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. cris

Eravamo stati insieme per tutto il resto della giornata. Al suo fianco tutto sembrava più facile, più bello, ed io ero più felice.
Giravo per la città con lui al mio fianco, le braccia che si sfioravano e le mani troppo timide per intrecciarsi.
Camminavo senza tenere lo sguardo verso il basso, sena paura di incontrare quelle persone con cui avevo a che fare ogni giorno a scuola e che si riversavano nei miei incubi.. Quando riuscivo ad addormentarmi.
C'era lui accanto a me, e mi bastava sentire il rumore sottile del suo respiro per non avere più paura.
Mi bastava lui, che però non era poco, ma quel tanto che non avrei mai potuto avere completamente.
E poi c'erano il suo piccolo neo sulla guancia sinistra, il ciuffo di capelli scuri che gli cascava sulla fronte sfiorando gli occhi azzurri, i due fori sotto al labbro, i tatuaggi che coloravano le sue dita e che avanzavano dalle maniche della giacca, che stava lì solo come per coprire un'opera d'arte.

Non smettevo più di guardarlo di nascosto né di sorridere come un ebete quando sorrideva anche lui.

Lo amo, mi veniva da dire.
Non puoi, mi veniva in mente.

Era probabile che mi volesse bene, o non avrebbe fatto tutto quello che aveva fatto per farmi stare bene, ma nulla più di questo. Poco tempo e sarebbe tornato a casa sua o nell'ennesima città, ad abbracciare l'ennesima ragazza durante l'ennesimo instore, sorridendo per l'ennesima volta a chiunque abbracciasse, per l'ennesima volta.

A tutte sorride così?
Mi chiesi mentre lo osservavo scattare una foto ad un gattino sul ciglio del marciapiede. Sorrideva come un bambino, voltandosi ora verso di me, ora verso di lui.

Nonostante non lo volessi, ero fatta così.
Non riuscivo a godermi appieno ogni momento. E per questo mi facevo del male pensando che lui tra poco sarebbe andato via. Ci sarebbe stato soltanto per mezzo di piccoli impulsi elettrici di un numero massimo di caratteri, e non con le sue braccia che mi davano un numero illimitato di brividi.

Faceva male pensare che potevo avere la mia felicità solo a piccole dosi, perché la mia felicità era lui.

facebook / benjamin mascoloWhere stories live. Discover now