-Pete?-.
-Myka?-.
-Cos'è successo?-.
-Uh? Ah, nulla, un vaso è caduto-.
-Caduto?-.
-Sì, sai, forse l'ho sfiorato..-.
-Claudia dovrebbe inventare qualcosa per farti star fermo.. Good morning, by the way-.
-HG- Pete la guardò male -buongiorno-.
-Buongiorno Helena!-.
-Myka, cara- sorrise.
-Proprio bello svegliarsi con il tuo fracasso-.
-Mi scusi signorina Bering se l'ho disturbata!- Pete urlò.
-Potevi stare più attento!-.
-Hey, hey, hey ragazzi! Calmi!-.
-Ciao Artie- gli risposero i due in coro osservandolo mentre scendeva le scale. Helena, intanto, stava cercando di trattenere a stento una risata.
-Venite, ho due nuove missioni per voi-.
Una volta tutti riuniti al tavolo in sala, ascoltarono attentamente Artie in uno strano religioso silenzio.
-Pete, Claudia: voi andrete in Giappone, a Tokyo, per scovare un artefatto che fa impallidire le persone-.
-Noi? Impallidire?-.
-Sì Pete. Ultimamente non vai d'accordo con Myka e questo potrebbe creare ripercussioni, poi con Claudia ti divertirai-.
-Voi due, Myka e HG, andrete a Londra. Non so di preciso cosa sta accadendo, ma c'è qualcosa di strano in città-. Le due si guardarono.
-Artie, ma non hai sbagliato? Voi mandare veramente me e Helena insieme?-.
-Certo, lei conosce molto bene Londra e potrebbe esserti d'aiuto-.
Fu così che, subito dopo aver fatto colazione, le due coppie si avviarono all'aeroporto per raggiungere nuove avventure.
In aereo nessuno sembrava accorgersi di Myka ed Helena. Le due stavano discutendo a bassa voce sul possibile artefatto, cercando di capire le cause avanzando le più strane ipotesi. Non conoscevano le conseguenze, quindi non era facile arrivare già ad una conclusione.
-Myka?-.
-Sì?-.
-Non andiamo in qualche albergo, ti prego- sospirò la mora -vorrei trascorrere le giornate nella mia vecchia casa. So che non ci sono più visite guidate, quindi potremo stare in pace-.
-Oh..-.
-Beh, se non vuoi non importa-.
-Tranquilla, per me va bene. Mi piacerà- sorrise.
-Ho più stanze, dormiremo separate, compreremo qualcosa da mangiare e ti mostrerò la mia collezione di libri, ovviamente con i manoscritti originali delle mie storie-. Lo sguardo di Myka s'illuminò. Sorrisero.
-E' cambiata molto Londra dal tuo tempo?-.
-Da quel che ricordo da quei pochi giorni trascorsi là qualche anno fa, hanno enormemente ingrandito la rete di strade, quasi mi ero persa. Per arrivare da me, o al museo che hanno fatto, ho dovuto chiedere ai passanti, come se fossi un'estranea. Invece Londra è dentro di me, almeno lo era. La conoscevo talmente bene, anche per il Warehouse, che sapevo orientarmi perfettamente pure nei vicoli più bui ed isolati, mentre ora.. ora è tutto diverso: hanno costruito edifici enormi dappertutto, le auto sfrecciano ad alta velocità, le carrozze trainate da cavalli erano silenziose in confronto alle vetture. Stanno costruendo sempre più fabbriche che inquinano tutti i fiumi ed i mari, c'è chi muore per questo-.