Il vizio del fumo

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"Io non posso crederci!" sbottò Sirius, d'un tratto.

Remus lo sentì e si limitò ad un generico e banale "Cosa?", intento com'era a seguire attentamente le istruzioni sul libro di ricette babbane, ed insieme applicarle. Cosa tutt'altro che semplice, tra l'altro.

Sentì immediatamente un gran tonfo di piedi sul pavimento e due secondi dopo Sirius Black era in piedi davanti a lui, con un'espressione a metà tra l'offeso e il malizioso e qualcosa tra le mani.

"Remus Lupin, vuoi spiegarmi cos'è questo?" chiese, in perfetto tono da mamma chioccia.

Remus lo degnò a mala pena di un'occhiata veloce. Ma aveva messo due o tre uova?

"Non lo vedi?" rispose con ovvietà "E' un pacchetto di sigarette"

"E di grazia cosa ci farebbe un pacchetto di sigarette a casa tua?" continuò

"Ma ti sei preso il virus del fidanzato stupido forse?" chiese Remus piccato "Le fumo ovviamente"

Black spalancò la bocca dallo stupore e Remus avrebbe anche potuto lasciarsi andare ad una risata per quella espressione se solo il cagnaccio non si fosse avvicinato troppo al bancone della cucina.

"Sciò! Allontana le tue schifose pulci dal mio delizioso impasto!"

Dopotutto se stava provando a fare quella torta alla babbana, quando invece in molto meno tempo- e con una molto minore probabilità di combinare disastri- avrebbe potuto sbrogliarsela usando la magia era proprio a causa sua. Perchè da che mondo è mondo, Sirius Black aveva una vera e propria ossessione per le cose babbane (Remus ricordava ancora con orrore quella motocicletta su cui era salito una volta e una sola, poi aveva giurato sui propri artigli e le proprie zanne che non si sarebbe più avvicinato a quell'affare neanche sotto tortura) e, lo ammetteva, se si stava cimentando in quell'epica impresa non era che per stupirlo. Per riconquistarlo.

All'improvviso una risata canina riempì ogni angolo di quella stanza e, se in un primo momento il licantropo lo aveva guardato con gli occhi dell'amore- perché, oh quanto gli era mancata quella risata in quei tredici anni!-, poi aveva messo su un'espressione di fastidio quando si era accorto che Sirius non stesse ridendo per lui ma di lui. Forte anche.

"Ma tu non eri il Prefetto Perfetto?" chiese il moro scimmiottando il nomignolo che lui e James avevano affibbiato all'inizio del sesto anno a lui e a Lily Evans. Sempre simpatici, loro due; simpatici come un dito nel c...

"Hai idea di quanto a diciassette anni tu mi abbia rotto le palle quando io fumavo e tu dovevi fare il solito prefettino ligio al dovere?" Sirius gli rivolse un'occhiata sconcertata " << Sirius fa male, Sirius così morirai giovane, Sirius di qui, Sirius di là >>, la tua voce mi rimbombava in testa per ore, a volte! Eri parecchio snervante"

Remus sorrise, ricordando un ragazzo di diciassette anni troppo impostato, troppo determinato a fare in modo che tutti gli ingranaggi della sua vita scandissero un tempo un tempo regolare e perfetto. Ripensandoci ora, ora che era un uomo diverso, che aveva sperimentato cosa fosse la vera solitudine, si rendeva conto di come quella del Prefetto Perfetto non fosse altro che una maschera. Forse, si disse, era un riflesso incondizionato de suo orgoglio: era così frustrato dal non poter controllare il suo lato selvaggio durante le notti di luna piena, da passare paradossalmente a tenere sotto stretto controllo tutti gli altri aspetti della sua vita.
Le cose gli erano sfuggite un po' di mano quando, nel fior fiore dei suoi quindici anni, con una dolorosa indignazione, si era reso conto di essersi innamorato del suo migliore amico, uomo, etero ed eterno donnaiolo. Era sicuramente qualcosa che non aveva previsto, allora, e sicuramente gli aveva fatto male pensare che avrebbe continuato ad amare una persona che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti (a quel tempo ancora non sapeva che Sirius gli sbavava letteralmente dietro), ma di sicuro quello schiaffo in pieno viso lo aveva in parte aiutato a smollarsi un po'.

Il vizio del fumoWhere stories live. Discover now