Seconda prova

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Linee guida
Cosa: Una lezione di vita
Quando : 342 A.C.
Perchè : Aristotele non può dire di no

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Innanzitutto grazie al giudice MoonLightInBabilonia per la traccia semplice...
Per sopperire alla mia bieca ignoranza butterò tutto in caciara e perchè no... in demenzialità

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La macedonia della Macedonia

Ma ciao bellezze!
Sono proprio io, Aristotele, mi avete riconosciuto dalla barba o dalla tunica ?
Come dite? Dall'accento?
Non sono mai riuscito a sbarazzarmene del tutto.

Prima di scrivere qualsiasi cosa, ragazzi, voglio porgervi le mie scuse per tutti i danni che vi ho arrecato con le mie versioni da tradurre.
Proprio così.
Sappiate comunque che se avessi saputo che i miei scarabocchi, scritti dopo qualche bicchierotto di vinello in più, sarebbero diventati materia di studio, giuro che, potessero cadermi i testicoli, mi sarei impegnato molto di più per infarcirli molta pornografia e parolacce.

Se me lo dicevate prima... mannaggia a voi... ma ormai non posso farci più nulla, beccatevi sti mappazzoni mostruosi su disquisizioni filosofiche fini a se stesse, ragionamentoni etilici, maledizioni contro il governo e commenti a freddo sulle guerre...
Vi sembra quasi di entrare in un bar, vero eh?
Gli argomenti bene o male sono gli stessi... solo che non si parla di "patata"...
Dovevate conoscermi da vivo.
Non ero assolutamente così palloso come mi studiate, anzi, ero proprio un bel viveur.

Mi si descrive austero e intellettuale ma posso assicurarvi che la maggior parte dei miei paroloni nascono dal fondo di un bicchiere.
Mi si descrive sessista ma in realtà adoravo le donne, vi dico solo che ho insegnato a Lesbo... il nome già dice tutto... e se volete approfondire il discorso andate su youporn e digitate, nella categoria di ricerca, il nome della città che vi ho appena detto...

Cosa sono quelle facce?
Credete che solo perché sono un po' anzianotto rispetto a voi non sappia utilizzare le vostre tecnologie?
E allora come lo spiegate che vi sto scrivendo su una piattaforma di "libri online" ?

Tornando a Lesbo...
no no, tranquilli, non vi racconterò di quelle "cose" tra studentesse che guardavo dal buco delle serrature durante le notti insonni, no, quelle ve le racconterò quando la traccia del racconto sarà "erotic-porn".
Lesbo dicevamo, lo ricordo come se fosse ieri, era l'anno 342 A.C. ma all'epoca non lo sapevo, cioè, sapevo che anno fosse ma non sapevo che, ad un certo punto qualche secolo dopo, sarebbe arrivato un altro con la barba, più famoso di me, e che si sarebbe cominciato a tenere conto degli anni dal giorno della sua nascita.

Voi non avete idea di che casino sia contare alla rovescia ogni volta che dovete calcolare una data, mi si dice che sono nato nel 384 A.C. e morto nel 322 A.C.
Insomma... sono morto 62 anni prima di nascere se stiamo alla sequenzialità dei numeri.
Un po' come se voi, da domani, non foste più nati il giorno otto Luglio 1979, ma scopriste di essere nati di colpo nel 106 prima della venuta al mondo (Avanti) di "Ciccio Bombo Cannoniere con Tre Buchi del Sedere ", praticamente nel 106 A.c.b.c.c.t.b.n.s.
Non vi incazzereste?
Pensa a tutti i nostri uffici dell'anagrafe dell'epoca... un macello che non se ne poteva più, dovevi andare dall'impiegato, lui tirava fuori l'abaco, dicevi l'anno della tua nascita e lui cominciava a fare i conti.

Gli unici contenti erano gli scultori di lapidi che, da un giorno all'altro videro balzare alle stelle i loro guadagni visto che dovevano correggere tutte le date di nascita e morte sulle lapidi.

--- Ti ricordi il caro zio PapaDopulos?
--- Si, pace all'anima sua, è morto nel 365
--- Già, due anni prima della zia MamaDopulos, che è morta nel 367
--- Ti sbagli caro, se è morta due anni prima è morta nel 363
--- E no cara, non è così, 365 è due anni DOPO il 367, qua dobbiamo continuare a contare al contrario fino allo "zero", poi potremmo cominciare a contare come Zeus comanda.
--- Hai ragione caro. Senti, ho prenotato per domani da RistoDopulos ok?

--- Allora siamo in ritardo perché domani è ieri
--- Vero... aspetta, richiamo e prenoto per l'altro ieri ti và?

--- Ottimo, ora vado all'ufficio anagrafe che devo registrare nostra figlia che è nata tra due mesi.
--- Perfetto caro, ci vediamo 5 ore fa.

Discorsi del genere erano all'ordine del giorno alla mia epoca, e purtroppo una marea di filosofi, scienziati e matematici si beccarono un esaurimento nervoso coi fiocchi.
Cominciarono a sparare capperate immani che ancora oggi voi studiate... perdonateci.

Ma sto divagando. Torniamo a noi.

