•69Capitolo•

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<<È bellissimo, mettilo>>afferma con sguardo duro.

Scuoto la testa e lui stringe i pugni.

<<Si può sapere perchè?>> domanda serio.
Io arrossisco e giro lo sguardo, mentre mi dirigo in bagno.

Lui violentemente mi ferma, facendomi male al polso.

<<Dimmi il perchè>>dice ed assume un'espressione seria.

<<Li odio, non li ho mai messi e mai lo farò>>dico sincera.

<<Sei seria?>>domanda ed io annuisco.

<<Allora inizierai a metterli per me>>dice sicuro di se, ma io scuoto la testa.

<<Ma con il jeans fa caldissimo Ludovica>> dice serio.
Ma i cazzi suoi mai?

<<non sono affari tuoi, non soffro il caldo, tranquillo>>dico cercando di rimanere calma.

Ma come gli spiego il fastidio che provo nel mettere un pantaloncino?
È uomo, non capisce.

Esce dalla camera ed io velocemente mi preparo.

Dopo una ventina di minuti, sono pronta.

Prendo borsa, telefono e scendo anche io giú.

<<Dopo andiamo anche dai tuoi>>ammette Michele mentre saliamo in sella.
Io annuisco perplessa.
Ci sono andata ieri.

Grazie alla velocitá della moto, in dieci minuti arriviamo in ospedale.

Andiamo alla reception e stranamente non c'è la gallinella dell'altra volta.

<<Forse è stata licenziata>>dico contenta scuotendo per un braccio Michele, che rosso in viso per evitare una risata dinanzi l'uomo, mi tira una gomitata.
Io mugugno, poi prendo parola.

<<Cerchiamo il dottor Antonio Comello>>dico seria.
Lui cerca su un foglio e dice di aspettare cinque minuti.

Io ed il moro, ci sendiamo sui divanetti e mentre aspettiamo parliamo del piú e del meno.

<<piccola è arrivato>>afferma Michele, Antonio ci viene incontro.

<<Buongiorno ragazzi>>ci stringe la mano e sorride.

<<sono in ansia, qualcosa di brutto?>>domando mentre mi torturo le mani.

<<In clinica non è stato trovato nulla, ogni dieci anni eliminano tutto ciò che non serve dall'archivio, quindi se anche ci fosse stato qualcosa, ora non piú>> dice dispiaciuto.

Mi aspettavo una cosa simile, ma fa sempre un pò male.

<<Però non mi sono fermato qui, ho contattato tua madre e mi ha  portato un biglietto, lo avevi con te, era nascosto dentro la tua tutina, c'è un numero, io non ho voluto interferire, non ho chiamato, chiama prima possibile tesoro, forse non è neanche piú rintracciabile, ma c'è un numero no? Quindi forza>> con queste semplici parole, una lacrima scorre lungo il mio viso.
Ultimamente sono fin troppo emotiva.
C'è speranza.

Mi abbraccia ed io timidamente sorrido. Come al solito le mie guance arrossate non mi abbandonano.

<<Grazie veramente>>dico sincera.
Michele mi sorride ed io trattengo i salti di gioia.

<<cerca la tua famiglia piccolina, dammi notizie mi raccomando>> lo abbraccio per un'ultima volta ed io tutta felice corro fuori.
Michele mi segue ed io mi fiondo letteralmente su di lui, abbracciandolo.

Il Mio Sbaglio PreferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora