CAPITOLO 1 - La mia SPM

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Avete presente quei giorni del mese? Sì, proprio quelli odiati da qualunque essere umano che abbia un briciolo di fantasia su questo pianeta. Beh, dovendo narrare le favolose vicende di quest'ultimo anno – descritte da chiunque mi sia stato accanto semplicemente come una lunga serie di sfortunati eventi – potrei dire una sola parola: SPM. Per i fortunati di voi, che non hanno la più pallida idea di cosa io si stia parlando, ve lo spiego subito. La SPM, anche nota come sindrome premestruale, è quel favoloso periodo antecedente a "quei giorni" che riesce a rendere le donne delle amabili, tollerabili e spensierate bambine alla ricerca della felicità (notare il sottile filo di ironia che pervade questa frase). Insomma, come lo avrebbe descritto ogni comune mortale: un anno decisamente di merda!
Mia madre ha sempre detto "Figlia mia, fossero questi i veri problemi della vita. Sei una ragazza, sei nel fiore degli anni, cerca di non dare troppo peso a tutto ciò che ti circonda e vivi ogni momento al meglio". Il consiglio in fin dei conti filava. Era semplice. Ed allora perché era così dannatamente impossibile dimenticare delusioni, tradimenti e cuori spezzati?
Quando si hanno 16 anni il desiderio è sempre lo stesso; raggiungere la maturità. Ed allora spiegatemi una cosa. Per quale diavolo di motivo, quando raggiungiamo questo fantomatico traguardo, ci sentiamo come se non fosse cambiato nulla? Se qualcuno di voi dovesse ancora essere in tempo, e quindi nel pieno della sua vita da teenager, seguite il mio consiglio: fuggite sull'isola che non c'è e rimanete "giovani" finché potete. Essere grandi fa davvero schifo.
Credetemi, non voglio fare la solita ipocrita rompi palle, che raggiunti i suoi 25 anni vorrebbe poter tornare indietro e rivivere la sua vita. Anche perché probabilmente rifarei proprio le stesse cose. Ma a volte mi sento un po'... vecchia dentro, ecco. Il punto però, è che ci sono certe questioni della vita – uomo o donna che tu sia – che non troveranno mai il giusto finale da favola con il "vissero felici e contenti". Non esiste il principe azzurro, il cavallo bianco, il lavoro da sogno stile "l Diavolo Veste Prada". Noi siamo comuni mortali che devono guadagnarsi ogni cosa che respirano. Ma è anche questo il bello no? Le cose facili non ci sono mai piaciute. Ammettiamolo. Come da piccoli quando papà ci diceva "Non appoggiare le mani sulla stufa che ti bruci". Noi indovinate cosa facevamo? Esatto. Appoggiavamo le mani proprio lì. Più le cose sono complicate e più ci piacciono. Funziona così. 
Adesso mi riferisco a voi donne, ma neanche troppo. Quante volte vostra madre vi ha detto "Impara a farti desiderare dagli uomini e credimi che saranno tutti ai tuoi piedi". Ovviamente sulla parte finale – nonostante la mia età - ho ancora dei seri dubbi. Non essendo né Megan Fox, né tanto meno una modella di Victoria Secret. Ma quanto avevano ragione? Qualunque cosa succeda, di qualunque persona si tratti – uomo o donna che sia – tienigli testa, fatti desiderare e sarà tuo per sempre. D'altronde, perché quando troviamo il principe azzurro: romantico, dolce, sensibile e raffinato finisce per farci decisamente schifo? Perché ad ogni donna che si rispetti piace lo stronzo. Che puntualmente risulta anche essere il più fico (un altro mistero irrisolto). Ma non vi sto parlando del classico stronzetto che non risponde ai messaggi. No. Sarebbe troppo semplice. Noi vogliamo quello che non parla, che a malapena ci fa capire chi è, che gioca il ruolo del vedo non vedo persino sul proprio carattere. E noi rimaniamo lì - con la bava alla bocca - sperando che possa gentilmente farci capire cosa diavolo vuole fare della sua vita.
