[1]

14 1 0
                                    

"Pronto? Buongiorno signor Caldwell. Sì, ho segnato il suo appuntamento sulla mia agenda. Vedrà la casa assieme al signor Warlock il 15 dicem..non si scaldi, signore. Il signor Warlock ha vari altri clienti, sto solo facendo il mio lav-
come vuole. Vedrò di trovare un buco nella lista dei suoi impegni. Buongiorno, signor Caldwell."

Misi giù la cornetta, sperando che quella fosse l'ultima chiamata del giorno.
Purtroppo, le mie speranze risultavano sempre vane.

Le telefonate dei compratori non finivano mai, ed in ogni minuto il vecchio telefono color pernice sulla scrivania sembrava gridare: "SVEGLIATI, TODD! C'È UN NUOVO TIPO CHE VUOLE RENDERE LA TUA GIORNATA UNA MERDA TOTALE!"

Beh, a quella sensazione, ormai, ci avevo fatto l'abitudine.
Ma non voleva dire che fossi felice di essere la persona più noiosa e sfortunata di tutta Londra.

Il mio lavoro faceva assolutamente pena.
Lo odiavo con tutto me stesso, e non fruttava neanche come avrebbe dovuto.
I miei colleghi, a causa della sempre presente sfortuna che aleggiava su di me, mi odiavano.
Bel primo passo.

A causa di questo odio, inventavano le peggiori scuse con il boss per farmi ritrarre gran parte della paga che mi spetterebbe, lasciandomi leccare i miseri avanzi del mio stipendio come un cane randagio.

Non avendo un ruolo particolarmente importante nell'agenzia (ero un semplice segretario, purtroppo, non un agente immobiliare), il boss non credeva mai che io dicessi la verità, ed io finivo sempre per essere la vittima della malvagità altrui.

Presi una patatina dal mio sacchetto con il pranzo, sbocconcellandola lentamente.
L' odore del fish and chips comprato al ristorante sotto il mio ufficio era l'unica cosa ad allietare la mia giornata.
Il panorama visto dalle pareti vetrate non aiutava.
Londra era, purtroppo, grigia e nuvolosa, e sicuramente avrebbe iniziato a piovere.

Ovviamente, io non avevo con me l'ombrello e sarei tornato a casa completamente fradicio, avrei lasciato la giacca zuppa sulla stufa e, come spesso succedeva, la avrei bruciata.
Sarei dovuto tornare al negozio di abbigliamento a prenderne una nuova, e la cosa mi scocciava, perchè sarebbe stata la sesta giacca del mese.

Avevo imparato a predire la mia sfortuna, come potete vedere, ma non ad evitarla.
Ed infatti, un altro episodio da me previsto si stava manifestando in tutta la sua, si fa per dire, meravigliosità.

Proprio l'agente immobiliare di cui stavo parlando con il cliente, il signor Aaron Warlock, si stava avvicinando con il suo passo felpato alla mia scrivania.

Il suo forte profumo di acqua di colonia si sposava perfettamente con il suo smoking blu Parigi.
L'odore di schiuma da barba del suo viso mi fece toccare immediatamente il mento, per controllare che non ci fossero peli rimasti.

"Toddie, buongiorno."

La sua voce profonda, mista ad una pungente nota di sarcasmo volutamente accentuata sulla parola Toddie, mi triturò i timpani lentamente.
Odiavo Aaron Warlock.
Era il più infido e serpentesco dei miei colleghi, oltre ad essere il mio più completo opposto.
Era alto e bello, aveva una mascella squadrata simile a quella del noto Superman.
I suoi capelli erano lisci e neri, che ricadevano sulla pelle abbronzata e profumata.
Viveva in un grande appartamento nel centro della città, con sua moglie Grace e le sue figlie gemelle Ruth e Jocelyn.

Quelle due bambine viziate venivano ogni giorno in ufficio a disturbarmi, giocando con gli oggetti sulla mia scrivania e divertandosi a tirarmi i capelli.

L'immagine di Aaron Warlock mi faceva sentire nel più completo disagio mentale e, per quanto in quel momento avessi voluto saltargli addosso ed azzannarlo come una tigre dai denti a sciabola, riuscii solo a mugugnare:

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jul 23, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Dead Girl WhisperingWhere stories live. Discover now