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Il giallo delle mura diveniva sempre più intenso man mano che il Sole sorgeva dall'orizzonte. Quanto le tenebre scompaiono gli abitanti del Principato si risvegliano. C'è chi dice che la notte essi dormano per non conoscere il buio troppo terribile e inquietante. Se la paura e il mistero si allontanano con i primi raggi dell'alba e dell'amico Sole, allora è momento di alzarsi per lavorare. Il caso non genera timore negli abitanti del Principato; hanno imparato a conviverci. Un giorno il cannone di Palazzo Reale, per una mesta casualità, sparò sulla torre di Monte Sinistro che crollò miseramente. In quel momento, sempre per una questione fatidica, la città decise di arrendersi ed essere annessa al Principato.  Dunque, proprio quella Monte Sinistro e la sua cattedrale, sede della diocesi del Principato, erano illuminate dal Sole. Monsignor Bonagiunti scese con lentezza dal treno. Lui veniva da lontano. Il suo mondo era stato fino a un mese prima la campagna. Quanto l'aveva amata. Era nato lì, aveva studiato nella vicina città che non si era mai interessato di conoscere, nè di visitare. Dopo gli studi volle tornare nel suo mondo, l'unico che faceva per lui, il solo in cui si sentiva bene e in cui voleva svolgere il suo ministero. Scese dal treno. Si voltò e alle sue spalle vide Destrosi, la capitale del Principato. Palazzi alti, antichi, decorati in modo da fare invidia alle più belle città esistenti. Durante i suoi studi aveva visto di sfuggita tante foto di famose cattedrali, ma quella di Destrosi che osservava in lontananza gli sembrava davvero bella. Tutto questo corse nella sua mente solo per un istante. Avvertì una vuotezza incolmabile. Ricordò quelle cene alla tavola di Silvestro, uno dei tanti pastori del paese. Aveva sei figli la tavola era povera, ma Bonagiunti si convinse fosse più colma e ricca di tutti i palazzi di Destrosi. Si voltò e vide i palazzi di Monte Sinistro arroccati su una spiovente montagna difronte a lui.  Il Santo Pontefice lo aveva ordinato vescovo un mese prima. Era una giornata fredda quando dopo aver celebrato la Messa, come di consueto, nella vecchia chiesetta del paese, gli venne recapitata una lettera dalla Santa Sede. Non si sarebbe aspettato mai tale decisione, nè l'avrebbe mai desiderata. Davanti al Signore, era convinto è meglio mortificarsi che esaltarsi. E dato che non esiste un posto in cui Dio non possa vederci occorre una vita fatta di sacrifici e rinunzie perché tutto ciò che è falso è conosciuto dal Signore.Raccolse quei pochi soldi che aveva e si recò in Vaticano. Due cambi di vestiti, gli unici che possedeva e una valigia scassata. Tentò di convincere il Papa che il ruolo di Vescovo non era a lui adatto e che si accontentava di vivere nel silenzio e nella povertà. Il Papa non desistette affatto dalla sua decisione. Bonagiunti si chiedeva ancora chi mai avesse fatto il suo nome o in che modo fossero giunti a conoscenza di lui, un povero prelato di campagna. Abbandonava il suo mondo per reggere la diocesi di un ampio Principato. Quel mese a Roma gli era servito per riflettere, ma in lui non c'era nessuna volontà di cambiamento. Quella che aveva in mano appena sceso alla stazione di Monte Sinistro erano la stessa valigia e gli stessi abiti con cui trenta giorni prima era giunto al Vaticano. Il fumo dei treni e il freddo invernale albergavano nella piccola stazione. Bonagiunti abbassò il capo, si accorse in quel momento di avere una macchia di unto sul cappotto. Non se ne stupì. Attraversò i binari; giunse all'ingresso dell'edificio.

Cronache di Monte SinistroWhere stories live. Discover now