Ma, dopo questo piccolo preambolo, che mi ha trasformata per un attimo in una sorta di motivatrice personale, torniamo al mio anno di merda. Vi starete chiedendo, cosa diavolo può essermi successo di tanto deludente? E, seppure non vi interessasse non importa, ve lo dico lo stesso. Bene. Nonostante il mio passato da doppiamente bocciata alle scuole superiori – anche per cause del tutto soprannaturali (essere stata colta, durante l'esame di maturità, con il cellulare, ad esempio) – sono una personcina piuttosto discreta. Laureata in Scienze della Comunicazione con 110 e lode con un Master in Fashion Studies al quale ho davvero dedicato interamente corpo ed anima. D'altronde anche Albert Einstein era stato bocciato spesso. Ma non mi sembra sia ricordato come un perfetto idiota no? Bene. Nonostante questa piccola – grande bastonata tra capo e collo – che sicuramente ha fatto piuttosto male – sono riuscita a ritrovare me stessa, ed ho scelto di farlo con il mio ragazzo.
Lui, che oggi preferirei non nominare per una questione di rabbia repressa, è stato al mio fianco per esattamente 7 anni. Ne abbiamo viste di tutti i colori. Di certo non eravamo la classica coppia da film strappalacrime, ma stavamo bene insieme. Od almeno così credevo. Non sono qui per raccontarvi o farvi un sunto dei miei ultimi sette anni. Ma vi basti sapere che non era esattamente uno stinco di santo, e sta volta l'aveva fatta davvero grossa. La mia migliore amica. E non dico altro.
Dunque, senza ulteriori indugi facciamo il punto della situazione: senza più un uomo dopo sette anni, senza più una migliore amica dopo una vita insieme e - quasi dimenticavo - senza più un appartamento da circa due settimane. I proprietari avevano avuto la brillante idea, sei mesi fa, di mettere in vendita per bisogno di soldi. Nonostante la crisi, casa mia è stata venduta in un battibaleno. Ed io, nel giro di mezza giornata sono tornata ad essere una 25enne laureata single che vive a casa con i genitori. Ora. Capite perché reputo questo un anno di merda?
Oggi però è il 31 dicembre. Ed avete presente quelle situazioni senza conclusione di cui parlavo poco prima di trasformarmi in Nicolas Sparks? Bene, oggi voglio poter credere che l'ultimo dell'anno possa essere, almeno per questa volta, come lo si immagina da sempre: divertente, pieno di buoni propositi, ma soprattutto voglio viverlo senza pensieri. D'altronde sono single.

E' buio qui dentro. Ho la bocca totalmente impastata. Non ho idea di dove mi trovi, né di cosa sia successo ieri sera. Direi che per essere il primo dell'anno comincio piuttosto bene. Allora, è semplice Anna, devi riuscire ad alzarti da questa specie di letto su cui sei poggiata senza perdere i sensi. Raggiungere il bagno più vicino - sperando ce ne sia uno - e sciacquarti il viso. Solo quando avrai fatto questi semplici gesti potrai cominciare almeno a capire chi sei, dove sei e soprattutto cosa cazzo è successo questa notte.
Cerco di alzarmi per capire almeno se sono in grado di stare in equilibrio, una mano forte mi afferra il braccio e mi trascina al suo fianco dicendomi, con voce roca ed impastata «Ehi, An, buongiorno». La voce mi sembra piuttosto familiare, e una cosa è piuttosto palese, si tratta di un uomo. Ma ora non ho tempo di pensare ed indagare. Prima devo trovare il bagno. «Buongiorno» rispondo «dov'è il bagno?». Nessuna risposta, se non una specie di verso che lascia capire perfettamente cosa sta pensando «Anna ho i postumi della sbornia, fammi dormire».
Dunque, devo riprovarci. Mi metto su un fianco, mi spingo lentamente fino alla fine del letto e cerco di mettermi e mantenermi in piedi con tutte le forze che ho in corpo. Bene, sono riuscita al alzarmi, e gli occhi sembrano essersi più o meno abituati al buio, per cui ora non mi manca che incamminarmi. Tra mucchi di vestiti e scatoloni riesco ad intravedere un possibile sentiero. L'ansia sicuramente non manca date le cose viscide che capitano sotto i miei piedi e rumori scricchiolanti provenienti dal piano di sopra. Missione compiuta! Bagno raggiunto.
