CVIII Iris: DI NUOVO LA LUCE

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Socchiudo gli occhi. I miei ricordi sono ancora piuttosto vaghi, anzi decisamente vaghi. Sono confusi dall'anestetico che mi ha fatto riposare fino ad adesso e assopiti dal dolore della ferita.

"Iris, cara" riprende a parlare la donna che dice di chiamarsi Grace, " fuori ci sono i tuoi familiari, consentiremo loro di entrare uno per uno così potrai rivederli. Solo che non possiamo farli restare troppo a lungo. Nei prossimi giorni avrai tutto il tempo per stare con i tuoi cari, oggi devi assolutamente riposare. I tuoi polmoni hanno bisogno di tutta la tranquillità necessaria per mettersi in forma!"

Annuisco. L'antidolorifico deve iniziare a fare il suo effetto. La morsa che poco fa sentivo al centro del petto sembra allentarsi.

"Chi vuoi che entri per primo?" chiede l'uomo, infilando le mani dentro al camice.

"Io..."

Ho la bocca impastata ma, soprattutto, ho un vero e proprio black out. Non ricordo nessun nome e neanche i volti dei miei amici.
Non ricordo niente.
Per fortuna è solo un momento. Pian piano dentro la mia testa riaffiorano tutti i ricordi.
Eva, mio padre, Rose. A una a una compaiono le lentiggini di Steve.

E poi ecco che arrivano quegli occhi scuri e ombrosi che mi hanno stravolto la vita.
Quello sguardo buono e sfuggente.
Quel profumo, quelle mani, quei capelli costantemente arruffati che mi hanno fatta innamorare.

"Dylan.." sussurro, "voglio vedere Dylan"
***

"Ciao"
"Ciao"

Il rumore che emette il monitor non è più un semplice suono di sottofondo, ma un bip bip forte e ritmico. Credo che sia la voce del mio cuore.

"Sei bellissima"

La mano di Dylan mi sfiora una guancia, lentamente. Il suo tocco riporta a galla tutte quelle sensazioni nascoste proprio sotto la mia pelle.

"Non scherzare, sono divisa in due..." sussurro, improvvisando un sorriso, se pur con molta fatica.

Dylan ha una cuffia verde e anche un camicie addosso. Porta una mascherina che gli copre il naso e la bocca.

"Stai bene?" chiede, sfiorandomi una mano.

"Ho un po' di dolore, ma con le medicine credo di riuscire a sopportarlo"

Dylan stringe le mie dita nelle sue. Il tepore della sua mano riesce a riscaldarmi il corpo intero. Sono stesa su un letto, coperta da un orrendo telo, eppure riesco a sentirmi a mio agio, come non lo ero fino a pochi attimi prima.

"Avevo voglia che arrivasse questo momento. Ne avevo davvero una voglia immensa" La voce di Dylan è musica, è una dolce melodia, proprio quella che avevo bisogno di sentire. "I minuti là fuori non passavano mai..."

I miei occhi restano incollati a quelli di Dylan. Lo fanno per molto o almeno così mi sembra, dal momento che il concetto di tempo, in questo posto, è piuttosto relativo.

"Non avrei dovuto coinvolgerti..." butto fuori in un sospiro. "Io...non avrei dovuto lasciarti entrare nella mia vita e nei miei problemi così..."

Lui scuote leggermente la testa. I suoi occhi si scuriscono più del dovuto.

"E' stata l'estate più bella della mia vita" dice.

Sento le sue dita sudare leggermente e il suo respiro far rumore dentro la mascherina che porta. Mi lascio andare ancora in un sorriso, la sola cosa che posso e che riesco a fare.

"Devi rimetterti in forma presto" La mano di Dylan è strettamente legata alla mia. "Abbiamo quel cinema che ci aspetta, ricordi?"

Annuisco.
Ricordo. Ricordo tutto molto bene. Il patto e le nostre promesse andate in fumo. Per le mie lacrime e per la sua dichiarazione.
La sua e la mia, infondo.

L'AMORE NON ESISTEWhere stories live. Discover now