Capitolo 19

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<<Ele!Ele mi senti?>>sento una voce sfocata.

Cerco di aprire gli occhi, e anche l'immagine è sfocata.

Sono in camera mia, riconosco l'armadio di legno bianco, e Gaia  china su di me che parla.

<<Amore apri gli occhi per favore>> cerco di fare come mi dice, ma le palpebre cedono.

Provo a parlare e a far uscire dalla gola un Po di voce rauca <<Come mi hai chiamata?>>

Gaia mi tiene una mano e con l'altra mi accarezza la testa, a quelle parole soffoca una risata.

<<Amore.>> Pronuncia di nuovo dopo, guardandomi dritta negli occhi adesso aperti.

Sorrido, cercando di muovermi.

<<Mi piace.>> Proprio come nel mio sogno.

<<Ma che è successo? Ricordo che mi stavi abbracciando e poi più niente>> provo ad alzarmi più su con la schiena.

Una fitta al braccio mi entra nelle ossa e gemo.

<<Sei svenuta. Fai attenzione con il braccio. Ho chiamato mio padre, ti ha messo dei punti alle ferite. Ha detto che hai perso molto sangue e adesso devi riposare>>mi spiega accarezzandomi la fronte.

È così bella e mi domando ancora una volta del perché non le abbia dato una seconda possibilità all'inizio.

<<Tuo padre è venuto qui?>>

<<Certo. Aveva appena finito il turno fortunatamente>>risponde guardando una parte fissa del mio corpo.

La spalla.

<<Vi ringrazio molto. E che altro ha detto?>> proseguo.

<<Ti ha estratto dalla pelle due chiodi che si erano conficcati nella carne. Per questo hai perso molto sangue>>

Rimango scioccata. Con la mano mi tocco il punto preciso, avvolto da una garza e, senza evidenti macchie di sangue.

<<Lo ha richiuso con dei punti. Adesso stai bene, Eleonora. Almeno fisicamente>> abbassa la testa, e il tono di voce si fa più scuro.

Il silenzio tra noi due e assordante.

<<Tu? Come stai?>> Dopo quello che è successo, non so che dire. Ne che pensare.

Gaia apre la bocca, poi la richiude.

<<Come vuoi che stia? Una tipa ti ha...violentata, ferita. E io non ho fatto nulla per impedirlo>> parla.

Nella sua voce un misto di rabbia e pianto.

<<Non potevi impedirlo. Io dovevo pensarci. Io ero andata lì per dirle che volevo troncare la situazione...Ma non l'ha presa bene. Nemmeno io potevo impedirlo. È andata così e basta.>> dico, provando a tranquillizzarla.

Provando a tranquillizzare anche me stessa.

<<Non potrò mai perdonare a nessuno, ciò che ti è accaduto Ele. E mi dispiace non averti dato ascolto, quando sei venuta a casa mia. Ero così arrabbiata>> torna a guardarmi e quei suoi occhi neri petrolio si scuriscono ancora di più.

<<Scusami se eri arrabbiata Gaia. Ne hai tutto il diretto...>> Bofonchio.

<<No. Sei tu che devi scusarmi. Io non ero arrabbiata con te>>

Inarco la fronte, cercando di capire, e un forte mal di testa mi prende tutto il capo.

<<E con chi allora?>>domando.

<<Con me stessa. Ero e sono arrabbiata con me stessa, per averti persa. Per non aver insistito abbastanza a tornare con te. Per aver fatto quello che ho fatto.>> Una lacrima inizia a scenderle, leggera e lenta, fermandosi sulle sue labbra.

Labbra da baciare.

Labbra che mi mancano.

Le prendo la mano tatuata, ferma sul letto e la stringo tra le mie.

<<Gaia. Io ti amo. Non ho mai smesso di amarti. Sono sempre stata innamorata di te>>

Lei mi guarda, con gli occhi che le brillano e poi parla.

<<Davvero?>>

<<Sì, Gaia. Davvero. Ti amo...>>

#ELAIA 2 {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora