Beve un sorso di the addenta un biscottino e poi mi guarda dritto negli occhi ed inizia a parlare:

" Un paio d'anni dopo la tua partenza accadde un autentico miracolo in casa nostra, mia madre dopo quasi diciassette anni rimase di nuovo incinta.
I miei genitori avevano rinunciato ormai da tempo ad avere un altro bimbo, convinti che il loro destino fosse quello di avere un'unica figlia. La notizia mi spiazzò ma allo stesso tempo mi rese veramente felice, adoro i bambini e non vedevo l'ora di avere un piccolo essere umano da coccolare ed accudire."

"Immagino, sei sempre stata molto brava con i piccoli! "la incoraggio sorridendo.

Ma poi lei riprende, quasi in un sussurro

"Purtroppo la gravidanza si rivelò particolarmente difficile, prima il rischio di distacco della placenta che costrinse mia mamma a letto fin dai primi mesi di gestazione, poi una notizia che lasciò tutti attoniti.
Il piccolo aveva una grave malformazione cardiaca, probabilmente non sarebbe nemmeno sopravvissuto fino al parto."

Non riesco a trattenermi e appoggio la mano destra sulle labbra, spalancando gli occhi ma rimango in silenzio.

"I medici consigliarono un aborto ma i miei rifiutarono con decisione. Iniziarono a consultare specialisti e a cercare disperatamente una soluzione. Finalmente dopo tanti tentativi un medico milanese ci propose qualcosa di interessante, se il piccolo fosse sopravvissuto fino alla 35 settimana, avrebbero potuto effettuare un parto cesareo programmato e, subito dopo, lo avrebbero sottoposto ad un lungo e delicatissimo intervento a cuore aperto con una tecnica sperimentale.

Le probabilità di successo erano piuttosto basse ma non nulle e ciò fu sufficiente ad alimentare in noi un barlume di speranza.

Nel giro di pochissimo tempo ci trasferimmo a Milano.
La mamma fu ricoverata e tenuta sotto costante osservazione, il papà, in previsione delle spese da sostenere per interventi e terapie, lavorava alacremente e io mi ritrovai spesso sola in una città enorme e sconosciuta.

Ero terrorizzata dall'idea di perdere il mio fratellino ancora prima di averlo visto ed abbracciato.
Avevo desiderato così tanto questo momento ed ora rischiavo di non viverlo per un soffio."

La preoccupazione traspare chiaramente dal suo sguardo e io mi sento molto in colpa per non esserle stata vicina in un momento tanto delicato.

"A scuola conobbi un prete, Don Giorgio, era il mio insegnante di religione ma soprattutto divenne il mio confessore e il mio mentore.
Era straordinario con i ragazzi, aveva la capacità di ascoltare e di dire le parole giuste al momento giusto.

Mi esortava ad avere fede e a pregare anche se ero triste ed arrabbiata ma su questo fronte non ottenne molto successo.
Parlavo volentieri con lui e mi piaceva ascoltare i suoi discorsi ma non riuscivo a perdonare Dio, non capivo che male avesse fatto un essere innocente per meritare tutto ciò.

Un giorno mi propose di fare un'intervista per il giornale della scuola, e nonostante la mia reticenza riuscì a convincermi a parlare con Suor Teresa, un'anziana monaca che aveva passato molto tempo in missioni in Sud America e Africa.

Non avevo voglia di sentire racconti tristi, di bambini che muoiono di fame, di miseria malattia e sofferenza.
Mi aspettavo i soliti discorsi da anziani che ti esortano a pregare per ore per avere la salvezza divina anziché cedere al peccato ...
Con mia grande sorpresa mi trovai di fronte una donna forte, energica e solare. "

Un sospiro, una piccola pausa e un altro sorso prima di proseguire mentre la mia fervida immaginazione già proietta nella mia mente l'immagine della donna appena descritta in compagnia di una giovanissima Cristina.

Con l'Africa ... nel cuore  ( Disponibile in versione cartacea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora