Capitolo 1

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Era l'ultimo giorno di luglio.
Hermione Granger se ne stava seduta sul divano di casa sua a leggere un libro, come al solito.
Negli ultimi due giorni non aveva fatto altro. Anche perché, se non avesse trovato un modo per distrarsi, era sicura che avrebbe pianto ogni minuto, fino a morire disidratata.
Ma c'era un motivo.
Non si sarebbe messa a piangere così, dal nulla.
Esattamente due giorni prima Kingsley, il nuovo Ministro della Magia, le aveva dato una notizia terribile.
I Mangiamorte, non si sa come, erano riusciti ad intercettare i suoi genitori, e li avevano uccisi.

Ad Hermione così non rimaneva più niente.
Harry e Ron non c'erano per lei a consolarla. Avevano ottenuto il lavoro come Auror, e in quel momento erano in una qualche missione segreta per scovare qualche Mangiamorte che era scappato da Hogwarts.
Ginny... Bhè, il loro rapporto era molto peggiorato dopo la guerra. Non si parlavano più, e a nessuna delle due importava dell' altra.

Così Hermione non aveva nessuno su cui contare.
L'unica cosa che la distraeva erano appunto i libri. Altrimenti non avrebbe davvero saputo cosa fare.

In quel momento stava leggendo "Romeo e Giulietta", uno dei suoi libri preferiti, ma ormai l'aveva stufata anche quello.

Ad un tratto sentì un ticchettio alla finestra e andò ad aprirla, curiosa.
Subito entrò in casa un gufo, con una lettera in bocca.
Con il cuore in gola prese la busta e iniziò a leggere:

Cara signorina Hermione Granger,

è invitata a tornare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts a passare il suo ultimo anno.
Troverà la lista dei libri e del materiale scolastico nel foglio successivo.

Distinti saluti,

Minerva McGonagall, preside

Hermione non sapeva che fare. Hogwarts, un luogo che lei aveva sempre considerato c ome "casa", adesso non le dava più la stessa idea. Però sapeva che sarebbe dovuta tornare. Era pur sempre una secchiona. Doveva sapere tutto. Il solo pensiero di tornare ad Hogwarts senza Harry e Ron era terribile, ma era sicura che non ci sarebbero tornati comunque, anche se non fossero stati in missione. Loro odiavano studiare, e se potevano saltare la scuola l'avrebbero fatto senza troppi complimenti.

E poi pensare ad Hogwarts la faceva star male. Essere lì, a studiare, sapendo che a casa sua non c'era nessuno pronto ad aspettarla per le vacanze di Natale, o alla fine della scuola. Sapendo che a nessuno sarebbe importato se lei fosse triste, o che nessuno l'avrebbe rimproverata se si fosse comportata male. Nessuna spalla su cui piangere.

Perchè, dopo la guerra, tutto era cambiato.

Non aveva più nessuno.

Ma non poteva di certo leggere per tutto il resto della sua vita. Non aveva perso tutto quello che aveva per deprimersi su un divano per i restanti ottant'anni.

Così non ci pensò più.

Sarebbe tornata ad Hogwarts.

***

A Malfoy Manor faceva caldo, ma agli abitanti della casa sembrava non importare. Anzi, ALL' abitante di quella casa.

Solo Draco Malfoy abitava al Manor, ormai. Da quando era finita la guerra era tremendamente solo. Al Ministero non bastava che sua madre avesse fatto in modo che Harry Potter non venisse ucciso. Per loro dovevano uccidere di persona il Signore Oscuro, per non finire ad Azkaban. In definitiva, i genitori di Draco erano in prigione, e solo l'assicurazione di sua madre che fosse sotto Imperio lo aveva salvato dalla galera. Lì per lì era stato felice, ma adesso avrebbe pagato pur di stare con la sua famiglia.

Non passava giorno in cui non pensasse a loro, a quanto si desse dello stupido per aver sprecato diciotto anni della sua vita a disprezzare la sua famiglia, alla sua vita, per quello che ne era rimasto.

Non usciva di casa da una settimana. Aveva un piccolo elfo domestico che gli procurava il minimo indispensabile da mangiare per vivere, anche se ne aveva proprio perso la voglia, di vivere.

Tutto il giorno leggeva grossi volumi riguardanti le imprese dei suoi antenati, o la grandiosità della famiglia Malfoy. E ogni biografia che leggeva cercava qualcosa di sbagliato nella vita della sua famiglia, tanto per essere sicuro di non essere stata l'unica delusione. Ma niente. Avevano avuto tutti una vita perfetta, tanti soldi e rispetto. E lui non aveva assolutamente niente di tutto ciò. E quindi capiva che forse non sarebbe mai dovuto essere nato, così la famiglia Malfoy non sarebbe finita. Perchè ormai ne era sicuro. Avrebbe passato il resto della sua vita chiuso in casa, in un'esistenza deprimente, priva di qualsiasi emozione.

E in più, la solitudine lo stava uccidendo. Era convinto che sarebbe impazzito prima di arrivare a settembre.

Stava leggendo un volume sul bisnonno di suo padre, Hyperion Malfoy, quando sentì l'elfo domestico, Binny, smaterializzarsi in salotto.

-Che cosa vuoi, Binny?- chiese Draco freddamente.

L'elfo, con la sua vocina spaventata, rispose:- Mio signore, un gufo ha portato questa per voi- e gli porse una lettera.

Draco era molto perplesso. Non aveva più nessuno che gli potesse scrivere. Aveva una vaga idea, ma nemmeno ci sperava. Era totalmente impossibile. Prese la lettera e lesse:

Caro signor Draco Malfoy,

è invitato a tornare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts a passare il suo ultimo anno.
Troverà la lista dei libri e del materiale scolastico nel foglio successivo.

Distinti saluti,

Minerva McGonagall, preside

Eppure aveva ragione. Lo avevano chiamato per tornare proprio ad Hogwarts. Non poteva lasciarsi scappare una simile occasione. Non ci pensò nemmeno un istante di più.

Sarebbe tornato ad Hogwarts.

-Spazio autrice-

Ma ciao personcine carine!

Ebbene sì, sono tornata*risata malvagia*! Che ve ne pare del primo capitolo? Un po' deprimente? Sono d'accordo. Ma, ehi, è il primo!
Spero che seguirete questa storia con piacere e che vi piaccia, tanti baci,
-Mary

Like ice   |Dramione| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora