Speranza....

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Penso siano le 18:00 anche perchè fuori c'è il tramonto, mi soffermo a guardarlo mentre i caldi raggi del sole che filtrano dalla finestra fino alla mia pelle, per poi schiantarsi su di essa quasi bruciandola, me ne ero dimenticata, l'unico che sa il mio segreto è quel bambino dell'orfanotrofio confinante con la mia casa, lui era sempre li in quel giardino di rose bianche tendenti all'azzurro, stringeva un coltello azzurro con molti ghirighori d'argento e un zaffiro di un bellissimo blu acceso incastonato al centro. Lui lo teneva ben stretto ripetendosi ogni qualvolta che lo osservava "la devo protteggere a qualunque costo".
Un giorno mi sono avvicinata a lui, pieno di tagli e sbucciature, gli dovevano far davvero male così presi coraggio e mi avvicinai a lui chiedendogli:

Io«Ehy posso curarti quelle ferite? Vieni a casa mia ho una cassetta del pronto soccorso, ti medico io»

?«O-Ok»

Gli feci un sorriso per nascondergli la mia preoccupazione per lui, lo presi per mano e sentii le sue mani fredde, erano davvero gelate come il ghiaccio.
Arrivati a casa mia lo portai in salotto e lo medicai, era davvero messo male, mi faceva davvero pena. Ad un certo punto un rumore di qualcosa di rotto scaraventato contro il muro di un'altra stanza irruppe il silenzio facendolo spaventare e non poco.
Gli dissi di andarsene ma lui rimase così lo feci nascondere dentro ad una cesta.
Mio padre irruppe nella stanza, mi prese i capelli ed incominciò a farmi dei grossi tagli sulla pelle.
Faceva male e non avrei mai voluto che il ragazzino vedesse una scena simile.
Mio padre mi buttò qualche sostanza nei tagli che bruciava molto e mi allargava i graffi più del dovuto.
Ogni volta che mi sarei esposta al sole esso mi avrebbe bruciato la pelle delle braccia, dove c'erano tutti i tagli.
Mio padre se ne andò di casa e poi, una volta sentito il motore della macchina accendersi, caddi a terra per il dolore. Il bambino mi prende al volo e mi chiede se andava tutto bene e io gli risposi che ci ero abituata, d'altronde era anche vero. Lui mi medicò e dopo io gli diedi una boccietta di vetro con dentro dei petali di rosa bianca e un liquido che faceva mantenere il profumo per sempre.
Lui se ne andò nell'orfanotrofio.....non lo rivedetti mai più fino ad oggi.
Lui sta ancora dormendo e ha ancora la boccetta legata al collo con una catenina. Non penso si ricorderà mai di quella ragazzina....anche se la speranza è sempre l'ultima a morire.

Saaaaalve
Come state?
Io alla grande.
Adoro questo capitolo e spero vi sia piaciuto anche a voi.
Grazie per aver letto miei cari lettori appassionati e non appassionati di libri.
Ci vediamo nel prossimo capitolo.

Goodby
   
     😊

10 ragazze per 10 ragazzi (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora