Ritorno al mondo dei vivi.

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Sentivo una strana sensazione su tutto il corpo, come se ogni cellula, ogni muscolo e legamento tendessero verso la medesima direzione. Provavo un formicolio strano alle braccia e alle gambe, e qualcosa solleticava i meandri della mia mente fin giù nelle profondità.
Tutto intorno a me non c'era altro che la solita oscurità a cui cercavo di abituarmi ormai da ore, e la voce di mia Madre non era che un ricordo lontano.
Mi veniva da ridere, perché per un attimo mi ero fidato di qualcuno, o meglio, di qualcosa che poteva benissimo essere solo frutto della mia mente ormai morente.
Dovevo rassegnarmi all'evidenza. Ero morto e niente e nessuno mi avrebbe riportato in vita, neanche Lilith.
Il formicolio alle braccia continuava ad aumentare, come quello alle gambe. Non riuscivo a spiegarmi questa sensazione, questa voglia di alzarmi e correre, correre come non avevo mai fatto in vita mia.
Mi sentivo strano, come se da un momento all'altro tutta quell'oscurità decidesse di scomparire per rivelarmi il futuro che mi attendeva.
D'un tratto qualcosa in lontananza, un bagliore tenue, attirò la mia attenzione.
Era solo una macchina indistinta, un puntino bianco e traballante che spezzava il nero di quella notte senza fine.
Non so con quale forza riuscì ad alzarmi in piedi, sorretto solo dalle mie gambe. M'incamminai lungo quell'estesa vallata oscura, con solo quell'unico puntino a farmi da guida.
Mano a mano che mi avvicinavo, il puntino sembrava essere sempre più grande e luminoso.
Solo quando lo raggiunsi, mi resi conto che quello che fino a pochi secondi fa mi sembrava soltanto una macchia inconsistente, era in realta un portale. Un portale che si affacciava su quello che doveva essere il tetto di un palazzo mondano.
Guardando attraverso di esso, riuscì a distinguere chiaramente la figura di Jace e poco più spostata, quella di Clary.
Un senso di rabbia improvvisa e dirompente mi diede la forza di tirare un pugno contro la parete acquosa del portale, nella speranza di riuscire a varcarlo. Come sospettavo, quest'ultimo mi respinse con un'onda d'urto tale da sbalzarmi in aria, facendomi ricadere al suolo.
Cercai di rialzarmi, utilizzando tutte le forze che mi erano rimaste e mordendomi forte il labbro per la frustrazione.
-Devi stare calmo, Sebastian. Non ci vorrà ancora molto-
"Madre..."
-Porta ancora un po' di pazienza, tra poco sarà proprio la persona di cui meno sospetti che mi aiuterà a riportarti in vita-
Un brivido mi attraversò la spina d'orsale, e il pensiero che Lilith potesse sacrificare Clary per riportare in vita me, mi fece quasi venire da vomitare.
"Non lei! Non Clary! Prendi chiunque altro, Madre, ma non lei. Non ha senso farmi tornare se non potrò avere l'unica cosa che desidero!"
-Rilassati. Non è di Clary che sto parlando-
Non riuscivo a capire, non riuscivo davvero a capire. Certe volte quella donna mi faceva provare il forte impulso di decapitarla e dare la sua testa in pasto a quegli esseri che si portava sempre dietro.
-Non dirmi che non hai ancora capito!- mi schernì, sghignazzando.
D'un tratto qualcosa dentro di me si riaccese, come una lampadina talmente luminosa da illuminare tutto quello che mi circondava.
"Jace" dissi ridendo.
"Jace mi riporterà in vita!" Ripetei a me stesso, sempre più euforico.
-Vedo che ragioni ancora, mi fa piacere-
La mano di Jace si sollevò lentamente, estraendo un pugnale dalla cintura non appena vide Clary uscire dalla porta e andare via.
"Dove sta andando?" chiesi, ma Lilith non mi diede nessuna risposta
-Jace. Voglio che tu usi quel coltello per provocarti un taglio sul palmo della mano- sentì dire a Lilith, con voce stranamente melodica.
-No!- urlò mio fratello, nonostante la mano che stringeva il pugnale si avvicinasse sempre di più al palmo della mano sinistra.
Un'altra risata lasciò le mie labbra, e per un attimo li desiderio di piegarmi in due e redire fino a non poterne più, prese il sopravvento sulla curiosità di osservare Jace mentre era costretto a fare qualcosa di cui si sarebbe pentito per il resto della sua miserabile vita.
Uno squarcio netto si aprì sul palmo della mano di mio fratello, facendo uscire da esso un fiotto consistente di sangue.
-Bene, ora avvicinati alla teca di vetro- disse Lilith, sempre con il medesimo tono di voce.
A quanto avevo capito, stava utilizzando su Jace un semplice incantesimo di controllo fisico e mentale. Che stolto! Solo un cacciatore debole come lui poteva soccombere ad un incantesimo tanto banale!
-Me la pagherai, Lilith. Giuro su Raziel che me la pagherete tutti e due!-
Sentì chiaramente mia madre ridere e con lei non potei fare a meno di ridere a mia volta.
Cosa credeva di fare quell'idiota con quelle sciocche minacce? Era riuscito a fregarmi una volta, ma non sarebbe più successo, mai più.
-Sposta lentamente il coperchio- disse Lilith a Jace, che con la mano imbrattata di sangue si apprestava a spostare una spessa lastra di vetro che ricopriva qualcosa che non riuscivo a distinguere.
Solo quando sentì mia madre recitare alcune formule del libro di incantesimi demoniaco, qualcosa nel portale cambiò. Non vedevo più Jace ma l'interno della teca. Era come se mi trovassi nello stesso posto in cui fino ad un secondo fa c'era Jace.
All'interno della teca, c'era esattamente la cosa che mi aspettavo di vedere: il mio corpo.
Solo quando vidi la mano insanguinata di Jace sollevarsi come se fosse la mia, capì cosa stava succedendo. Lilith aveva fatto in modo che vedessi il tutto con gli occhi di Jace, che vivessi in prima persona il mio risveglio.
-Ora prendi la mano sinistra di Sebastian, e fai la stessa cosa con il pugnale-
Io, o meglio, Jace prese la mia mano sinistra, lacerando la pelle diafana con la punta del pugnale. Un leggero rivolo di sangue nero e denso uscì dalla ferita, imbrattando il tessuto opaco che rivestiva la teca.
-Ora unisci la tua mano e quella di Sebastian in modo che le due ferite combacino perfettamente- disse Lilith in tono pacato ma con un pizzico di urgenza.
Riuscivo a percepire la riluttanza di Jace, ma suo malgrado, fu costretto ad ubbidire agli ordini di mia madre.
Quando le due ferite furono combacianti, qualcosa nella dimensione in cui mi trovavo cambiò. Il portale divenne un tutt'uno con l'oscurità, provocando un fitto bagliore di luce che m'investi, catapultandomi in una spirale di luci e colori all'interno del quale mi sembrava di precipitare. Giù, giù, sempre più giù.
La caduta si arrestò improvvisamente e l'oscurità tornò a fare da padrona a tutto ciò che mi circondava. Per un attimo pensai che qualcosa fosse andato storto, che l'incantesimo non fosse riuscito.
Solo quando Lilith mi ordinò di aprire gli occhi, mi resi conto di essere sdraiato all'interno della teca, e che un dolore pungente si estendeva su tutta la mano sinistra.
-Bentornato, figlio mio- disse mia madre, sorridendomi spietatamente.
-Veni. Sono tornato- dissi ridendo come mai in vita.

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⏰ Last updated: Dec 02, 2016 ⏰

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Erchomai, I am coming. Veni, I have come. {One Shot}Where stories live. Discover now