Era un lesbico 342... scusate la lingua è andata da sola... ehm... vabbè...
Era il 342 A.C. e nella casella della posta una mattina mi trovai una lettera di convocazione per un colloquio di lavoro alla "Conquistatori del mondo S.P.A. e figli", presidente Filippo er mejo Ippippurrà.
Vi confido che il dottor Filippo si chiamava proprio "Ippippurrà", ma successe un giorno che mentre firmava un documento, gli si scaricò la pennina e riuscì a scrivere solo Filippo I.
Da qui gli altri, per prenderlo un po' per il culo, cominciarono a chiamarlo Filippo Numero Uno, pompando ancor di più l'ego già smisurato del sovrano che decise di autonominarsi "er mejo".
A voi è arrivato come Filippo Primo, o più semplicemente appunto, Filippo I.

Questa lettera odorava di frutta mista, pesche, arance, fragole, ciliegie... una deliziosa macedonia.
Non poteva essere altrimenti, arrivava dritta dritta dalla Macedonia d'altronde, e mi si chiedeva di andare nella sede della "Conquistatori del Mondo S.P.A. e figli", d'ora in poi chiamata "C.d.M.S.P.A.e.F.LLI" ( la manìa degli acronimi era ormai dilagata dopo A.C. ) per insegnare a leggere e scrivere al figlio del principale, Filippo "paraponzi" Ippippurrà, noto frequentatore di bische, osterie e bordelli, soprannominato "Alessandro Magno", nome con il quale lo conoscete voi.

Dovete sapere che era d'uso comune alla mia epoca dare nomi uguali al padre cambiando solo un numero o, nel caso degli Ippippurrà, era tradizione di famiglia aggiungere parole di stornelli romani di cui il capostipite, un tal Filippo "cacio e pepe" Ippippurrà, era un vero appassionato.
Nell'albero genealogico degli Ippippurrà risaltano per importanza il rissoso Filippo "mazzafionna" Ippippurrà, la grande cuoca Filippa "rughétta" IppippAurrà, e il celebre stilista Filippo "Vérsace n'artro litro de vino" Ippippurrà.

Di certo era una grande opportunità.
Come potevo dire di no?

Aristotele non può dire di no. Soprattutto alla macedonia della Macedonia.

Sarei andato a vivere nel lusso, in una villa da ricchi con tante macedonie di Macedonia profumate e succose, tanti soldi ma tanto, troppo, lavoro da fare.

Il figlio del principale era duro di comprendonio come pochi.
Basta che vi dica che aveva l'età per bere e andare a donne ma ancora aveva bisogno di un maestro che gli insegnasse a leggere e scrivere o che gli leggesse qualche poema prima di andare a letto.
Nulla di più frustrante di cercare di insegnare ad uno svogliato lazzarone.

Spirito di ribellione lo chiamava.

Proprio per questo cambiò anche nome da Filippo ad Alessandro... una cosa mai successa all'epoca.
A Filippo Paraponzi non interessava nulla di filosofia, matematica, epica o storia, lui voleva sono "magnà e menà".

In questo era davvero bravo, come ben sapete e avete studiato a scuola, ma vi faccio una confidenza, su nessun libro imparerete che menava come un disperato quando era sul campo di battaglia ma non usava la spada, usava una padella tagliente ai bordi con la quale, mentre ammazzava la gente, ogni tanto approfittava delle pause per cucinarsi qualcosa.
Ribattezzò la sua bizzarra arma "Spadella", una spada-padella con la quale combatteva e "magnava" ... da qui il suo soprannome "Magno".

E comunque grazie ai miei insegnamenti il caro Sandrino non fu più solo una bestia da osterie ma divenne un degno successore del padre... finchè diverso tempo dopo ahimè, fu costretto a dare le dimissioni dalla ditta di famiglia in un modo abbastanza... come dire... violento.
Ma è la legge aziendale, la dura legge del mercato insomma.

Perché vi ho raccontato questo?
Per farvi capire che pure io ero un uomo di mondo e non solo "uno con la barba riccia che scrive robe che nessuno cagherà mai se non obbligato da doveri scolastici".
Non voglio farvi la predica ma voglio solo darvi una piccola lezione di vita:
Non rinunciate mai ai vostri sogni, che voi siate un Sandrino o un Aristotele non dimenticate mai che gli altri vi ricorderanno per quello che lascerete e non solo per quello che avete conquistato.
E la vostra morte non decreterà l'oblio.
La Morte è la cosa che permette alla vita di avere un significato.

Poi... arrivano dei professoroni e ti sputtanano tutto facendoti odiare da tutti i ragazzi del mondo presentandoti come uno spaccamaroni in tunica... li strozzereri.

Spero di risultarvi un po' più simpatico dopo questa chiacchierata e spero che ognuno di voi possa portare nel cuore un pezzetto della storia che vi ho raccontato, e vorrei altresì che smetteste di mandarmi maledizioni quando dovete tradurre dei miei pensieri... come vi ho detto non so nemmeno io cosa ho scritto.

Sono uno di voi.
Coi suoi vizi e i suoi difetti e... con una grande debolezza.
Sono uno che "non può dire di no" alla macedonia della Macedonia...
corretta magari con un po' di grappa.


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