The Hardest Part is Letting Go of Your Dreams

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"Frank, sono così contento di riaverti qui." Dico con un sorriso che va da orecchio ad orecchio, vedendo il mio vecchio compagno di band sedere di fronte a me dopo quella che sembra un'eternità e che, in effetti, è.

Sono passati ormai più di tre anni dallo scioglimento dei My Chemical Romance e devo ammettere che è stata la decisione migliore che io abbia mai preso, perché non mi ero sbagliato quando pensai che mi avrebbe giovato.

Però mi mancano le risate con mio fratello Mickey (che, devo dire, ormai sento di rado), mi mancano Ray e i suoi disperati tentativi di insegnarmi a suonare la chitarra... Ma non prendiamoci in giro, chi mi manca più di chiunque altro è Frank e averlo davanti a me in carne ed ossa in questo momento mi sembra un sogno. Chissà, forse questo incontro prenderà una brutta piega trasformandosi in una sorta incubo.
Perché Frank mi manca più degli altri? Perché lui non era solo il mio compagno di band, il mio chitarrista squinternato, lui era molto di più.

E a questo punto vi aspetterete parole come fidanzato, amante e Dio solo sa cos altro... E invece lui era, è, semplicemente di più.
Non per me, lui è di più per il mondo intero, per l'universo, la galassia e per questo noi due non saremmo mai durati; perché lui era troppo e io troppo poco.
Mi hanno canzonato la frase "gli opposti si attraggono" forse milioni di volte e nemmeno una di quelle era riuscita a convincermi che io dovessi resistere perché ogni volta me lo ribadivo, quasi come il più doloroso dei promemoria, che lui si meritava di meglio, lui si meritava il meglio.

E io non gliel'ho saputo dare.

E ne sono consapevole.

Frank siede di fronte a me e non dice una parola, non sembra imbarazzato, sembra solo indifferente; ghiaccio.

E ora mi tocca romperlo, questo ghiaccio.

"Ordiniamo da bere, per prima cosa." Esordio io.

Cautamente lui prende il foglio plastificato con miriadi di bibite elencatevi sopra e dopo averlo studiato per un po' decide che forse dell'acqua è la scelta migliore, mentre io ho già tra le mie mani un caffè caldo.



C'è un silenzio imbarazzante da, non so, otto minuti?

Sto tenendo costantemente sott'occhio l'orario sul display del mio cellulare perché ogni minuto è un minuto in meno con Frank dove non abbiamo concluso niente. Lui mi ha detto che sì, mi va di pranzare con te, ma alle 2: 00 devo andarmene e io gli ho detto che okay, spenderemo bene il poco tempo che abbiamo. Ed entrambi stiamo dicendo... Niente, non stiamo dicendo niente.

Vorrei tanto che non ci fosse nulla da chiarire o analizzare; vorrei etichettare questo incontro come una rimpatriata con il mio vecchio amicone, ma io lo vedo, lo vedo dal modo in cui guardava nervosamente in giro, dal modo in cui arriccia le labbra, che lui si aspetta altro da me. Spiegazioni.


"Wow, Frank, mi mancavi da impazzire, ecco perché sei qui. Potresti, gentilmente, cercare di guardarmi in faccia cercando di reprimere l'impulso di sputarmi in entrambi gli occhi?" Oh, no. Non funzionerebbe. Mi dico.

Ma proprio mentre la mia mente elabora le peggio tragedie greche dove i protagonisti siamo io e Frank, lui, preso un sorso d'acqua, parla.

"Perché." Chiede, ma non sembra nemmeno una domanda.

"Perché si." Rispondo io. No, no, no, Gerard! Perché non hai elaborato una risposta migliore?

Frank mi guarda come se avessi detto la cosa più sfacciata e fuori luogo che avessi mai potuto dire e non posso far altro che dar ragione a quel suo sguardo giudizioso. Prima di un attimo di esitazione, Frank allunga il braccio nella direzione di un cameriere "Scusi, mi può dare il conto?".


The Hardest Part is Letting Go of Your Dreams || Frerard OSWhere stories live. Discover now