II

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Raggiungeste il pianoforte, mentre io fui catturato dall'immensità del salone. Mi fermai ad osservare ogni dettaglio che, in quel momento, potessi vedere. Fortunatamente, mi chiamaste per sedermi accanto a voi sulla panca di fronte allo strumento della stanza, portandomi via dai miei pensieri.
Appena mi sedetti, sul vostro dolce viso si stampò un sorriso smagliante, impossibile da dimenticare. Quel sorriso che non vedevo più da anni, da quando vi addormentaste improvvisamente.
Il sorriso, ai miei occhi, sembrava fosse etereo nel suo splendore come resina, anche se cessò pochi attimi dopo, quando mi accomodai al vostro fianco e vi scrutai il volto angelico.
La vostra bocca emise un suono:-Mi potreste insegnare a suonare il pianoforte, per favore? In cambio vi ospiterò e avrete tutto a vostra disposizione, pure la mia servitù.-. Rimasi paralizzato sia per l'imbarazzo di accettare l'offerta, che per la mia presenza in una maestosa villeggiatura di un nobile appena conosciuto. Voi insisteste:-Mio nonno pretende che impari a destreggiarlo. Teoricamente, da ciò che mi raccontò, ogni musicista sa suonare il pianoforte, oltre il proprio strumento. Dunque, vi chiedo: potreste impartirmi lezioni di pianoforte? In cambio avrete ospitalità per quanto vorrete voi.-.
Intanto pensai intensamente. "Se accettassi, a qualcuno potrei non piacere. Se rifiutassi, potrei perdere il minimo di contatto sociale.".
Infine risposi:-Accetto. Vorrei stringervi la mano in segno del patto costituito tra noi due.-. Porgemmo la nostra mano destra e la serrammo a vicenda per qualche istante, per poi sciogliere la stretta.
Subito dopo vi domandai:-Perché vostro nonno insiste in tal modo?-.
-Beh... qualsiasi uomo e donna di sangue nobile è in grado di suonarlo. I miei fratellini ne son capaci, mentre io no. Io amo la poesia poiché è un'arte con cui posso esprimere ciò che provo, vedo, sento e mi dona sollievo e rilassamento quando ne compongo una. Molti aristocratici ritengono che sia l'arte d'eccellenza di chi è morto dentro e desidera gettare la propria vita il prima possibile, come il poeta francese Arthur Rimbaud. Si vocifera che si sia innamorato perdutamente di un nobile francese e che voglia abbandonare la moglie per egli. Questo si è dedotto dalle poesie ricche di malessere che prova il povero Rimbaud. Spero che questa notizia sia vera!-.
-Come mai?- chiesi io, perplesso.
-Ognuno di noi s'innamora di chi vuole e nessuno può proibirlo. In amore nessuno comanda! Nessuno sceglie né chi né quando amare la propria anima gemella! È la politica d'amore che mi è stata insegnata da mio nonno.-.
-Ma non rientra nella comune normalità innamorarsi di una persona dello stesso sesso. Però, se riflettete, i Greci e i Romani rispettavano e accettavano l'amore di due individui del medesimo genere...-.
-Esatto! Perché la società non apprezza che esista anche quest'amore?-.

È la stessa domanda che mi pongo pure io. Eppure è stata la nostra società a condannarci. Ci ha allontanati mandandoti a letto per un indeterminato tempo. Risvegliarti con un bacio, come accadde alla principessa Aurora, non vale la pena. Nelle favole c'è fantasia e nella realtà non si realizzano le favole. Nelle favole esistono soluzioni perfette, ma impossibili da operare nella realtà. Nelle favole domina la felicità. Nella realtà, invece, persiste la tragedia. Siamo schiavi del dramma. La felicità è come un granello di sabbia: appena lo prendi in mano, vola via. Nel frattempo la tristezza è un sasso che non svanisce immediatamente, anzi rimane fra le proprie mani finché non si consuma. Ecco cos'è la realtà.

-Non ho idea. I bei tempi tramontano e quelli brutti sorgono. Pochi sogni si hanno, più possibilità hanno di realizzarsi. Questo me lo ripeteva sempre il mio caro zio.-.
-Perciò il mio sogno potrebbe infrangersi e mai esaudirsi?-.
-Dipende da ciò che desiderate. Scusate la mia curiosità, qual è la vostra aspirazione?-.
-Trovare e vivere con l'uomo dei miei sogni!-.
-Ho udito bene? Per caso avete detto "uomo dei miei sogni"?-.
-Sì. C'è qualche errore?- flebilmente, chiedeste.
-No, tranquillo. Non c'è nessun sbaglio. In fondo le aspirazioni di ognuno di noi non possono essere giudicate.-.
-La vostra qual è, allora?-.
-Diciamo che è irrealizzabile. È troppo grande per materializzarsi.-.
-Per qual motivo? Ogni cosa può prendere vita.-.
-È anche un poco imbarazzante.-.
-Suvvia, confessate questo desiderio! Non penso sia un problema comunicarmelo. Sono anche curioso di saperlo.-.
-Huh... promettetemi che non farete parola con nessuno per qualsiasi ragione?-.
-Prometto...-.
-Il mio desiderio è...- iniziai a ridere per la vergogna nel comunicarvelo, quindi mi raccomandaste sorridendo:-Che ne dite di farmelo sapere quando sarete pronti emotivamente, senza intoppi causati dall'imbarazzo?-. Risposi, va bene, ve lo prometto.

Una volta fermatici a ridacchiare, mi domandaste:-Iniziamo con le lezioni di pianoforte?-. Accennai con un sorriso la mia risposta, però qualcuno entrò nella stanza, dunque il nostro sguardo si volse verso l'ingresso della sala da ballo.

Weizen und MohnWhere stories live. Discover now