Capitolo uno

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Il campanello suonò di nuovo.
Stavolta era Micheal, tutto infangato dalla partita di calcio.
Sorrise a sua madre e cominciò a raccontarle tutti i goal che aveva fatto e a cui lei non aveva assistito.
Ally sorrise. Era orgogliosa di suo figlio.
Mike entrò in casa, seguito da David.
L'uomo prese per i fianchi la moglie e la baciò su una guancia.
"Allora. Come stai, Ally?"
"Mi hai vista due ore fa!"
"Due ore sono tante."
Mike osservava la scena disgustato. Dopotutto era nella fascia di età in cui tutto ciò riguardante l'amore era schifoso.
Ally ridacchiò, prese il figlio per mano e lo condusse in cucina.
"Vieni ti ho preparato la pasta al ragù."
Le urla di giubilo del bambino giunsero alle orecchie da pipistrello di un certo demone, rimasto a spiare la vita dell'Angelo 335 dalla finestra del salotto.
Soul vide la cena della famiglia e i genitori che portavano il figlio a letto, per poi tornare in salotto.
Si misero a guardare un patetico film d'amore. Intanto Ally stava chiudendo le palpebre, abbracciata al suo nuovo principe azzurro.
Forse il principe nero non le andava più bene.
Forse quel "credo di averti amato, Soul" era proprio un credo, nulla di concreto insomma.
Soul si guardò, il sorriso inciso pieno di denti affilati come mannaie, gli occhi luminosi come due fanali, gli artigli scuri e le ali da pipistrello gigante spalancate nel buio.
Chi mai avrebbe potuto amarlo?

Ally si svegliò verso le quattro del mattino.
Si vestì con la tenuta che nascondeva nel doppiofondo del cassettone e uscì di casa.
Chiuse gli occhi e improvvisamente le ali uscirono dalle cicatrici sulle scapole.
Le allargò stiracchiandole un pochino, ormai certa che non sarebbe inciampata sotto il loro peso.
Un paio di enormi ali di puro argento splendettero nella notte mentre la ragazza faceva ritorno a casa per fare rapporto al Capo.
Arrivata sulle nuvole chiuse gli occhi e mormorò qualcosa in un'antica lingua che tradotta suonerebbe più o meno così:
"L'Angelo 335 chiede accesso al Paradiso."
E le si aprì il suo mondo.
Non posso stare a descriverlo perché non ho la minima idea di come sia fatto e agli angeli è vietato parlarne.
Quindi mi limiterò a dire che c'era sicuramente un palazzo, quello del Creatore.
Ally aspettò di avere udienza. Non ascoltò nulla fino a che non sentì il suo cognome mortale.

"Allora, Dark. Come sta Soul?"
Quel nome era familiare alla ragazza anche se non ricordava di aver mai incontrato nessuno con quel nome.
"Non si può dire che stia bene, mio Creatore."
Disse una voce roca.
"Ma oggi per la prima volta è uscito nel mondo mortale a portare incubi."
"Ah sì? E in che casa è andato?"
"Non lo so con precisione... non è ancora tornato. Ma aveva detto qualcosa a proposito di un Liddel che gli ricordava Alice Nel Paese delle Meraviglie. Aveva detto che avrebbe cominciato da là."
Ci fu una pausa. E quando il Creatore parlò si percepiva l'ansia nella sua voce.
"Liddel è il nuovo cognome mortale dell'Angelo."
Un suono, come un risucchio, fece capire a Ally che uno dei due stava trattenendo il fiato.
Ma il Creatore non aveva fiato quindi doveva essere per forza l'altro... quel Dark. Anche quel nome le risultava familiare.
"Dark c'è un'altra cosa che non sai di lei... ha scelto di Dimenticare tutti voi.
Te e Soul. Non vi vede. Ma vi sente. E rimarrebbe traumatizzata a vita se si Ricordasse di Soul.
Se si ricordasse che l'ha lasciato morto e scoprisse che morto non lo è affatto.
Dobbiamo impedire che lo veda."
"Ma così la Solly non si realizzerà mai!"
"Lo so, è una cosa dura da sopportare per te, ma devi accettarlo, Dark. Non sono Canon."
"Va bene, mio Signore. L'aiuterò."
Stavolta la voce roca era piena di tristezza.

AngoloMe(eCoscy):
Allora vi è piaciuto questo capitolo? A me si.
So che a OkamiGirl19 prenderà un colpo scoprendo che Ally non solo ha un figlio ma è anche sposata e che la Solly non si realizzerà!
Per ora.
Okay, sono le 14:10 e vi saluto.
Baci e che le sofferenze vi maledicano!
Annabeth Woods

Demon 335Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora