Capitolo V

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"Non costringermi ad ucciderti, Adelia" La voce di Catherine era spezzata da una serie infinita di singhiozzi, le lacrime scivolavano sulle sue gote, gli occhi rossi di pianto lasciavano trasparire il sentimento della paura.
Adelia tremava con una foglia, sentiva i muscoli in tensione, le tempie esplodere nel ritmo orchestrato dal battito del cuore.
"C-cosa mi vuoi fare?" Adelia sapeva la risposta ma non riusciva a definirla tale.
"T-tu l-lo sai... Ti uccideranno... E io sarò libera.... Finalmente libera"
"Chi mi ucciderà? Che cosa significa!?" La rabbia decise improvvisamente di presentarsi alla corte dei sentimenti che Adelia provava nel medesimo istante.
"STAI ZITTA!!! Non parlare ...."
"Tu sei pazza... Chi sei tu?" La ragazza era bloccata con i piedi per terra, con una pistola puntata in testa e lo sguardo pazzo della donna che fino a quel momento aveva considerato sua madre.

Si era sbagliata.

"Perché? Dimmi solo perché"
"Ti ho detto di stare zitta... Taci... Silenzio...." Catherine balbettava parole confuse, indecifrabili.
"Sono qui" disse infine.

Adelia urlò nel millimetrico e stesso istante in cui 3 uomini vestiti di nero entrarono dalle finestre.
Avevano un cappotto nero come la pece, una sciarpa rosso scuro che copriva le loro labbra. Due occhiali scuri coprivano i loro occhi, gli stivali neri si mimetizzavano  con il resto del completo.
Una serie di coltelli e pugnali luccicavano in quell'insieme di oscurità.
Tutti puntavano delle pistole e fucili contro Adelia ,che tremando, aveva in mano un coltello da cucina preso pochi millesimi di secondo prima.

"È lei la ragazza?" chiese l'uomo in mezzo al trio.
"Sì! È lei... Prendetela... Vi prego"
L'uomo alla sinistra dei tre si avvicinò ad Adelia, un pugnale pronto in mano.
La ragazza indietreggiò fino a raggiungere il bancone con le spezie.
Prese il peperoncino e lo gettò in faccia all'uomo.
Non ebbe nessun effetto, soprattutto perché aveva degli occhiali.
Si sentì stupida, molto stupida.

L'uomo rise divertito dalla situazione e si fece sempre più vicino ad Adelia.
La ragazza urlò e spinse l'uomo via da lei. Corse a più non posso verso la finestra e uscì fuori seguita dal suono della pistola di sua madre e i passi veloci del trio di uomini.
Appena toccò terra, prese una storta alla caviglia che le impedì di correre più velocemente di prima.
Raggiunse la casa di Clark e bussò aspettando una risposta.
Nessuno venne alla porta, Adelia sentiva i passi del trio e decise di correre il più lontano possibile.
Zoppicava, non sapeva dove andare e 4 persone la volevano morta.
"Merda merda merda merda merda!"
Non riusciva a pronunciare altro, ancora cercava di capire come è finita ad arrivare a questo.

Raggiunse una stradicciola su cui non camminava anima viva. In tutta la cittadina non c'era anima viva. Era sola. La testa iniziò a girare, la vista si offuscava costringendola a fermarsi.
Cadde sulle sue ginocchio, una goccia di sudore scivolò sulla guancia destra mischiandosi ad una lacrima.
Prese tutto l'ossigeno che i suoi polmoni potevano immagazzinare per lasciare che le sue labbra lasciassero uscire l'urlo più struggente e acuto che lei avesse mai fatto.

I finestrini della macchina si ruppero in mille pezzi seguiti dalla rottura delle finestre di tutto l'isolato in cui si trovava. Adelia vedeva i pezzi di vetro cadere come pioggia su di lei, vide il vetro infrangersi sulla sua pelle per poi scomparire. La ragazza era spaventata, aveva paura.

"Abbandonati e me, Adelia." Una voce suadente la percosse dallo stato di trans in cui si trovava. Si guardò intorno, non vide nessuno nei paraggi. Sentì il trio di uomini farsi sempre più vicino, pronti ad ucciderla.

"Abbandonati a me. Ora!"
Adelia chiuse gli occhi, sentì una mano stringerle la spalla.
Aprì gli occhi e rimase scioccata dallo spazio intorno a lei.
Il tempo parve essersi fermato: i pezzi di vetro erano bloccati in aria, i tre uomini erano fermi, immobili, come se fossero l'immagine di una foto.
Si guardò intorno in cerca della mano che aveva toccato la sua spalla.
Vide in lontananza una ragazza correre verso di lei: aveva i capelli castano chiaro, gli occhi color nocciola e il volto semplicemente perfetto. Era minuta ma sembrava tale solo perché correva ... A quattro zampe.

Adelia non capiva che cosa significasse. Perché una ragazza dovrebbe correre come un cane?

"La incontrerai presto, non ti preoccupare. Sarà una tua grande compagna." La voce suadente di prima proveniva​ da un uomo alto, i capelli corvini erano arruffati, aveva gli occhi rosso sangue e le labbra erano semplicemente perfette, erano carnose, attraenti e Adelia resisteva alla tentazione di saltargli addosso.

Si vergognò per un attimo di ciò che voleva fare. Arrossì di colpo e cercò di nascondersi il volto con le mani.

"Non ti vergognare, non sei l'unica che mi vorrebbe strappare i vestiti di dosso" disse facendole l'occhiolino.
"Non è questo quello che stavo pensando" disse arrossendo ancora più di prima.
"Ne sei sicura? Perché la tua anima mi dice tutt'altro." Disse con una voce ancora più suadente, accattivante, dannatamente sexy.
Adelia scosse la testa cercando di scacciare i pensieri inutili e cercando di concentrarsi su ciò che stava succedendo.

"Cosa sta succedendo?"
"Semplicemente ho fermato il tempo affinché noi si possa contrattare."
"Contrattare?"
"Sì,un piccolo contratto. Niente di che." Lo sconosciuto si fece sempre più vicino ad Adelia, l'odore di cenere penetrò nelle narici della ragazza che rimase interdetta da quella domanda.

"Chi sei?"
"Ho così tanti nomi... Tante facce... Tu chiamami con il mio nome originale: Lucifero"
"L-lucifero? Intendi l'angelo caduto?"
"Diciamo che sono inciampato"
"N-non ci posso credere... mia madre mi porta via da scuola e mi manda qui per poi uccidermi. Arrivi poi tu, un pazzo psicotico che dice di essere il diavolo... Io non ci posso credere... Questo è un sogno. Per forza!"
"Non sono io la persona che con un urlo ha evocato un dio"
"Come scusa?"
"Hai urlato come se non ci fosse un domani. Hai avuto un contatto con un'anima futura. Hai visto le anime del passato. Hai le capacità che servono per essere la migliore."
"Migliore?"
"Sì, tesoro. Hai le capacità per diventare la migliore ... Strega di tutti i secoli"

Supernatural Power: The WitchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora