Prologo

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"Ecco, lo sapevo che mi avresti fatto scoprire", sbottò il ragazzino di tredici anni, i bianchi capelli scomposti dalla corsa. Guardava la bambina, gli occhi due fessure e la bocca ridotta ad una linea sottile. La bambina davanti a lui lo fissava con due enormi occhi verdi, lucidi e prossimi alle lacrime, che esprimevano un senso di colpa fin troppo profondo.

Il bambino roteò gli occhi sospirando. Poi si avvicinò alla bambina, inginocchiata accanto a lui, che si stava nascondendo dietro una delle alte siepi del giardino.

"Ti prego no", bisbigliò abbracciandola teneramente "non volevo sgridarti, ti prego non piangere Emma". La bambina tirò su con il naso rumorosamente, facendo gemere di disperazione il fratello. Li avrebbe trovati nel giro di pochi minuti, ormai era andata.

"I-io n-non vo-volevo Conr-rad", balbettò fra le lacrime, cercando di sussurrare fra i singhiozzi. Lui sospirò e gli fece una leggera carezza sul viso.

"Va bene Em, non ti preoccupare, non volevo essere così duro, solo che ora zio Ron-".

"Eccoti!", tuonò Ronan al nipote, un cipiglio tutt'altro che rassicurante sul viso "mi spieghi che dannazione ci fai nascosto qui?", poi vide la bambina "Emma? Conrad, mi spieghi perché tua sorella è in lacrime?", gli chiese il Messaggero ancora più arrabbiato di prima. Lui sospirò, grattandosi il collo.

"Non è colpa mia, non volevo sgridarla", mormorò realmente dispiaciuto. Ronan non aveva cambiato espressione. Allora Conrad lo guardò con aria di sfida e Ronan, riconoscendo nella sua l'espressione di Raisa, non poté che sospirare.

"Insomma, in definitiva è colpa tua, no?", sbottò verso lo zio indicandolo con le mani, il quale lo fissò con gli occhi a mezz'asta "se le tue lezioni non fossero così noiose, piene di teoria e parole e formule", iniziò a gesticolare all'aria come sua madre "se fossero più...pratiche ecco! Io non sarei costretto a nascondermi ed Emma a cercarmi!".

"Vero", disse Emma con la sua vocina dolce, difendendo il fratello come sempre. Lui si girò e sorrise dolcemente alla sorella, carezzandole i soffici capelli bianchi, screziati qua e là da ciuffi neri come quelli della madre.

Conrad Cassian era impetuoso, irruente e passionale come la madre e non aveva paura di niente, come il padre. L'unica persona che riuscisse a frenare il suo carattere indomabile ed intenso era la sorella minore, Emma.

Emma aveva preso la pacatezza e la stessa aria sempre composta da Vali, ed era dolce come sua nonna Aurora, ma anche determinata come la madre e spesso si ritrovava a difendere il fratello, che non stava fermo un minuto, facendo impazzire l'intero Castello e non solo.

"Emma, so che tu ami tuo fratello e lo difendi sempre, ma-", fu interrotto dalla bambina.

"Io non lo difendo sempre! È che lui si era nascosto da te, perché le tue lezioni sono noiose ed è vero, perché lo dice anche mamma!", esclamò allora Emma animosamente, facendo sgranare gli occhi al Messaggero. Improvvisamente il ragazzo si fece serio ed i fratelli capirono di aver commesso un errore imperdonabile.

"Cosa è che dice la mamma amore?", chiese dolcemente a Emma, che fece guizzare gli occhi verso il fratello in preda al panico.

"Se proprio lo vuoi sapere", disse il bambino spavaldo, afferrando di nascosto il polso alla sorella "ora te lo dico!".

Detto questo sparirono davanti agli occhi di un esasperato Ronan.

"Odio quando si trasporta. Dorian!", chiamò Ronan. 

Il trasportatore apparve accanto a lui.

"Cosa succede? Perché urli così?", chiese stizzito all'amico. Sì, beh negli anni Piccolo si era decisamente emancipato, anche grazie alla personalità forte di Séera.

"Perché Conrad riesce a trasportare non solo sé stesso, ma anche altre persone?", chiese con tutta la calma di questo mondo. Dorian si irrigidì.

"Uhm, anche altre persone dici? Beh, n-non sa-saprei".

"AH!", lo indicò Ronan "stai balbettando di nuovo! Sei tu il colpevole allora", disse assottigliando gli occhi e guardando l'amico.

"No! Cioè, lui mi ha fatto vedere che riusciva a trasportarsi ed era molto orgoglioso. Anche io lo ero ed ecco, potrebbe – e dico potrebbe eh- essermi scappato che attingendo alla sua parte -ehm- demoniaca...".

"Gli hai spiegato come portare altre persone?", esclamò Ronan con le mani fra i capelli "Vali mi ucciderà! Vali ti ucciderà! Ci ucciderà tutti e poi", si calmò e sospirò, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi.

"Ma cosa dico. Vali riderà trovando questo interessante", mimò le virgolette con le dita "sarà Raisa ad ucciderci. Tutti". Pensando a Raisa anche Dorian rabbrividì, fra pochi minuti sarebbe tornata dalla Lega.

E Vali non sarebbe stato lì a proteggerli, perché era con il Vecchio.

Figli del Primo Sangue (Saga di Sangue libro III)Where stories live. Discover now