"Anche io ho un lavoro, quindi siamo pari!"

Il tono ironico di Michelle e quel sorriso dipinto sul suo volto lo confortarono circa lo stato d'animo della ragazza. Immaginava che presto sarebbe tornato il malumore perché conosceva le fasi del lutto e sapeva che niente poteva essere sistemato dopo soltanto un giorno, soprattutto nel caso di un legame così forte come quello tra nonna e nipote, ma nel frattempo un sorriso poteva bastare, un sorriso, in quel momento, significava molto.

"Mi sa che lo spengo anche io. Ho avvisato mio papà e Connor e loro potranno dare la notizia a mia mamma e a Laurel, quindi.."

"Aspetta, vediamo che risponde Claudia prima. Tanto sarà sveglia."

"Perché dovrebbe essere sveglia, Marco?"

"Perché io, a differenza tua, non ho avvisato nessuno prima di andarmene da Milano.."

Michelle annuì e poi rimase in silenzio. Immaginò che nella mente della ragazza, in quei secondi, stessero prendendo forma domande e dubbi che, con grande probabilità, necessitavano di chiarimenti e spiegazioni. Ma il cellulare, stretto tra le mani di quest'ultima, si illuminò.

"Eccola. E' proprio lei!"

"Che dice?"

"Ci sono una sfilza di cuori e di faccine con i cuoricini al posto degli occhi. Però sta scrivendo dell'altro, aspetta.. Ecco. Dice che sei pazzo, ma di stare comunque tranquillo e sereno e di non pensare a niente tranne che a me. E ora è passata offline, quindi direi che ha finito. Quindi spengo."

Non poté fare a meno di notare che il sorriso sulle labbra di Michelle non aveva smesso di ingrandirsi durante la lettura dei messaggi. Così come notò che era difficile riuscire a concentrarsi totalmente sulla guida, e quindi sulla strada, impedendo ai suoi occhi di roteare verso il volto della ragazza.

"Che fine ha fatto la vecchia Claudia?"

"Intendi dire quella che pensava che io non fossi adatta a te?"

Voltò la testa completamente di lato questa volta. Michelle lo stava guardando dritto negli occhi, ma il viso della ragazza non aveva mutato espressione, c'era sempre quel sorrisetto stampato su di esso. Forse era arrivato il momento. Forse ora poteva sciogliere finalmente quel dubbio che gli aveva attanagliato la testa per un giorno intero e anche di più.

"Michelle, ora me lo dici cosa c'era venuta a fare Claudia a Parigi da te?"

"Non ci sei ancora arrivato, Marco?"

"Ho un'idea, ma non so se è corretta."

"Prova a dirla.."

"Ti ha chiesto di tornare da me?"

Pur tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé, riuscì a notare quel movimento di Michelle lungo il sedile, le gambe maggiormente stese, il gomito ora appoggiato allo sportello e la mano che sorreggeva la testa, come a volersi mettere più comoda, come a volersi rilassare, ma, soprattutto, come a voler guadagnare alcuni secondi prima di rispondere.

"Più o meno è così. Ho intuito che volesse parlarmi di te dal primo istante e l'ho lasciata fare, anche se all'inizio non avevo intenzione di lasciarmi andare, ma alla fine si può dire che mi sono fregata con le mie stesse parole."

"In che senso non avevi intenzione di lasciarti andare?"

"Claudia ha cercato di capire se io provassi ancora qualcosa per te.."

"Così che poi avrebbe potuto spiegarti la mia situazione, o meglio ciò che lei vedeva nella mia relazione, giusto?"

"Esatto. E se devo essere sincera ora non ricordo cosa mi abbia detto di preciso. Sai cosa è successo dopo, quindi non ricordo alla perfezione le ore precedenti alla telefonata di mio padre."

Proteggiti da me (#3) - Marco MengoniWhere stories live. Discover now