Il suo canto di Natale

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La piccola Anna dormiva nel suo lettino caldo e rosa, tra un coniglietto ingiallito e un piccolo elefantino senza un occhio. Non gli importava se erano vecchi e logori, li aveva sempre avuti, mentre, i nuovi pupazzetti che i nonni le regalavano li teneva ben puliti ed ordinati su di una piccola mensola appesa sopra il letto. Sentì la sua mamma svegliarla dicendole che era tardi e che doveva andare a scuola.

Mancava solo un giorno  e poi finalmente sarebbero iniziate le vacanze di natale. Per questo era felice, ma non per il fatto di non andare a scuola, a lei la scuola piaceva ed era anche brava; ciò che più di tutto la rendeva gioiosa in questo periodo dell'anno era la consapevolezza di poter stare a casa con la sua mamma e il suo papà. "E' festa, tutti saranno in vacanza!" penso la piccola bambina sfregandosi gli occhietti ancor appisolata.

Dopo essersi lavata e aver fatto una buona colazione, salutò il suo papà che andava di corsa a lavoro, e poi si recò con la mamma al suo ultimo giorno di scuola. Arrivata, si sedette nel suo banco e prese dal suo astuccio la penna delebile blu e la sua gomma da cancellare. La maestra entrando iniziò a distribuire a tutti i bambini un foglietto bianco.

«Oggi scriveremo una lettera a Babbo Natale» disse, con il suo solito dolce sorriso sulle labbra.
La maestra Margherita era una donna dolce e gentile, con Anna era sempre stata buona e disponibile, ma anche con gli altri non era da meno. Tutti in classe iniziarono a ridere, dicendo che babbo natale non esisteva. Anna non credeva a babbo natale, non ci aveva mai creduto, forse solo da piccolina, ma così piccola che neanche lei stessa ne aveva ricordo; ma, anche se non credeva in questa grossa e rossa figura, credeva che qualcuno in alto sentisse le preghiere e le richieste di tutti e aiutava solo chi davvero avesse fede. La bimba iniziò a scrivere il suo più grande desiderio. Tra qualche piccola indecisione grammaticale e qualche dubbio nel mettere le doppie, terminò la sua letterina e come tutti gli altri bambini la consegnò all'insegnante. Il giorno passò felice per la piccola Anna, emozionata all'idea di trascorrere la sera della vigilia con i nonni e gli zii.

Un nuovo giorno arrivò e con esso la vigilia di Natale.

La maestra Margherita era seduta da sola sulla sua poltrona verde bottiglia, davanti ad un piccolo termosifone acceso, leggeva le lettere dei bambini e si portava avanti il lavoro. Tra una coniugazione sbagliata e qualche virgola di troppo, rideva allegramente mentre sorseggiava la sua camomilla. "Che fantasia questi bambini" pensò, scuotendo il capo e reprimendo l'ennesimo sorriso.

Prese la lettera che era rimasta per ultima, ma non per puro caso, l'aveva lasciata lì perché sapeva che Anna era la migliore della classe e che di errori ne avrebbe trovati pochi. Pensava che quella bambina avrebbe fatto molta strada. Aprì il foglietto e iniziò a leggere.

"Caro Babbo Natale,

lo so che non esisti, ne abbiamo parlato tanto con la mia mamma, ma visto che la maestra vuole che scriviamo a te, devo farlo.

Vorrei tante cose per natale, ma più di tutto, la cosa più importante, è trascorrere le feste con la mia mamma e il mio papà. Stiamo poco tempo insieme, soprattutto con papà, è sempre al lavoro. Lui fa un lavoro importante, quindi lavora anche per le feste.

Già lo so che a gennaio, quando ricomincerà la scuola, tutti i miei amici saranno usciti con i loro genitori, mentre io sarò rimasta a casa, ma non mi importa uscire, mi importa trascorrere il tempo a giocare e ridere con i miei genitori. Non voglio un regalo, puoi tenerlo, voglio il mio papà come regalo.

Magari facci un pensierino, io sarei disposta a credere di nuovo in te.

Grazie e buon Natale.
Anna."

Il suo canto di NataleWhere stories live. Discover now