Epilogue

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Rumore di trolley e voci metalliche, "I passeggeri del volo Londra-Mosca sono pregati di presentarsi al gate numero otto, grazie."

Louis sospira ed alza il braccio puntando lo sguardo sull'orologio, "Abbiamo esattamente dieci minuti prima dell'imbarco."

Harry annuisce pensosamente passandosi una mano sul mento con distrazione. I boccoli scuri si sono allungati in questi ultimi mesi, Louis non ci aveva fatto nemmeno caso. Scendono morbidi e disinvolti lungo le spalle, la camicia a righe bianche e nere in netto contrasto col castagna scuro. Gli occhi verdi sono fissi al tabellone delle partenze.

"Amore," mormora Louis avvicinandoglisi e posando un palmo sulla sua guancia. La tensione è così evidente: Harry è preoccupato, "Cosa succede?"

Harry si scioglie sotto la sua mano, chiudendo gli occhi. Le dita lunghe lasciano il mento per concentrarsi sui fianchi di Louis, ancorandosi ad essi con delicatezza. Fra i loro corpi vi sono una decina di centimetri, ma no, non sembrano decisamente così tanti. Louis riesce a percepire il calore che emana Harry, il respiro agitato e il suo odore speziato: quella punta di cannella del dopobarba mescolata al sapore della sua pelle; Louis ne è inebriato.

"Ho paura, Lou. Io - se stessi facendo solo un enorme sbaglio? New York è lontana e-"

"Harry, amore mio," lo interrompe Louis muovendo il polpastrello sull'accenno di barba dello zigomo. Sa di avere uno sguardo patetico negli occhi, ce l'ha ogni volta che guarda Harry ormai, Niall non fa altro che ricordarglielo e sfotterlo per questo, ma non gli importa sinceramente. Il suo sguardo rispecchia semplicemente tutto ciò che non riesce ad esprimere a parole, Harry lo sa. Lo conosce, "Non è uno sbaglio, Haz. Come potrebbe esserlo? Sei un pasticcere meraviglioso e meriti tutto il successo possibile. New York è la tua occasione per far vedere a tutti di che pasta sei fatto. E poi anche se è lontana, sai che troveremo il modo per farti tornare qui tutte le volte che vuoi, vero?"

Harry sospira annuendo piano. Sembra così piccolo e fragile, nulla a che vedere con l'Harry sicuro di sé e spavaldo che Louis conosce bene. Però, se deve essere sincero, ama entrambi questi suoi lati: gli mostrano quanto sia reale e vivo. Un meraviglioso ragazzo che affronta la vita con un piglio sempre diverso.

"I passeggeri del volo Londra-New York sono pregati di presentarsi al gate numero undici, grazie."

Harry sbatte le palpebre contraendo la mascella pensosamente. Louis passa la mano sulla sua spalla con delicatezza, il tessuto della camicia è seta sotto la sua pelle. Quando punta gli occhi verdi nei suoi, Louis si sente protetto. E' così difficile da spiegare, spesso non sa nemmeno cosa sia questa sensazione strana che ha sulla pelle ogni volta che Harry lo fissa, ma sì, è sicuro che almeno in parte sia quello che più si avvicina a ciò che è casa.

"Chiamami appena arrivi, okay?"

Harry annuisce, da bravo ragazzo qual è, e si morde un labbro posando il suo enorme palmo sulla mano di Louis che si muove sul suo pettorale. Lo sguardo che gli riserva è qualcosa di speciale.

"Torno fra qualche mese, mh?"

Louis stringe gli occhi abbracciandolo di scatto, le braccia strette intorno al suo collo e l'orecchio a sentire il battito frenetico del suo cuore. Deve respirare, non può permettersi di piangere. Non sarebbe giusto nei confronti di Harry. Ma il battito del suo cuore l'ha sempre calmato, fin da quando erano semplici amici.

"La mia bellezza intensa," mormora Harry fra i suoi capelli mentre lo stringe a sé, togliendogli il respiro. Louis annuisce freneticamente avvicinandosi quanto più possibile. Se solo potesse andare con lui, se solo-

"Ultima chiamata per i passeggeri del volo Londra-New York, si prega..."

Louis si allontana dall'abbraccio mordendosi un labbro per trattenere le lacrime. Porca di quella miseria, si era imposto di non piangere. Non può farlo, non ora. Dopo, dopo. Dopo. Harry è ancora qui. Non deve farlo sentire in colpa. Non se lo merita.

Come see about me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora