Capitolo Ventisei - Portami via

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Tu portami via

Dalla convinzione
di non essere
abbastanza forte

Quando cado contro
un mostro più
grande di me

Consapevole che a
volte basta prendere
la vita cosi com'è.

GAIA

Sono sette giorni che non vedo Leandro e dentro mi sento distrutta.
Mi sono fatta tante illusioni, ho sempre aspettato qualcosa di irraggiungibile e adesso che c'é una possibilità di poterlo avere, ho una paura fottuta perché é quando ti innamori che diventi insicuro, vulnerabile e fragile e vengono a galla tutte le debolezze che ti travolgono e non sai cosa fare per fermarle.

Sto cercando di vedere le cose in modo razionale e di non farmi prendere dal momento, sto cercando di non sognare ad occhi aperti, ma mi sembra impossibile.

Mi alzo dal letto per guardarmi allo specchio, mia madre mi ha costretta ad andare a comparare gli addobbi per il Natale, é già passato l'otto dicembre il giorno in cui a Napoli, la maggior parte delle persone iniziano ad abbellire le case con oggetti vari, presepi, luci e alberi di Natale, ma solo la mia casa é totalmente spoglia, i miei genitori non hanno avuto il tempo, a mia sorella non importa un fico secco, per lei esite il calcio e il suo fidanzato, quindi tocca a me organizzare il tutto.

Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e osservo ogni particolare del mio corpo, i mie occhi sono gonfi e rossi per colpa dei pensieri dentro la mia testa che di notte fanno troppo rumore e non mi fanno dormire.

"Che gioia di vivere che hai questa mattina!" - esclama mia madre, sa che odio quando entra nella mia camera senza avere il mio permesso e sa che odio le persone che urlano di mattina - "Gaia vestiti in fretta, ti accompagno io al centro commerciale"

"Ho la patente da otto mesi e non ho quasi mai guidato! Tra poco dimenticherò anche come si fa per colpa vostra"

"É tuo padre che non vuole farti guidare, ha paura e non ha tutti i torti"

"Ma se non faccio pratica, quando imparerò? L'auto serve anche per avere una certa indipendenza, come ad esempio andare a fare shopping senza dare fastidio a tua madre che deve andare a lavoro, invece io sono costretta a dover tornare a casa con vari pullman perché i miei genitori sono così ottusi da non volermi dare la loro macchina!"

"Parlerò con tuo padre questa sera, adesso non fare storie e per favore sveglia tua sorella, doveva entrare alla seconda ora, ma ancora non si é degnata di alzarsi dal letto!"

"Sono sveglia" dice Mia ancora con gli occhi chiusi.

"Mia per favore sbrigati, non fare arrabbiare la mamma anche questa mattina"

"Non voglio andare a scuola" - mi dice sottovoce - "Ho un compito in classe e non ho studiato"

"Perché non hai studiato? Mi avevi promesso che qualche libro iniziavi ad aprirlo!"

"É il compito di matematica, ho aperto il libro, ma non ci ho capito niente"

"Perché non me l'hai detto? Ti davo io una mano.."

"Se invento di avere la febbre? Ho già quattro in matematica, non voglio rovinare ancora di più la media con questo compito"

"Mamma non é stupida, posso coprirti io, ma ricorda che oggi ci sarà l'incontro con i genitori per visionare le pagelle, la tua professoressa dirà a nostra madre del compito e lei capirà che tu hai finto di stare male"

Un amore in calcio d'angolo (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now