SEI

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Kaira si era svegliata stranamente di buon umore. Probabilmente dipendeva dal fatto che aveva dormito nel suo letto a baldacchino. Magnus, in tutti questi secoli, ovunque avesse alloggiato, aveva trasportato il bellissimo letto con gli intarsi dorati e le tende di velluto broccato nero e oro, occultando la sua stanza come fosse una dimensione parallela segreta. La sera prima, quando era giunta l'ora di coricarsi, lo stregone l'aveva fatta accomodare davanti alla parete del corridoio. Kaira aveva sentito la magia pulsare attraverso i muri e per una frazione di secondo aveva pensato che ci fosse qualcosa di davvero importante nascosto là dietro. Poi Magnus aveva sfiorato l'aria carica di energia sprigionando piccole scintille azzurre e la porta era apparsa. Era sempre quella: legno spesso e laccato di nero, con una bellissima K dorata al centro, grande quanto un palmo e ricca di piccole farfalle intagliate.

Era rimasta a bocca aperta. Il tempo non l'aveva per niente scalfita, era proprio come la ricordava. Nulla all'interno era stato toccato dal letto al grosso armadio in mogano, dalla toletta allo specchio.

–Magnus io..– lo aveva guardato con gli occhi lucidi. Lui non aveva detto niente, aveva sospirato e si era chiuso nelle sue stanze.

Non fraintendiamoci, era ancora parecchio risentita, ma qualcosa aveva iniziato a smuoversi dentro il suo petto.

Per tutto il tempo che aveva impiegato ad addormentarsi non aveva fatto altro che pensare che, forse, non avrebbe dovuto essere così dura con lui. Magnus aveva sofferto tanto quanto lei, doveva dargli un pizzico di quella fiducia che lui le aveva sempre concesso, nel bene e nel male.

Una volta indossato un grazioso vestito corto a fiori dalle maniche svasate che le ricordavano molto l'epoca vittoriana, indossò il suo anello a forma di rosa. Lo rigirò tra le dita, pensierosa prima di staccarne un petalo, ne mancavano soltanto sei: presto sarebbe dovuta andare a caccia.

Uscì dalla stanza provando la piacevole sensazione di avere un paio di comode scarpe ai piedi. Sentirli avvolti, era ancora abbastanza strano dopo tutto il tempo che aveva passato scalza nelle prigioni, a contatto con la fredda pietra.

Vide Magnus indaffarato a fare l'inventario dello scaffale. A quanto pareva mancavano dei capelli di vampiro, del terriccio di tomba e qualche zanna di licantropo. Si avvicinò facendo riecheggiare il tonfo delle zeppe sul pavimento.

–Posso parlarti un secondo? È una cosa importante.

Magnus la guardò di soppiatto senza alzare la testa dalla lista e annuì.

– Voglio parlare con quel Lightwood.

Magnus alzò la testa di scatto –Credo di non aver capito bene, zuccherino.

Kaira lo fulminò con lo sguardo, odiava quei nomignoli –Hai capito benissimo. Voglio parlare con Alec, raccontargli del pugnale. Ci ho riflettuto a lungo stanotte, ed è la scelta migliore che abbiamo se vogliamo trovarlo. Non importa quanto io possa essere forte, senza quel pugnale siamo tutti in pericolo, compreso te e il tuo bel tenebroso. Hai già perso troppe persone cui tenevi, non voglio che tu perda lui in questo modo, so che lo ami e che ti fidi di lui ciecamente. Perciò sì, voglio fare quattro chiacchiere faccia a faccia, provare a fidarmi nonostante io detesti i cacciatori di ombre, prendilo come primo passo verso una riconciliazione.

Magnus alzò il sopracciglio, poi sorrise –Sono contento di sentirtelo dire, Kay. Vado subito a informarlo.

Beau stava per dirigersi nel grande ufficio per varcare le soglie del portale ed arrivare in Accademia per aiutare i potenziali Shadowhunters ad allenarsi. Qualcosa però lo aveva fermato lungo il corridoio. Sentiva delle voci provenire dalla sala circolare dedicata appositamente per accogliere i Nascosti in arrivo. Non avrebbe dovuto avvicinarsi e origliare, ma fu proprio quello che fece. C'era una scintilla di curiosità che l'aveva percorso da capo a piedi, portandolo ad accostarsi alla porta per guardare dal buco della serratura. Alec era in piedi, di spalle e copriva la visuale sugli altri ospiti. Uno di loro era Magnus, lo capiva dalla voce che riecheggiava contro le pareti e il soffitto. A quanto pareva, c'era un'altra persona ma Beau non riusciva a vederla. Si trattava di una donna, di questo ne era sicuro.

Ignis Satanae || ShadowhuntersWhere stories live. Discover now