7.

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Erano le tre di pomeriggio.

Elio chiese alla propria famiglia di scusarlo perché avevano bisogno di lui a lavoro. Si diresse verso il garage e tirò fuori il vecchio furgone da otto posti. Era Natale ma non aveva voglia di sentire canzoni natalizie. Quindi, mentre viaggiava fuori dalle strade del suo paese, ascoltava i Queen.

Non sapeva per quale motivo dovesse portare i ribelli fino a casa di Morgan... era assurdo. La parte davvero interessante del compito di Elio era che tutto succedeva improvvisamente, senza apparente ragione. Come la volta che era andato a prendere Federico con la macchina degli esecutori; in quel momento, stava facendo la doccia e si era ritrovato bagnato ed insaponato a rispondere al telefono.

Ad Elio piacevano i fatti assurdi, quindi era ancora là, pronto per la successiva missione.

Quando giunse a destinazione, vide Gennaro dare una gomitata ad Alessio, perso nella neve che cadeva fitta dal cielo.

"Grazie infinite Elio! Credevo di congelarmi là fuori!" esclamò Enrica, prendendo posto dietro.

"Elio!" disse entusiasta Alessandro, sedendosi vicino a lui.

"Buon pomeriggio anche a te Ax. Ci siamo tutti? Bene, allacciate le cinture" disse, con il suo strano modo di lasciare un arco di tempo piuttosto lungo tra una parola e l'altra.

Accese il motore e la canzone Under Pressure ripartì.

Elisa e Gennaro si scambiarono uno sguardo teso. 

"Elio! Ohi, siamo già under pressure di nostro. Cambia canzone" si lamentò Gennaro.

L'uomo non lo ascoltò, troppo impegnato a cantare e a muovere la testa a destra e a sinistra.

Alessio rimproverò Gennaro con lo sguardo, per poi fargli spazio per mettersi tra le sue braccia. Gennaro appoggiò la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore.

"Ti amo Bug. Anche se sei una rottura di palle" disse il biondino.

Un brivido lo percorse quando, la mano di Alessio, scese lungo il suo collo.

"Cosa devo fare con te Butch?" domandò Alessio, gli occhi stanchi e l'espressione cupa.

Giovanni era il loro migliore amico. Sapeva come farli ridere e, Alessio, lo cercava sempre in caso di bisogno. Gennaro aveva trovato un fratello nel barese ed entrambi sapevano che lo stavano perdendo.

"Baciami"

Alessio non aspettò un altro secondo di più per baciarlo. Avevano paura di quello che sarebbe successo, avevano paura che tutto sarebbe finito da un momento all'altro. Così si baciarono, più che altro per darsi una vera motivazione per la follia che avrebbero compiuto. In caso Michael non avesse collaborato, avrebbero dovuto farlo prigioniero. Era un pericolo per tutti.

"Ehi, piccioncini. Questo non è un drive in, amoreggiate altrove" disse Alessandro, non appena si voltò per vedere se stessero tutti bene.

Elisa ed Enrica risero, le loro mani ancora intrecciate.

"Siete pronti? Vi lascio qua, non voglio farmi vedere davanti a casa sua"

Elio parcheggiò la macchina due isolati indietro da dove c'era villa Castoldi. Scesero tutti molto lentamente, quasi privati di motivazione. Camminavano come se stessero andando al patibolo e, forse, non era un'atmosfera così differente.

***

"Ti supplico! Devi rilasciare Federico!"

Davide stava gridando da un quarto d'ora. Le vene pulsavano sul collo e le sue mani erano protese in avanti, quasi a voler soffocare Michael. Quest'ultimo, non aveva voluto far entrare Davide in casa sua ma le sue urla stavano allarmando i vicini e non aveva avuto scelta.  

Forbidden DiseaseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora