8.

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Sono stanca. Voglio solo chiudere gli occhi e dormire.
Il problema si verifica ogni volta che chiudo gli occhi, però. Al minino rumore spalanco le palpebre e il cuore ricomincia a battere forte.
Fortunatamente, il giramento di testa è passato.
La notte è troppo calma, per i miei gusti. Ogni tanto sento dei rumori, ma si rivelano solo i passi di qualche coniglietto o di uno scoiattolo. Per giunta, ho anche freddo.
Guardo il braccialetto di Melissa. Non capisco proprio come un oggetto - molto bello, si intende - come questo possa aiutarmi...
Osservo il gioiello che ho al polso, finché non sento un «CRACK!» che sembra provenire da un legnetto spezzato.
«Sarà l'ennesimo coniglietto spaurito, giusto?» penso nervosa. Mi avvicino lentamente allo zaino e frugo nelle tasche alla ricerca di qualcosa; poi mi ricordo di non avere nessun oggetto per difendermi.
Prendo un in mano un grosso bastone alla mia destra e guardo fisso verso il legnetto spezzato.
Sento dei passi. Passi pesanti. Passi umani.
Il cuore batte forte e vedo tutto sfocato, segno che il mio mal di testa sta tornando. La causa del mio dolore è sicuramente lo stress, non c'è ombra di dubbio.
I passi sembrano dirigersi proprio verso di me. Impugno saldamente il bastone e mi preparo al peggio.
- Bene bene. Chi abbiamo qui? Il tributo più fortunato di quest'anno. - dice una voce maschile.
Ti prego, dimmi che è solo un incubo. Forse sarò anche una codarda, ma vorrei tanto essere a casa in questo momento.
Indietreggio, finché non sbatto la schiena contro un albero. Sono in trappola.
Il ragazzo esce finalmente allo scoperto. Se non erro, proviene dal Distretto 9.
Il mio respiro è sempre più affannoso. Speriamo che faccia in fretta, perché proprio come Nathan non sopporto affatto il dolore.
Il ragazzo, ora che è più vicino riesco a vederlo meglio, è riccioluto e magro. I suoi capelli tendono al nero e i suoi occhi sono marroni. Avrà al massimo quindici anni. Oppure è semplicemente denutrito.
Il ragazzo tira fuori un grosso coltello dal suo zaino.
Vorrei chiudere gli occhi e non guardare, ma sono troppo terrorizzata e beh, anche speranzosa. Magari non mi ucciderà.
Ma che dico. Certo che mi ucciderà.
- Allora, com'è che ti chiamavi? - domanda fissando la lama del coltello. Brutto segno, usa già il passato.
- Hailee. Hailee Monthiore. Distretto 10. - rispondo, cercando di apparire quanto meno coraggiosa. Diciamo che dalla mia voce flebile e balbettante, potrei apparire tutto, fuorché coraggiosa.
- Ah sì. Giusto. Come dimenticare quella stupida che ha rovesciato un intero set di spade all'addestramento. - qualcosa dentro di me, si rompe.
Allora quello yeti non mentiva, quando ha detto che gli altri tributi mi osservavano. Il mio probabile assassino ride di gusto e poi sospira.
- Sai che probabilmente tutta Panem ci osserva ora, vero? Sarebbe un peccato non sfruttare l'occasione per dare un po' di spettacolo. - dice avvicinandosi. Le sue intenzioni ora sono chiarissime. Cristalline, direi.
I miei mi staranno guardando? Oh cielo, spero proprio di no.
Mavis rimarrebbe distrutta e Nathan... Nathan darebbe di matto... Piangerebbe più di Ben quando fa i capricci. E ho detto tutto.
Non voglio che piangano la mia morte.
- Potrei anche presentarmi, volendo. Io sono Erick. Distretto 9. - dice il ragazzo, con il coltello tra le mani.
Cerca di reagire, Hailee. Non farti uccidere così.
Vorrei tanto rispondere, fare qualcosa, ma il mio corpo è bloccato contro l'albero. Non riesco a muovermi.
Andrà tutto bene. Se solo avessi preso un'arma! Forse avrei ancora qualche speranza di combattere...
Raccolgo le ultime forze rimaste dentro di me e lancio il bastone contro Erick, che non aspettandosi una difesa da parte mia, viene colpito in piena faccia.
- Ma brava, allora dopo giorni di allenamento hai imparato a lanciare qualcosa in faccia alle persone. - esclama il tributo, mentre cerca di pulire il sangue che fuoriesce dalla ferita che gli ho procurato sulla fronte. - Pazienza. Tanto userò la benda che hai nello zaino. - dice togliendo la mano insanguinata dal viso. Maledizione! Se avessi mirato meglio, l'avrei potuto cecare in un occhio! Colpa delle mani tremolanti, probabilmente.
Erick impugna il coltello e si avvicina a me. Cammina fino a ritrovarsi proprio di fronte al mio viso.
Se avessi abbastanza fegato - e forza - potrei difendermi almeno con la lotta corpo a corpo, in fondo, magro com'è, potrei anche farcela. Ma ripeto, in questo momento un coniglio ha più coraggio di me.
Ora siamo talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro.
- È un vero peccato, sprecare tanta gioventù così, non trovi? - mi dice, puntandomi il coltello alla gola e tenendomi ferma con l'altro braccio. - Voglio dire, hai proprio un bel collo! Potremmo iniziare da lì, sei d'accordo? - domanda ironizzando la mia futura morte. Mi sgozzerà? Mi taglierà la gola? Oppure sarà veloce? Oddio, sento che sto per svenire.
Sento il coltello avvicinarsi piano piano al mio collo, mentre il mio respiro non si sente quasi più.
È probabile che questo ragazzo stia cercando degli sponsor e, magari, se desse spettacolo adesso, uccidendo me, potrebbe farcela.
Possibile che gli Hunger Games ti cambino così tanto?
Ti fanno diventare un pazzo assassino. O una gatta morta. Oppure una codarda, nel mio caso.
Il coltello di Erick comincia a lacerare lentamente la mia pelle. Dopo un po', riesco a sentire l'odore del sangue invadere le mie narici.
Perché ci deve mettere così tanto?
Vedo tutto ad un tratto i miei fratelli, i pascoli, persino Melissa e suo padre... Ma non era morto? Sto proprio delirando.
Rivolgo un ultimo sguardo ad Erick, implorandolo di fare in fretta e incrocio quei due occhi marroni tanto diversi da quelli di Nathan. Questi sono come assatanati.

Fisso il cielo per poco. Poi sento il cannone.

N/A:
Colpo di scena! Hailee sarà morta?
"Ma come, dopo soli otto capitoli?" "E Christopher?" "E i Favoriti...?"
Le risposte arriveranno presto nel prossimo capitolo.
Intanto vi auguro una buona estate, visto che non l'ho ancora fatto!

Ci vediamo!

Hunger GamesWhere stories live. Discover now