Basta, per favore, basta...

Sfortunatamente non le hanno lasciato molti cassoni o teli dietro cui rifugiarsi anche solo per un secondo, essendo la merce accatastata lungo il perimetro, più esternamente. Li ha condotti lei stessa in quel posto, ignara dei droidi e certa di poter resistere fino a quando le loro armi non fossero state scariche, e invece la trappola le si è ritorta contro. Si è rintanata in un angolino come un topo, impossibilitata anche solo a raggiungere la porta. Un topo. Un patetico topo accerchiato da gatti. Amy prega che almeno Marlene riesca a combinare qualcosa di meglio, nel frattempo.

Un altro colpo la centra sul bacino, facendola rotolare a terra. Il bastone è a circa due metri da lei. Amy allunga una mano di scatto, tentando di riappropriarsene. Ci riesce, ma non è abbastanza rapida da rialzarsi ed evitare il terzo proiettile, quello sulla schiena. Quello che la rispedisce nella Skid, quasi priva di sensi.

- Mi spiace... non ho potuto fare di più - mormora.

- Amy! - La voce di sua madre sorprende la ragazza. - Stai bene?

- Avevano dei robot - biascica. - Sparavano laser da tutti gli angoli, mi hanno crivellata di colpi. Senza un'arma per attaccare a distanza non potevo resistere molto. Dimmi che Marley li ha trovati, mamma, ti prego...

- No. - La risposta sortisce su Amy l'effetto di una secchiata d'acqua fredda. Come al solito, Stern, sei totalmente inutile.
- Ma Jeremy lo ha fatto.

Spalanca gli occhi. Anche questo minimo movimento le costa moltissima fatica e sente girare la testa. A stento riesce a muoversi. Per un po' non potrà far altro che starsene lì a recuperare energie, riflette mentre tenta di rimanere sveglia finché sua madre non le avrà detto di più.

- Cosa? E dove sono?

- Non so dirti con certezza. Jeremy mi ha affidato le comunicazioni finché non avrà terminato degli esami, ma Marlene è già al corrente del luogo. Li libererà in pochi minuti, sta' tranquilla. - Amy tira un sospiro di sollievo, gli occhi che si chiudono. Vorrebbe dire qualcosa che esprima quanto ciò le faccia piacere, ma qualcosa la spinge a chiedere questo, invece:

- Esami? Ci sono dei problemi?

- No, anzi: solo buone notizie. Anche se è una stima azzardata... Jeremy pensa che sia possibile distruggere il supercomputer dei terroristi stasera stessa.

Mugugna qualcosa. Distruggerlo, distruggere la base, salvare Niels... i pensieri si accumulano nel cervello con velocità impressionante ed Amy inizia a non connetterli quasi più. Inclina la testa di lato, mentre prega che Marlene abbia già preso suo cugino e Astra. L'ultima cosa che vede prima di appisolarsi è il riflesso scintillante dei cristalli che le acceca la vista.

***** *****

Non importa quanto le facciano male le gambe, il calcio che spalanca la porta arriva con una potenza inarrestabile; quell'ultimo ostacolo deve cedere, non importa che sia già aperta, anzi, socchiusa.

- Ragazzi! - L'urlo doveva essere entusiasta e sollevato, ma Marlene ancora non aveva visto la stanza, prima di emetterlo. E' un altro mondo: pareti bianche, pavimento bianco, mattonelle lucide. Non ci sono computer, sedie o qualsiasi altro oggetto: solo bianco, bianco. Quest' ambiente dall'aria asettica e surreale le dà la nausea, è inquietante. L'unica macchia di colore, la sola cosa che gli sia un tocco di vita, è il contenuto del tubo di vetro che sta al centro della sala: Astra.

- Marlene! - Questa corre verso il cilindro, alto fino al soffitto, col cuore che rischia di uscirle dal petto per l'ansia. Si prende qualche secondo per osservarla: non sembra che le sia stato torto un capello, in nessun modo. Non ha nemmeno una ferita o un strappo sui vestiti, grazie al cielo, né dall'espressione sul suo viso si riesce a indovinare qualche tipo di maltrattamento. Marlene preme le mani guantate sul vetro.

Code Lyoko: past recallsWhere stories live. Discover now