Com'è piccolo il mondo

Start from the beginning
                                        

"Julian?"

"Si?" Sospirai voltandomi verso il fidanzato di mia cugina. Lui continuò ad esaminare con attenzione la stanza mentre io continuai a sentirmi a disagio non sapendo come comportarmi. Da una parte volevo che rispettasse i miei spazi e uscisse ma d'altra sapevo che non sarebbe stato educato cacciarlo via, così chiesi la prima cosa che mi venne in mente in quel momento.

"Quando dovremmo arrivare a New York?" Naturalmente, avendo viaggiato abbastanza nel corso degli anni, avevo già un'idea della durata di quella traversata per giungere in America ma fortunatamente per me gli uomini della nostra società avevano una concezione sbagliata delle donne, credendole alquanto distratte e senza cervello. Certo alcune lo erano davvero, tuttavia io non ero una di loro e quel piccolo stratagemma si rivelò efficace perché, proprio come previsto, Julian volse il suo sguardo verso di me, sorridendo come se stesse per rivolgersi ad una bambina.

"Non prima di lunedì, forse martedì. Come mai?"

"Oh, semplice curiosità." risposi in modo vago.

"Beh, penso di aver disturbato abbastanza." annunciò improvvisamente dirigendosi verso la porta ma si voltò di nuovo, come se tutt'a un tratto si fosse ricordato di dirmi qualcosa.

"Oh quasi dimenticavo, non dovrai preoccuparti di tua zia durante il viaggio. Tua madre ha deciso di affidarti a me, non a Katherine."

Ecco, quella si che fu una sorpresa. E fu così gradita che mi fece persino dimenticare di quella situazione imbarazzante. Zia Katherine non avrebbe avuto la possibilità di rendere questo viaggio un incubo? Non sembrava reale eppure Julian non mentiva affatto, potevo vederlo chiaramente. "Non ho problemi a lasciare che tu abbia il tuo spazio. Sei una ragazza giovane ma non mi hai mai dato un solo motivo per cui io non dovrei fidarmi di te quindi, se Katherine dovesse darti problemi, me ne occuperò personalmente."

Lo shock era più che evidente così mi ricomposi prima di porgere le mie scuse, "Mia madre non me ne aveva parlato ma apprezzo la tua gentilezza, Julian."
Lui rispose con un semplice movimento della mano, un modo per dire 'Non devi ringraziarmi'.

"Sono sicuro che riuscirai a trovare qualcuno a cui associarti. Se non ricordo male i Graham hanno una figlia che ha la tua età, credo si chiami Margaret. C'è anche la figlia dei Ryerson, si imbarcheranno a Cherbourg." Fece una pausa bevendo un sorso del suo drink prima di continuare, "Come ho detto prima, non dovresti avere problemi a trovare ragazze della tua età con cui intrattenerti."

"Ti ringrazio." risposi, avendo la sensazione di non aver detto nient'altro durante quella conversazione.

"Figurati." sorrise ancora prima di lasciare definitivamente la stanza e io non persi tempo a chiuderla quando sentii che era rientrato nella sua cabina. Non sapevo esattamente spiegare il perché di quel gesto ma addirittura decisi di chiudere a chiave, giusto per sicurezza. Non volevo ritrovarmi ancora in quella situazione alquanto strana e imbarazzante.

"Oh quell'uomo mi fa ribollire il sangue!" esclamò Hannah, uscendo dalla cabina armadio. Il suo viso era rosso, segno evidente della sua frustrazione.

"Cosa dici? È stato gentile." dissi come se la sua presenza non mi avesse messa a disagio. In effetti mi aveva infastidita, nonostante non sapessi spiegarne il motivo, ma per quale ragione Hannah era così irritata dal comportamento di Julian?

"No è stato invasivo e inappropriato. Signorina, non ha visto il modo in cui la guardava? Come un gatto osserva il topolino prima di saltargli addosso e mangiarselo."

"Hannah, ma come ti vengono in mente certe cose? È il fidanzato di mia cugina e non ha fatto altro che comportarsi da perfetto gentiluomo con me." sbottai io alquanto scioccata da quelle insinuazioni, ma questo non scaturì nessuna reazione in Hannah che continuò a rimettere in ordine il guardaroba.

