Capitolo 2.

7 0 0
                                    


Un'altra figura in tuta bianca, che stava accucciata accanto ai referti, allungò una mano per farlo fermare. "Stia lì, per favore!"

Agosti annuì.

Quella si tolse la mascherina e respirò forte. Era una donna. "Ahh... mi scusi, ma questa scena del crimine è una gabbia di pazzi... "

"L'ho notato."

"Lei chi è, mi perdoni?"

"Paride Agosti."

"Non è del circoscrizionale!"

"No, no."

"Piacere, Isabella Jacopetti, medico legale. Sono corsa subito, ma quando sono arrivata qui c'era già un casino."

"Il cavallo?"

"E non solo."

Agosti si guardò intorno.

"Sa in cosa siamo gli ultimi, noi italiani?" si lamentò Isabella sistemando alla meglio alcune bustine contenitore.

"Nella scena del crimine", rispose Agosti.

"Esatto!" Lei si tirò in piedi lasciando cadere un morbido groviglio di capelli color miele. Non era bella ma aveva un viso interessante, sulla quarantina. "In tutti paesi del mondo, e dico in tutti, la prima cosa che si fa è delimitare la zona per iniziare le indagini... in Italia questa procedura non esiste: io ho già repertato le impronte di due agenti, quelle della mortuaria che è venuta a portar via i poveri resti e le vostre ora. Senza contare quelle del cavallo! Capisce cosa intendo dire?"

Agosti annuì convinto. "Che è tutto inquinato."

"Esatto! I primi rilievi sono fondamentali per la cattura del soggetto, così come le prime ore di indagini. Qui sembra che facciate a gara nel rendere tutto il più difficile!"

Stettero un po' in silenzio.

"Mi scusi, non volevo essere scortese... "

"Non si preoccupi."

"E' che questo ritrovamento mi ha sconvolta, e badi che ne ho viste tante!"

"Lei è stanca."

"Si, e sono solo a metà dell'opera. Mi segua."

Si avvicinarono ai lenzuoli. "La ragazza è stata... si, insomma, se scopre un po' il reperto B... "

Agosti si infilò i plantari sterili e scoprì un lembo del lenzuolo più largo. Sentì gli occhi lacrimare stizziti.

"Ecco", continuò la Jacopetti facendo un respiro profondo, "Questo è il tronco e le gambe..."

Agosti fece scorrere gli occhi sulle ferite profonde e irregolari, e le ossa nude sbiancarono pallide alla luna. "Il primo colpo, presumibilmente, glielo hanno inferto qui, sulla schiena!"

La schiena presentava un foro largo e slabbrato, qualche centimetro giù dal collo. Anche Toselli si avvicinò alla scena con le mani in tasca.

"Poi hanno tentato di inchiodarle le braccia sul pavimento."

"Pavimento?"

"Si", interruppe Toselli, "All'interno della villa ci sono tracce di sangue larghe come fontane!"

"Perché hanno?" domandò Paride; Isabella si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Mi tengo vaga, all'inizio. Posso essere precisa solo dopo averla portata in laboratorio."

"Vada avanti", esortò Toselli; lei tornò a guardare verso i poveri resti.

"Si, ecco... hanno... ha tentato di tenerla immobile piantandole dei ferri nei polsi... qui e anche qui... "

L'apostolo nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora