2- La notizia

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2- La notizia

Ser Nioclás Lúarán Kavanagh

II


La tenuta dei Kavanagh distanziava per molte miglia dall'osteria situata in una piccola terra dove il padrone della casa coltivava frutti e ortaggi e tendenzialmente si dava anche alla coltivazione di alcune specie di fiori. Affacciava difronte ad un grande immenso bosco dove, talvolta, il primogenito della famiglia, Séamus Kavanagh, andava a cacciare.
Non era sinceramente un abile cacciatore, ma almeno sentiva di aver un hobby per ammazzare il tempo. Una volta sposato con la duchessa Ída Guðmundsdóttir si era lasciato travolgere dall'attività di famiglia rispettando il proprio ruolo come futuro padre di famiglia e futuro erede.

Suo padre tendeva sempre a calcare un po' la mano con lui, in quanto lo reputava troppo al di sotto delle sue aspettative e voleva pertanto eliminare tutte le falle presenti nelle caratteristiche del figlio. Bisognava avere sangue freddo e uno spiccato senso per gli affari. A tal proposito Úghaire Kavanagh, disponeva di tutte le caratteristiche necessarie per essere un buon erede, e quest'ultimo non perdeva occasione per rinfacciare questa sua qualità al fratello.

Possedeva un ottimo spirito di osservazione e di un'astuzia impareggiabile. Nessuno era mai riuscito a fregarlo, in quanto nessuno poteva mai riuscire a fregare un truffatore. La relazione con la marchesa Briana Guinness, una donna fredda e cinica, con la puzza sotto il naso era riuscito a placare un po' questo suo carattere. Nonostante il suo atteggiamento indifferente in qualche modo riusciva a tenerlo testa guadagnandosi il rispetto del futuro marito. Entrambi erano molto avidi e possedevano le stesse ambizioni, e il denaro era l'unica cosa che li legava indissolubilmente.

Pertanto la vita della famiglia Kavanagh per un certo periodo di tempo si poteva dire che vivesse in pace e prosperità, ma alla nascita del terzogenito tutto fu messo in discussione. Le terre sulla quale il padrone della casa aveva investito la propria vita e il proprio capitale era stato terribilmente danneggiato, e a causa dei continui debito del duca Kavanagh la situazione familiare era estremamente drastica. I pochi contadini furono licenziati determinando la fine della attività di famiglia, rimasero soltanto quei pochi servitori consapevoli di non poter aspirare ad una ricompensa migliore di quella precedente.

Nioclás Lúarán Kavanagh risultava l'unica speranza. Pigro e sarcastico aveva ereditato tutti gli aspetti negativi della personalità del padre. Un perfetto buono a nulla che preferiva uscire con gli amici, cambiare donna ogni sera, e sperperare il denaro di famiglia piuttosto che lavorare.
Per lui gli affari del padre non dovevano interessarlo, in quanto per quel mestiere erano stati educati i suoi fratelli ed era il territorio dove si sentivano più a loro agio. Nioclàs, invece, non riusciva a stare dietro a quella vita piena di restrizioni. Si sentiva uno spirito libro, un piccolo puledro ribelle. Di fatti cercava sempre di starsene alla larga dalle continue rivalità tra i suoi due fratelli, e con gioia apprezzava anche il tentativo di suo padre di escluderlo completamente dalla loro famiglia.

Lui era il figlio che non doveva nascere, lui era un figlio clandestino. La morte di sua madre aveva spezzato ogni legame che aveva con quella famiglia dalla quale lui non sentiva di appartenere. Ciò non toglie però che essendo un Kavanagh, ed essendo stato riconosciuto lo ritenevano un membro di famiglia a tutti gli effetti.
Ed era proprio per questa ragione che non poteva in alcun modo apporsi a quelle che erano le imposizioni del padre.

Questi posto davanti al camino con la mano destra appoggiata al bastone, grazie al quale riusciva a mantenersi in piedi, rivolgeva al figlio uno sguardo duro. Freddo.

«Nioclàs non riesco a comprendere il tuo disappunto» sentenziò il Padre. «La duchessa Tuilelaith è una donna altamente rispettabile con un patrimonio prodigioso»

Il duca non riusciva a comprendere il risentimento che il figlio provava nei suoi confronti. Era un matrimonio che avrebbe tratto benefici da entrambi le parti: un risollevamento per la loro famiglia e uno sposo per la donna.