Entrando e socchiudendo lentamente la porta, faccio il peggiore errore della mia vita: accendere la luce. La sensazione è quasi insopportabile, ma dura giusto il tempo di vedere la mia immagine riflessa nello specchio. Irriconoscibile. Avete presente Joker? Immaginatelo dopo un incidente stradale. Sicuramente sarebbe stato più sexy di me in quel momento. Bisogna rimediare.
Sono riuscita a togliere quasi il 100% di robaccia appiccicosa da faccia ed capelli, ma ora è il momento di uscire allo scoperto. E' arrivata la seconda fase della mia strategia: dove mi trovo? Chi è la voce misteriosa ma familiare? Il piano alla fine è piuttosto semplice. Mi basta dal bagno, accendere la luce e chiedere alla voce misteriosa: "Cosa diavolo è successo ieri sera?". Eppure, come già descritto negli episodi precedenti a noi donne le cose semplici non piacciono, si sa. Ora capisco perfettamente cosa avesse provato Bradley Cooper la mattina di "Una notte da leoni".
Data un'ultima occhiata alla mia immagine appena ritoccata, per vedere se sia in condizioni abbastanza presentabili, esco dal bagno.
D'altronde, per quanto potevo saperne, la voce misteriosa poteva essere proprio Bradley Cooper (rigorosamente a torso nudo). Avete presente quella fantomatica botta di culo che abbiamo il piacere di vedere solo nei film? Per una volta potevo essere io la fortunata, no?!
Uscita dal bagno cerco (questa volta a tastoni) di raggiungere nuovamente il letto. Purtroppo la mia capacità di orientamento, in questo preciso istante, è piuttosto offuscata. Mettiamoci dei postumi di una sbornia piuttosto potente, un buio davvero accecante e delle sensazioni di viscido sotto i piedi, e tutto si trasforma in una vera e propria caccia al tesoro. Conclusione? Non sono affatto riuscita a raggiungere il letto. Sono in una nuova stanza, probabilmente proprio accanto al bagno. Sempre a tastoni riesco a trovare l'interruttore e – questa volta coprendomi gli occhi – accendo la luce.
E' una cucina. Niente di troppo impegnativo: mensole, cassetti, fornelli, un frigo. Il solito insomma, ma tutto rigorosamente di colore rosso. Mi guardo intorno e l'occhio mi cadde su delle piccole tazzine bianche con su scritto "hot, love and coffe!". Cavolo sì! Ho decisamente voglia di caffé.
Mentre aspetto che il caffé esca, decido di provare ad aprire la serranda verde ed arrugginita che porta direttamente al giardino. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, finalmente soddisfatta, apro la porta a vetri. E' una giornata stupenda!
Sono seduta sulle scalette della veranda con la mia tazzina di caffé, una sigaretta tra le labbra e la decisione di posticipare la mia indagine, «Buon anno rompi scatole!» una voce interrompe i miei pensieri.
Di una cosa sono piuttosto certa, sì tratta della stessa voce misteriosa che si trovava nel letto con me poco prima. Bene. E' giunto il momento. Ora mi sarei voltata, avrei capito chi fosse, ed avrei detto addio a quella giornata di pace e spensieratezza. Ma alla fine perché doveva andare proprio così? Chi l'aveva detto che il fatto che avessi riconosciuto la sua voce non fosse solamente una coincidenza? Probabilmente si trattava di quelle pazzie di una notte che si fanno quando ci si è da poco lasciate con un ex. Dopo quella giornata non l'avrei neanche più rivisto. Ma sì, doveva essere così.
Un respiro profondo e via. Alzo lo sguardo verso la porta e... Cazzo è Liam!

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⏰ Last updated: Apr 27, 2017 ⏰

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GiunoneINversiWhere stories live. Discover now