Code Lyoko: past recalls

Code: lost

- Ci sono riuscito! Ha funzionato!

Sussulta.

Gli occhi a mandorla di Amy tremavano, ma guardavano fissi quelli di Marlene. La ragazza ha osservato la sua amica, in piedi, immobile. I pugni stretti, le unghie che si conficcavano nelle mani... Amy aveva paura e aveva sacrosantamente ragione. Eppure, sul volto Marlene non ha visto una singola smorfia. Le labbra non erano contratte, le sopracciglia erano rilassate quando lo scanner si è chiuso per la seconda volta. Il timore di fallire e l'insicurezza la sua amica ha ormai imparato a nasconderli dove solo chi la conosce bene possa vederli.

Astra non è stata così umana. Tom ha raccontato a sua sorella della frustrante conversazione che ha avuto con lei a telefono, facendole giurare di tacere, e Marlene ha avuto modo di vedere che si è comportata in modo quasi surreale. La custode del codice... forse la sua amica ha preso questa cosa un po' troppo seriamente, da quando ha accettato il ruolo affidatole alla nascita. È entrata nello scanner come un cristiano sarebbe andato al martirio, senza un lamento. La diversità con cui le sue due amiche hanno affrontato la cosa, se si tengono in conto anche le differenti parti affidate loro nel piano di Jeremy, su due piedi lascia Marlene perplessa; nel suo cuore però ora c'è un'altro punto interrogativo: la sua, di reazione.

I suoi passi sono pesanti. Cosa la aspetta una volta giunta in quel posto è un mistero: non sa quali persone dovrò affrontare, cosa arriverà a fare e come questa esperienza influirà su di lei. Entra nello scanner e si gira verso la stanza vuota. Non è come con le sue amiche, non c'è nessuno a darle un ultimo, muto saluto prima che parta per l'ignoto né lei ne ha dunque uno da ricambiare. Marlene guarda in alto, come se lì si trovasse la sua destinazione, e le torna in mente che forse non ci sarà nessuno a rincuorarla all'andata, ma che di sicuro chi troverà a destinazione la renderà più felice di quanto mai possa sperare, non appena lo rivedrà. Chiude gli occhi e le viene da sorridere. Lo troverà, non c'è dubbio. Non ha alternativa: non rimetterà piede in questa fabbrica senza che con lei ci sia Niels, lo giura.

- Trasferimento Marlene! - Lo giuro. - Scanner Marlene! - Lo giuro. - Virtualizzazione!

Il viaggio fino al settore cristallo e quello che la teletrasporta nella Skid sembrano piccole parentesi, frazioni di secondo, come se il tempo avesse preso a scorrere più velocemente. Astra ha attraccato la nave ad una torre e per riscomporre di nuovo il povero ologramma della ragazza e ricrearlo nel quartier generale dei terroristi a Jeremy serve ben poco ormai.

Sbatte le palpebre come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno e sussulta. Si guarda intorno, cauta: un corridoio. Bel posto per iniziare un'operazione di massima segretezza e discrezione, davvero. Beh, tutto sommato non è proprio un ambiente grande: sarà largo due metri ed è buio, dannatamente buio. Qui riesce a sentire gli odori, se ne accorge soprattutto da quello fortissimo di muffa e umidità che prende a invaderle le narici. Marlene fa una smorfia. Le pareti hanno la vernice mezzo scrostata e osservando il soffitto, alto cinque o sei metri, deduce che questo potrebbe essere una specie di capannone di seconda serie e che prima che i criminali lo rendessero la loro base nessuno ci è entrato -anche se sembra che nemmeno dopo la pulizia abbia rappresentato un problema primario...
Appena prova a muovere un passo scopre che anche il pavimento è sudicio e scivoloso, a tratti coperto di fogli vaganti e peni di impronte di scarpe, altre volte di strani liquidi di cui preferisce non sapere le proprietà.

- Jeremy? - chiama, a mezza voce. - Hai notizie da Amy? Qui non la vedo.

- Si è già spostata - le risponde lui. - Tuttavia, sto ancora tentando di definire la mappa: è sfocata, probabilmente a causa di qualche protezione. Amy non dovrebbe esere lontana, ma ti sconsiglio in ogni caso di raggungerla.