«Non riuscite a comprenderlo padre? Non so se siete stato messo al corrente  delle voci che girano sul conto di quella donna, ma soprattutto otto anni... otto anni di differenza. Sono troppi per poter colmare la differenza d'età per quanto bella e graziosa possa essere.» proferì Nioclàs e il suo primo pensiero volò verso Fiòna. Una volta sposato avrebbe dovuto dimenticarla, sarebbe stato costretto ad abbandonare l'osteria e tutti i suoi amici, ma soprattutto avrebbe dovuto abbandonare la sua vecchia vita. Non sarebbe stato più uno spirito libero e questa alternativa lo disgustava non poco.

«Non hai mai badato a queste stupidaggini quando andavi a divertiti con i tuoi amici.» lo accusò il padre.

In fondo come poteva dargli torto. Era stato con delle donne di tutte le età e di tutte le dimensioni, ma ciò non toglie che quello era per lui soltanto un semplice gioco, un semplice sfogo fisico.

«È per quella donna non è vero? Quella Fiòna che non vuoi accettare il matrimonio?»

Nioclàs improvvisamente si immobilizzò nel sentire quel nome. Lui aveva sempre saputo. Alla sua reazione il duca Kavanagh alzò il tono di voce.

«Ti aspetti davvero che io ti faccia sposare una lurida serva? Svegliati figlio mio, la vostra storia non potrà mai avere futuro.» iniziò l'uomo indurendo lo sguardo. «Oltretutto non voglio vedere mio figlio mentre si rende ridicolo davanti alla comunità corteggiando una serva la quale non è interessata. Almeno uno dei due non ha perso completamente il lume della ragione.»

Nioclàs che nel frattempo era rimasto in silenzio, seduto nella sua comoda poltrona, saltò in avanti e iniziò ad urlare l'odio che provava nei suoi confronti.

«Potreste anche aver ragione, ma ciò non toglie che io provo dei sentimenti per la sua persona. Non è una semplice infatuazione, me ne sono innamorato. Voi non potete decidere della mia vita, chi posso essere e chi posso amare. Ho sempre badato da solo a me stesso e sono sempre stato padrone delle mie decisioni, ma soprattutto sono straconvinto di non poter dare nessun contributo per questa famiglia. I matrimoni dei miei due fratelli saranno in grado di ripagare almeno una parte dei debiti  e magari un giorno potrete ripartire con l'attività di famiglia. Io, invece, mio accontenterò delle ereditarietà che mi spetta di diritto e manderò avanti la mia vita. La vita che mi sono scelto con la donna che vorrei al mio fianco.» sputò tutto così velocemente che non ebbe neanche il tempo di comprendere le sue stesse parole. Si era finalmente liberato di tutto quel peso che per tanti anni si era portato dietro.

«Eredità? » si chiese quasi tra se il padre per poi lasciarsi andare a una grande risata. «Tu piccolo ingrato! Non riceverai neanche un centesimo della mia eredità. Credevi davvero che tutto ciò che desideravi ti fosse dovuto? Hai vissuto una vita agiata e tranquilla soltanto perché sono stato io a volerlo e cambierai quella stessa vita perché sono  sempre io a volerlo. Tu sposerai la duchessa Tuilulaith altrimenti puoi anche dire addio alla tua eredità.»

Con le spalle al muro, Nioclàs si sentiva con le spalle al muro. Senza la sua eredità non avrebbe mai potuto mandare avanti la sua vita. Avrebbe potuto lavorare, ma quella alternativa fu completamente scartata dalla sua mente, avrebbe potuto vivere come un vagabondo, ma ciò significava abbandonare gli agi e i privilegi di cui aveva sempre caduto.

Improvvisamente un pensiero gli attraversò la mente.

«Mi arrendo padre, forse avete ragione voi. Non c'è altra soluzione.»

Quelle parole accesero il sorriso del signor duca che però ignorava i pensieri che attraversavano la mente del figlio. Una sola parola: accordo.

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⏰ Last updated: Sep 22, 2017 ⏰

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La vedova neraWhere stories live. Discover now