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Oliver capì che nessuna delle armi a sua disposizione avrebbe tirato lui e il suo team fuori dalla spiacevole situazione in cui si erano ritrovati. Le sue frecce non avevano sortito alcun effetto su quel tizio che gli stava davanti, la pistola di John neppure e Rene e Curtis erano stati messi al tappeto senza alcun problema. L'urlo di Dinah lo aveva semplicemente fatto indietreggiare. Non aveva idea di che cosa fosse... cinque anni di inferno su un'isola deserta, altrettanti una volta tornati a casa. Aveva vissuto qualunque situazione possibile, sconfitto Damien Darhk e la sua magia, Slade Wilson e la sua follia, ora combatteva contro Prometheus e la sua crudeltà ma non sapeva come sconfiggere quel tizio magrolino che gli stava di fronte e che, a dispetto delle apparenze, aveva una forza incredibile.

"Oliver, chi diavolo è questo tizio? Cosa è?" chiese John in un sussurro. E fu con quel sussurro che scoprirono che oltre ad un forza non umana aveva anche un udito fuori dal comune.

"Cosa sono?" chiese infatti ridendo. "Non lo sapete! Oh questo sì che sarà divertente." Scandì l'ultima parola pronunciandola lentamente, gli occhi neri e profondi. "Vi ucciderò uno ad uno, partendo da te" disse indicando Rene.

Oliver mise un'altra freccia al suo arco; era certo che sarebbe stata inutile, ma non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Non mentre uno dei suoi veniva minacciato. "Non sappiamo neppure chi sei, non siamo venuti qui per te" disse al nemico. "Cosa vuoi?"

L'altro si strinse nelle spalle. "Niente!" esclamò. "Ma ho fame e voi sarete la mia cena." Fece qualche passo in avanti ma si fermò quando sentì il rumore di passi dietro di sé, non si voltò. "Ah, uno spettatore."

L'ultimo arrivato avanzò e la luce del lampione permise ad Oliver e agli altri di accorgersi che era una donna. "Va tutto bene?" chiese. Le mani nelle tasche del suo cappotto scuro, i capelli castani e mossi, un viso bello e pulito.

"Signora" le disse Oliver usando il modulatore vocale. "Se ne vada, questo non è un buon momento."

"Oh no" mormorò il nemico voltandosi a guardarla. "Rimani pure, sarò da te fra un attimo. Sarai il dessert."

La donna fece un grosso respiro e si avvicinò ancora. "Sai chi sono?"

"Te l'ho detto, sei il dessert."

"Queste persone" lei indicò Oliver e gli altri con un dito. "Sono miei amici. E il mio nome è Allison Morgan."

Seguì un istante di silenzio, poi l'uomo di fronte a lei si buttò in ginocchio e abbassò la testa. "Mi dispiace" farfugliò spaventato. "Non sapevo che fossero tuoi amici."

"Nemmeno io" aggiunse uno del team, guadagnandosi gli sguardi perplessi degli altri.

Il tizio in ginocchio alzò gli occhi su Allison. "Ho fatto tutto questo per attirare la tua attenzione, sono così felice di esserci riuscito."

La donna si piegò sulle ginocchia. "Attirare la mia attenzione? Perché? Hai tendenze suicide per caso?"

"Voglio far parte della Strige e la Strige accetta solo i più spietati e violenti."

Allison scosse il capo. "Credo che tu mi abbia confusa con il defunto Lord Tristan du Martel" disse "La mia Strige non uccide gli innocenti, li protegge."

Il vampiro, perché era un vampiro anche se Oliver e gli altri non lo sapevano ancora, allargò le braccia. "Allora proteggerò. Qualunque cosa, ma non uccidermi ti prego."

Lei si rimise in piedi. "Vattene via" gli disse. "Ma sappi che ti osservo e se farai ancora male a una qualunque persona, sarà l'ultima cosa che farai. Hai capito?" Lui annuì, scappò via mentre Allison si avvicinava al team mascherato.

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