Nonirico

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Una luce soffusa bianca, proveniente dalle lampade ad incasso poste sul soffitto, illuminava la "Sala della Vestizione", riflettendosi sui cristalli di silice bianca della vernice sui muri.

Su un lato della stanza, un armadio a due ante era aperto, lasciando intravedere al suo interno due tute rel-stim: una rossa e una verde.

Il debole ronzio dell'impianto di ionizzazione dell'aria accompagnava i movimenti lenti e studiati dell'uomo seduto sulla poltrona posta al centro della "Sala della Vestizione". Nessuno però usava quello che era solo il nome ufficiale dello spazio dedicato all'indossare le tute rel-stim. Tutti preferivano chiamarla "la Sagrestia".

L'uomo strinse le fibbie di velcro sui polsi della tuta, poi si chinò a sistemare i calzari che sentiva stringere sul dorso del piede. Quando fu soddisfatto del risultato si sollevò a sedere.

Si appoggiò allo schienale della poltroncina su cui era seduto. Distese le gambe e le rilassò. Chiuse gli occhi e respirò lentamente.

Inspirò con il naso, facendo dilatare il diaframma, senza riempire totalmente i polmoni. Si fermò e contò mentalmente:

"Milleuno, milledue, milletre, millequattro."

Fece uscire l'aria dalla bocca per espirare, pronunciando una "esse" dolce e lieve, facendo contrarre il diaframma e senza svuotare per intero i polmoni. Arrestò la respirazione e contò di nuovo come aveva fatto prima.

Ripeté le operazioni di respirazione diaframmatica per quasi un minuto.

Riaprì gli occhi e distese le braccia davanti a sé, con i palmi delle mani rivolte verso il basso. Strinse i pugni per tre volte, contraendo contemporaneamente i muscoli delle gambe.

Riposizionò le braccia sui corrimani in bioplastica dura della poltrona, su cui fece forza per darsi lo slancio per sollevarsi in piedi senza fare uso delle gambe.

Una volta in posizione eretta. Ruotò le braccia distese attorno all'articolazione delle spalle, per saggiare la comodità della tuta rel-stim.

Nelle nervature che percorrevano il tessuto blu cobalto, in nanofibra auto-modellante, milioni di nanoidi svolgevano le funzioni di rilevamento e stimolazione neuro-cellulare a cui erano preposti.

L'uomo ripercorse mentalmente quanto era accaduto durante l'ultima riunione di preparazione dell'esperimento.

Avevano continuato a cercare di dissuaderlo dal tentare, ma lui si era rifiutato, come aveva fatto nelle riunioni precedenti.

Aveva pensato e progettato quel momento per troppo tempo, per pensare che fosse qualcun altro a poterlo provare per primo.

Fissò la parete bianca davanti a sé e sul muro danzarono le immagini della riunione. I volti dei colleghi e dei suoi collaboratori.

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