendo il loro copione.

"È li che dovrei stare."

"E se non posso stare lì... non starò neanche qui."

"E se non posso stare lì... non starò neanche qui."
Fu allora che Alec fece per saltare, ancora, ma Magnus arrivò in un attimo e gli afferrò la mano e, tirando con tutta la forza che aveva, fece cadere il corpo di Alec verso di lui.

Il ragazzo gli arrivò addosso facendolo cadere mentre Magnus gli circondava il petto con le braccia per evitare che si facesse male.

"Devo andare!" Disse Alec quando si fu ripreso dalla caduta. "Io devo andare!" Ripeté divincolandosi dalla presa dell'altro.
"No Alec!" Magnus si rialzo e afferrò il viso di Alec tra le mani. "Tu non devi andare da nessuna parte! Questo è un brutto posto, lo so! Ma quello in cui vuoi andare è peggiore! Non ascoltare le voci, ascolta me! Se me lo permetterai io ti farò uscire di qui! Io ce la farò, posso curarti e convincere i tuoi genitori a portarti fuori da questo manicomio!"

D'un tratto gli occhi di Alec si fecero più chiari e da un blu notte tornarono ad essere del solito blu mare brillante e stupendo, mentre Alec sussurrava un flebile "magnus".

"Si...si sono io." Sorrise debolmente mentre il suo battito cardiaco tornava normale.

Alec era lì da 3 settimane eppure aveva già conquistato un posto nel cuore di Magnus, come pochi altri pazienti erano riusciti a fare.

"Magnus!"
"Sono qui Jace!" In quel momento gli altri due infermieri uscirono sul balcone e gli andarono vicino.
"State bene?"
"Si, non preoccuparti."

Magnus a quel punto deglutì mentre tutta la preoccupazione di prima tornava a tormentarlo.
Sapeva bene cosa succedeva in quel posto a quelli che avevano doti fuori dal comune. E non era bello.

"Alec perché non mi hai detto nulla?"
Il ragazzo era visibilmente agitato "non voglio finire di sotto." Disse solamente
"Di sotto?" E questo come faceva a saperlo?
"So dove portate quelli come me!" Disse "io li sento. Urlano. Di dolore... di tristezza... non lo so. So solo che urlano. E non sono tutti come me... sono solo diversi."

"Ma io non ti avrei mai portato lì sotto."
"Beh tanto ora lo faranno questi due."
"No. Non lo faremo." Disse subito Jace.
"Si certo come no."
"Non lo faremo" ripeté "lì sotto c'è anche la mia ragazza. E Dio solo sa cosa darei per farla uscire, è orribile quello che fanno lì sotto e non permetterei mai che facessero del male a un'altra persona se posso evitarlo."

Alec lo guardò scettico, ma non replicò.
"Come hai fatto?" Chiese a quel punto il biondo appoggiandosi al cornicione "a tenerlo nascosto così a lungo intendo... cioè, Clary ogni volta che ha una crisi non riesce a trattenere gli urli... tu invece è la prima volta che ti sento gridare..."

"Non lo so... li controllo e basta...solo che oggi avevo un così disperato bisogno di arrivare qua che non sono riuscito a trattenermi..."

Alec si passò una mano sul viso e osservò la città sognando di passeggiare per quelle strade insieme a Izzy.
"Forse è meglio che ti riporto giù." Disse poi Magnus "prima che si accorgano della tua assenza.

E mentre scendevano le scale Magnus non riusciva a togliersi dalla testa una brutta sensazione... come se qualcuno li stesse osservando... qualcuno di sbagliato.

Trouble|| Malec Where stories live. Discover now