Quarti di finale - Buon Natale

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Per questa prova da ottavi di finale, avevo scelto dal mucchio di proposte la tripletta "Fantasy-Soldato-Roma" e la mia avversaria "Giallo-Spia-Mosca"
Ovviamente i giudici sono stati "goliardici" e ci hanno scambiato le trame...

Dopo il romanzo Rosa il Giallo è il genere che più mi mette in difficoltà...

1500 parole max da utilizzare.
Utilizzate 1500. Non butto via niente.

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Klavdiy stava osservando il corpo, il cadavere compostamente seduto, immobile, con ancora la sua penna stilografica d'oro in mano.
Gli occhi del morto fissi su un punto indefinito della stanza, glaciali, scrutatori.
Qualsiasi contatto con il cadavere avrebbe rotto quell'incantesimo di stasi, rischiando di far crollare rovinosamente il tutto come se fosse stato un castello fatto di carte da gioco.

Klavdiy Volkov, ex agente del Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti, il caro vecchio KGB, ora reintegrato nell'attuale , il GRU, stava scattando foto ad alta definizione dell'ufficio più importante del Cremlino utilizzando il suo smartphone di nuova generazione, dono anticipato di sua moglie per le feste di Natale che, come suo solito, Klavdiy, avrebbe trascorso fuori casa.
In servizio.
In servizio segreto.
Klavdiy, per sua moglie, era ed era sempre stato, solamente una guardia giurata di stanza al Cremlino.
In realtà era a capo di una squadra di sorveglianza e di controspionaggio con responsabilità diretta sul presidente della Federazione Russa.
Una "controspia" è una "spia"?
Si.
Per prendere un ladro ci vuole un ladro, per scoprire una spia ci vuole una spia... Per capire un assassino ci vuole un assassino.

"Non è stato un infarto come non è stato qualsiasi altro motivo naturale." Sentenziò Volkov

"Ma signore... la stanza è sorvegliata giorno e notte, nessuno è entrato o uscito da qui e..."

"V rot nassat', ctob morjem pahlo!, Devo proprio pisciarvi in bocca per farvi sentire il sapore del mare?"
sbottò Klavdiy mentre si avvicinava al corpo sulla sedia di pelle imbottita dietro la scrivania di legno pregiato.
"Guardate." Disse indicando un punto sulla gola del cadavere.
"Qui. Questo minuscolo puntino verde. Di certo non esistono nei verdi in natura e, se esistono, che io sia fottuto, non ne ho mai e poi mai visti. E di cose strane ne ho viste davvero parecchie."

Le altre due spie presenti nella stanza, Dobrava, una ragazza di un'intelligenza sopra la media ma con ancora molto da imparare e Miloslav, il ragazzo migliore del suo corso, si avvicinarono e guardarono il punto indicato dal loro superiore.

"Cosa pensa che sia, capo?"
Dopo qualche secondo la risposta di Volkov arrivò come un macigno.
"Un foro di un proiettile. Il nostro presidente Putin è stato ucciso da un proiettile alla gola."

Dobrava prese coraggio e azzardò un timido:
"Ma capo... un proiettile avrebbe di certo lasciato una lacerazione, un foro bruciato e spargimento di sangue, mentre qui non..."

"Dobrava." Interruppe Volkov alzando una mano
Fece una pausa guardando negli occhi le due giovani spie
"Mai sentito parlare dell'ombra?"

L'ombra.
L'uomo nero che spaventa le spie coraggiose saltando fuori dall'armadio.
Il sicario dei sicari.
L'assassino perfetto.
Se eri il "contratto" dell'ombra, potevi già prenotare la bara.

Semen Kasparoff, si era arruolato nel 1988 nelle fila del KGB all'età di ventidue anni.
Individuato fin da subito dai vertici, venne addestrato come agente speciale con funzioni di "tacitatore".
Nei tre anni di carriera, fino al 1991, quando il KBG fu dismesso, al suo attivo si contavano settantaquattro missioni su settantaquattro portate a termine con successo.
L'enfant prodige dello spionaggio era conosciuto tra le fila dei commilitoni come "l'ombra".
Era una leggenda.
Veniva attivato quando le cose erano "gravi" e spariva nel nulla dopo il compimento della missione, senza lasciare tracce.
Senza nemmeno far capire che "l'ombra" era stata lì.
Dal 1991, l'ombra sparì definitivamente dalla circolazione, ma rimase al servizio della "clientela selezionata" per qualsiasi evenienza.
Identità cancellata, nessuna traccia, nessuna foto, nessun certificato.
Un' ombra.

Solamente tre persone al mondo conoscevano la vera identità dell'ombra.
Una era morta nel 1997 in un incidente automobilistico, in Francia, in circostanze decisamente poco chiare.
Il terzo era il proprietario, ex ormai, dell'ufficio in cui si trovava, nel Cremlino.
L'ultimo era lui, Klavdiy Volkov. Suo ex compagno di corso con cui aveva condiviso l'addestramento.
L'unico con il quale "l'ombra" aveva stretto un legame extra professionale fino a che, venticinque anni prima, Semen, sparì nel nulla diventando un sicario prezzolato, rancoroso verso il KGB e contro qualsiasi governo che lui aveva contribuito a salvare, far cadere o proteggere.
Semen si sentiva tradito e non sarebbe mai più stato fedele a nessuno.
A nessuno tranne che al denaro.

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⏰ Last updated: Dec 06, 2016 ⏰

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