I

2 0 0
                                    

Tirava un forte vento quella sera.
Sweden rannicchiato nella sua poltrona guardava dalla finestra e pensava con preoccupazione che di lì a poco sarebbe stato costretto a uscire.
Non se la sentiva quest'anno, iniziava a sentire il peso dell'età certamente, ma quello che più pesava sul suo cuore puro era quella sensazione di impotenza.
Era ancora un bambino quando suo padre lo portò con sè la prima volta
ricordava il freddo intenso e il profumo dello stufato che invadeva la macchina mentre si dirigevano al centro,
avevano sistemato delle enormi teglie di stufato preparato dalla signora Jodie nel bagagliaio,
il papà guidava con prudenza.
Appena arrivati scaricarono tutto in fretta e iniziarono a sistemare i tavoli  per la cena
dal piano di sopra fecero capolino due paia di occhi limpidi
....erano poco più che ragazzi
sfuggiti alla guerra
abitavano al centro da un paio di mesi
imparando un po' la lingua e facendo qualche lavoretto saltuario
non si sarebbero potuti trattenere a lungo
dovevano trovarsi un lavoro e una sistemazione in fretta e in questo venivano aiutati dai volontari
Noi eravamo solo amici che volevano portare loro un pò di calore
in questa notte in cui tutti erano intenti a festeggiare qualcosa che per loro non aveva senso
Dalle case di tutta la città filtravano luci calde, profumo di dolci, risate di bambini
c'erano alberi risplendenti di luminarie, candele alle finestre e centinaia di pacchetti colorati pronti ad essere scartati con una foga pari alla delusione una volta aperti.
Al centro invece c'erano solo due file di luci intermittenti che penzolavano tristemente dal balcone del primo piano
per la maggior parte di loro la festa non aveva nessun significato
tanto più perché erano lontani da casa e dai loro cari
.... non sapeva dire se fosse peggio sapere che la tua famiglia è stata sterminata dalla guerra o non averne notizia e oscillare tra la speranza e la preoccupazione
Noi eravamo gli unici a trascorrere la serata con loro
da quando la mamma non c'era più condividevamo con loro il nostro senso di vuoto
non si festeggiava nulla
solo portavamo del cibo buono e tenevamo loro compagnia per un pó
Papà insegnava loro giocare a ramino
io li sfidavo a calcio balilla
Quando si faceva troppo tardi con un paio di strette di mano ci congedavamo
quello che ci rimaneva nel cuore era il loro sguardo che ci seguiva fino alla porta
gratitudine e speranza e paura
quella non se la toglievano più dagli occhi
Questa sera però Sweden non era motivato
la televisione continuava a mandare servizi sui nuovi arrivi alternati alla corsa ai regali nei centri commerciali
tutto questo non aveva senso
c'era qualcosa di stonato
di profondamente sbagliato
e l'impotenza dell'iniziativa di un singolo lo sconfortava
A volte pensava che fosse inutile
andare da loro
che non erano mai gli stessi
di cui non riuscivo ad avere più notizie
e chissà ora dov'era ....quella ragazza magra e taciturna
se stava bene aveva trovato un lavoro e qualcuno da amare
o magari era finita in un brutto giro e chissà ora chi l'avrebbe salvata più
pezzi di vita che non riusciva mai a mettere insieme

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Nov 10, 2016 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

storia di NataleWhere stories live. Discover now