Capitolo 2

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Di nuovo in ritardo, oramai è routine.

Eppure io ci provo ad essere puntuale: ogni sera scelgo i vestiti che devo indossare, la mattina mi preparo velocemente, ma quell'orologio non sta mai dalla mia parte!

Così mi ritrovo a correre ogni mattina alla stazione, ma questa volta non ho trovato quel ragazzo. Un po' me lo aspettavo quindi non ci rimasi più di tanto male, però sentii lo stesso un vuoto dentro di me. Non lo conoscevo nemmeno, non sapevo chi fosse, non sapevo il suo nome, non mi spiegavo come potesse essere possibile e soprattutto cosa mi facesse stare così.

Qualcosa inconsciamente mi diceva che già lo avevo visto da qualche parte prima di quella famosa mattina, quello sguardo mi aveva trasmesso qualcosa.

Arrivata in classe presi subito posto vicino alla mia amica che lo aveva occupato e non riuscii a dirle mezza parola che subito iniziò la lezione.

Ad un certo punto la Prof. di italiano si fermò e venne interrotta dalla preside che entrò in classe con un nuovo studente.

-Ragazzi vi presento Logan, un vostro nuovo compagno di classe.-

Non potevo crederci.

-Si è trasferito da poco con la sua famiglia e ha scelto la nostra scuola per conseguire l'ultimo anno di liceo.-

Ero senza parole.

-Mi raccomando cercate di farlo sentire a proprio agio e di farlo integrare, perchè essendo l'ultimo arrivato capirete che è difficile anche per lui.-

Non credevo ai miei occhi.

-Ora professoressa la lascio continuare la sua lezione, buona giornata ragazzi.-

La preside se ne andò e quel ragazzo si sedette vicino a Joseph, il più bravo della classe, essendo l'unico posto rimasto dato che quella mattina stranamente eravamo tutti presenti.

Per tutta la mattina ci fu un continuo gioco di sguardi, ma io non riuscivo a durare per più di cinque secondi che per l'imbarazzo distoglievo immediatamente gli occhi da lui e iniziavo a parlare in modo anche abbastanza logorroico con Julia che mi guardava in modo strano trovando il mio comportamento assurdo, non sapendo giustamente il perchè di tutto ciò.

All'uscita di scuola le spiegai tutto e scoppiò in una risata che mi imbarazzò ancora di più di quanto non lo fossi già.

-Sei sicura, è proprio il ragazzo di cui mi parlavi ieri?-

-Si, proprio lui. Nemmeno a farlo apposta stavamo ipotizzando che si fosse trasferito e invece è proprio così.-

-Chissà qual è il motivo però di questo trasferimento..-

-Forse per motivi lavorativi dei genitori o di uno dei due o forse semplicemente voglia di cambiamento.-

-Non so che dirti, però hai ragione, è bellissimo!-

In quel momento lui stava parlando con dei nostri compagni, sembrava che avesse fatto subito amicizia. Anche io in un certo senso avrei voluto attaccare bottone così velocemente come stava facendo lui, anche solamente per sapere da dove viene o in che zona abitasse adesso.

Notavo che ogni tanto si guardava intorno come se stesse cercando qualcuno, magari il mio sguardo, ma ero certa che a lui una come me non sarebbe mai piaciuta.


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