1.Neutron Star Collision

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Finalmente, dopo una giornata di merda, ebbi la fortuna di posare le mie chiappette d'oro sul sedile schifoso della metro, le mie gambe urlarono dalla gioia, la mia ossessione per il pulito un po' meno. Ovviamente avevo poggiato un Evening Standard* sul cuscino, non avrei mai permesso che i miei pantaloni di Gucci venissero a contatto con quello schifo. Credo che la donna di fronte a me si rese conto dello sguardo schifato che lanciai al posto, dirigendo lo sguardo incuriosito dove il mio si posava con tanto disgusto.

Merda, merda, merda!
Odiavo prendere la metro, probabilmente nella mia lista nera prendere la metro veniva solo dopo cucinare cuccioli vivi. L'avevo presa si e no tre volte in tutta la mia vita, e con ovvie ragioni igieniche. Sentii le prime gocce di sudore scivolarmi lungo la nuca, le mani inumidirsi sulla copertina amaranto del libro di architettura, ci lasciai sopra le impronte del mio disagio.

Alzai gli occhi sulla piantina aggrovigliata di fronte a me, ricordando che prima ero stato imbambolato circa 10 minuti sugli schermi all'entrata per capirci qualcosa, non ero mai stato sicuro del verso da prendere di quelle macchine infernali, e lì sotto le linee erano "solo" dodici.

Cinque schifose fermate, cinque! E avrei dovuto ringraziare Dio se fossi sopravvissuto per tutto quel tempo.

Probabilmente mi avrebbero trovato svenuto a terra, o avrei vomitato anche l'anima su quel lurido linoleum. E poi sarei svenuto lo stesso.

E tutto questo calvario per cosa?! Niall e le sue uscite serali! Inutile dire la faccia irritata che feci al ricordo della sua voce la sera prima.
"Dai Louis una birra e siamo a casa!"

Certo, se solo ci fossimo ricordati da che parte fosse la casa, o se ci fossimo ricordati di averne una.

Fatto sta che quella mattina ci eravamo svegliati tutti e tre nel letto di Liam, con pezzi del vestiario sparati in ogni angolo della stanza e con un post sbronza da urlo.

La sveglia mi aveva probabilmente perforato i timpani, ed ero tuttora sorpreso che non ne scorresse sangue.

E poi ci eravamo catapultati fuori dalle lenzuola, perché la lezione sarebbe iniziata da lì a un quarto d'ora.

Peccato che avessi dimenticato un pezzo da Payne. Un pezzo importante, contenente mezzo patrimonio dei Tomlinson e andando per intuito anche le sterline per pagare un dannato taxi.

Tre punds: era tutto quello che avevo trovato nelle tasche, probabilmente tutto quello che mi era avanzato dalla banconota da 100 la sera precedente. Anzi, certamente.

Maledissi quelle due serpi tentatrici per l'ennesima volta, da quella mattina. Stronzi, ora posavano i loro ricchi posteriori sulle comode e pulite sedie della facoltà, mentre io mi trovavo in questa spiacevole, spiacevolissima situazione.

Ok Louis inspira, bene, ed ora espira, sono solo altre tre fermate, solo tre e poi sarai fuori. Aria pulita, fredda pungente aria londinese.

Il libro iniziava a scivolarmi dalle dita, e lo posai sulle gambe, che ovviamente in quel momento erano in preda ai tremolii più nervosi che avessero visto nell'ultimo mese. John si sarebbe fatto delle grasse grosse risate, ha ha ha.

Questa giornata con ogni certezza sarebbe stata musica per le sue orecchie e, con ogni probabilità ci avrebbe sguazzato dentro per oltre una settimana.

"Cosa ti ha fatto più schifo Louis?!"
E ancora!
"È tutto nella tua testa, Louis."

Beh, grazie! Grazie tante John! Fin qui c'ero arrivato anche io. Altrimenti tre anni fa...
Impedii ai miei pensieri di andare oltre, ero già abbastanza in agitazione e portare la mia mente su quel sentiero non mi avrebbe di certo fatto stare meglio.

The Place Where I Belong || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora