Capitolo 3.

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Piero si portò per l'ennesima volta il telefono all'orecchio e per l'ennesima volta rispose la segreteria telefonica invece che quel coglione di Gianluca.

Il ragazzo sbuffò nervoso, mentre appoggiava rumorosamente il cellulare sul tavolino della hall dell'hotel.

"Niente?" chiese Ignazio.

Piero scosse la testa visibilmente scocciato. Ignazio stava per aggiungere qualcosa quando delle risate provenienti dall'ingresso catturarono l'attenzione di entrambi.

Fianco a fianco avanzavano Gianluca e Veronica, con qualche busta tra le mani, mentre ridevano felici e spensierati.

"Eccoloo!" esclamò Ignazio per attirare l'attenzione dell'amico, che subito si voltò nella loro direzione.

"Ragazzi, ciao!" esclamò in risposta Gianluca avvicinandosi ai colleghi insieme a Veronica "Che ci fate qui?"

"Ti stavamo aspettando veramente. Dovevamo andare a mangiare il sushi stasera, te ne sei dimenticato?" disse Piero non facendo assolutamente niente per nascondere la sua già evidente irritazione.

"E' già ora di andare?" chiese ingenuamente lui.

"Sono le otto, fai un po' te." Commentò acido Piero.

"Di già?!" esclamò sorpreso "Allora è vero che quando si sta bene il tempo vola!" disse poi sorridente voltandosi verso Veronica, che in risposta le sorrise leggermente in imbarazzo.

Piero alzò gli occhi al cielo e Gianluca chiese ancora: "E Barbara?"

"Barbara è un po' influenzata, ha preferito rimanere in camera stasera." Spiegò Ignazio.

"Amunì Gianlù, che ho fame!" insistette Piero sempre più nervoso.

"Dai raga, datemi un secondo che vado su a poggiare queste cose e vi raggiungo."

"Vero, tu vieni con noi?" propose Ignazio alla ragazza. Veronica esitò un secondo, poi vide Piero per l'ennesima volta sbuffare così rifiutò con un sorriso, giustificandosi dicendo che era stanca.

Insieme a Gianluca si diresse verso gli ascensori così da salire nelle loro camere. Mentre lo aspettavano i due rimasero in silenzio fino a che Gianluca non chiese: "Non hai detto di no per Piero, vero?"

Veronica sorrise e scosse la testa: "Preferisco riposare."

"Vero..." sospirò Gianluca.

"Gian, davvero. Non ti preoccupare." Tentò di rassicurarlo lei.

"Piero è nervoso perché ho fatto tardi; è un precisino del cavolo e odia quando qualcuno fa tardi. Non ce l'ha con te, ce l'ha con me." Insistette.

"Lo so, stai tranquillo davvero." Lo rassicurò per l'ennesima volta con un sorriso.

"Sono stata bene oggi, grazie per il pomeriggio." Disse poi la ragazza lasciandogli un bacio sulla guancia prima di entrare nell'ascensore per raggiungere il suo piano.


Assisteva alla scena da lontano un Piero scocciato. Da quando c'era quella ragazza nel loro team i suoi colleghi, e Gianluca in modo particolare, sembrava stessero in vacanza piuttosto che lavorando. Sempre dietro a ridere, a scherzare, a portarla fuori. Poi si confidavano con lei neanche fosse lì con loro per fare la psicologa di turno.

Come potevano fidarsi così di una che per loro era fondamentalmente una sconosciuta?

"Posso sapere che cosa ti prende?" gli chiese Ignazio alzando gli occhi dal cellulare sentendo l'amico sbuffare ancora.

... roller coaster kinda rushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora