Favori scomodi

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Ho tra le mani due possibili giornalisti di punta e finalmente posso mettere in moto il mio piano per il successo. È da qualche giorno che penso di sfruttare i miei vecchi contatti per agevolare un po' la risalita della rivista, ma senza basi solide e la certezza che questi assist potessero essere sfruttati al cento per cento non mi sono fidata abbastanza da mettere in pratica la mia strategia.

Con Pennetta alla cucina e Swanson dirottata verso il cinema ci sono buone possibilità di riuscita; hanno solo bisogno di un piccolo aiuto per diventare i diamanti che sono certa siano già. O che spero siano.

«Voglio un buon motivo»

Alzo gli occhi dalla rubrica del telefono e corrugo la fronte nello scorgere Hannah piantata in mezzo al mio ufficio, le mani arpionate sui fianchi. Il tailleur che indossa è talmente perfetto che non le si disegnano nemmeno le grinze attorno alle dita. E lo sta stringendo come se lo volesse strozzare.

«Un buon motivo per cosa?»

«Per venire in redazione anche domani» il movimento fluido di testa e collo vorrebbe trasmettere il concetto di quanto sia stata stupida la mia domanda. «Stasera ho un'uscita importante. Forse ci sarà il prossimo argomento della mia rubrica»

Ha usato questa scusa ben trentacinque volte nell'ultimo mese e le sue giornate lavorative sono state solo ventidue. Non ho chiesto in contabilità né alle risorse umane, ma a logica sembra impossibile che ci sia riuscita; impossibile, sì, ma sta di fatto che tutte e trentacinque le volte il suo "Devo andare a una festa per lavoro" è stato accettato come giustificazione per non presentarsi in ufficio il giorno dopo.

Non da me, figuriamoci, ma dal proprietario della testata in persona. Voglio sapere come ci sia riuscita? Direi di no. Ho i brividi al solo pensiero.

«Perché sono la direttrice della rivista?» è una domanda retorica, eppure non sortisce altro effetto se non quello di farle ripetere il movimento di testa e collo. È quasi una "S" questa volta... Ma come fa?! «Senti Hannah, perché non arrivi dopo la pausa pranzo? Così potrai aggiornarci sull'argomento della tua rubrica»

Sbuffa, alzando il ciuffo che le cade cade sulla fronte per dimostrare in maniera plateale tutta la sua contrarietà. Mi aspetto che pesti i piedi ma per fortuna fa ticchettare solo la punta delle scarpe un paio di volte.

«Ti lascio il Giovedì e il Venerdì liberi»

La mia proposta le strappa un assenso a denti stretti, poi fa una giravolta e esce a passo di carica. Credo di aver visto l'accenno di una ruga attorno alle labbra. Se le resterà il segno mi crocifiggerà con le sue stesse mani.

Riprendo a scorrere la rubrica ma uno scoppio improvviso mi manda il cuore in gola.

Attirata la mia attenzione, Stacy avanza stile passerella e si accomoda su una delle poltrone di pelle. Dovrebbero essere usate da chi viene a trovarmi o ha un appuntamento, non da chi si suppone dovrebbe lavorare.

«Tu dovresti bussare. E smettere di masticare cicche dal mattino alla sera» nonché prendere seriamente il tuo lavoro. «Ti serve qualcosa?»

«Non pensavo volessi schiavizzare Hannah. Le verranno le rughe»

«Chiederle di presentarsi quando si suppone dovrebbe essere già qui non mi sembra significhi schiavizzarla. E per le rughe non mi preoccuperei. Quattro giorni di riposo le appianeranno di sicuro»

«È una buona idea. Scambiare Tilda e Fred, intendo»

«Lo sapevi?» la mascella mi si contrae per un tic. Ultimamente mi succede spesso, sin da quando ho lei come assistente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 20, 2018 ⏰

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