"Certo" sussurrò con ironia, afferrando i vestiti. "Signorina, vostra madre mi ha mandata qui per assicurarmi che non vi accada nulla e ho intenzione di fare quanto mi è stato detto. L'unica ragione per cui ha affidato a Julian quel compito è perché voi siete giovane, ma soprattutto prova ancora un certo rancore nei confronti di vostra zia. Se posso permettermi, io starei alla larga da certa gente... C'è qualcosa in lui che-" non finì la frase, si limitò solo a scuotere la testa come se avesse lasciato perdere. "Tenga gli occhi aperti signorina Sarah, le chiedo solo questo." concluse riponendo nell'armadio gli ultimi vestiti ma le sue parole continuarono a riecheggiare nella testa portando mille domande.

Hannah aveva ragione? Julian aveva davvero in mente qualcosa o i suoi atteggiamenti erano solo parte del suo modo di essere?
Una cosa però era più che certa, non avrei permesso che quella strana conversazione mi distraesse dal godermi il mio ritorno a casa. Allontanai quindi quei pensieri cercando di convincermi che era tutto nella mia testa, e la fervida immaginazione di Hannah non mi aveva certo aiutata a pensare diversamente.

Lasciò la stanza e una volta rimasta sola, mi avvicinai al comodino prendendo il diario che avevo riposto nel cassetto poco prima. Forse avevo appena trovato qualcosa che valeva la pena di essere ricordato; così mi stesi sul letto e, munita di penna, iniziai a scrivere riempiendo quelle pagine bianche...

Mercoledì 10 Aprile 1912

«Il viaggio del Titanic è ufficialmente iniziato. È meravigliosa proprio come era stata descritta nei giornali, anzi molto di più. Maestosa e lussuosa oltre ogni immaginazione, e il grande scalone di prima classe è una vera e propria opera d'arte. Non credo di aver mai visto un arredo più bello di questo. Insomma, degna dell'appellativo assegnatole: La nave dei sogni.
Il cielo è limpido, il mare cristallino e non fa per niente freddo... Si prospetta essere un viaggio davvero piacevole.
A proposito di cose sorprendentemente piacevoli, l'inizio di questa traversata  è già stato segnato da due incontri che non mi hanno lasciata indifferente.
La mia cara amica Allison è stata la prima sorpresa qui a bordo; a quanto pare è in viaggio con il marito che dicono essere un uomo piuttosto affascinante, ma non è lui ad aver attirato la mia attenzione bensì la seconda persona che ho avuto occasione di rincontrare qui. È inverosimile, eppure era proprio lui. Il ragazzo a cui ho sorriso il giorno prima in quella cioccolateria a Southampton, presta servizio sul Titanic!
Sono rimasta lì a fissarlo senza dire assolutamente niente e non è stato uno dei miei momenti migliori; deve aver pensato che sono una di quelle bambole senza cervello della prima classe... Beh, non è che lui abbia fatto di meglio, non mi è sembrato molto socievole... Ha l'aria di essere un tipo misterioso, che sia solo un po' timido? Eppure il suo viso trasmette tutt'altro.
Non ho detto ad Allison quanto lo trovassi carino. In verità questa è forse la prima volta che rendo ufficiale questo pensiero mettendolo su carta, quindi nessuno leggerà mai queste pagine. Dovrei trovare un lucchetto o sarò costretta a gettare in mare questo diario affinché nessuno le legga mai.
Okay, confessioni a parte, la notizia che la baronessa non avrà la possibilità di comandarmi a bacchetta mi ha resa estremamente felice e a cena mi assicurerò di fare un brindisi per questo, naturalmente cercando di non destare sospetti...
E se da una parte mi sento libera, dall'altra invece quella conversazione avuta con Hannah mi ha un po' turbata. Julian è il fidanzato di Anna, perché dovrebbe fare la corte ad un'altra donna? Hannah deve aver interpretato male le intenzioni di Julian. Deve essere così. Non c'è altra spiegazione.
Abbiamo appena finito di sistemare i nostri bagagli e credo proprio che approfitterò di questo tempo per riposare un po' prima di prepararmi per l'ora di cena, vista l'insonnia della notte scorsa per via dell'agitazione sono parecchio stanca, quindi per adesso è tutto.

Ps. Questo letto è così comodo che non può non invogliarti a dormire! »

Quando finii di scrivere poggiai il tutto sul comodino e, adagiata la testa sul cuscino, chiusi gli occhi lasciando che la stanchezza avesse la meglio in quel momento di pace. Mi addormentai serena, sorridendo al pensiero di quell'emozionante viaggio appena iniziato che sapevo già essere in qualche modo speciale.

T I T A N I C  -  T R A   T E   E   I L   M A R EWhere stories live. Discover now