8° Capitolo- Il giorno di chiusura-

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Le gocce che battevano sulla bottiglia di plastica mi svegliarono , il solito temporale della primavera,  il farmacista aveva ragione , pensai al farmacista e lentamente mi tornò il sorriso.

Chiara ancora dormiva e senza svegliarla mi alzai lentamente , "dove vai Elio ?" "dormi ancora Chiara è troppo presto " e lei  "appunto se è presto, dove vai?" presi un bicchiere di latte al chiosco lo portai a Chiara e andai via a passo svelto.

Ero fatto così , quando mi balenava un idea partivo a razzo per svilupparla , la farmacia non era lontanissima , ma sotto quell'acqua la strada sembrava interminabile davvero, cercavo ogni lembo di cornicione per potermi riparare dalla pioggia .

Il negozio era chiuso quella mattina , trovai strana la cosa , mai il mio amico farmacista aveva tardato , ma quel giorno lui non c'era, era tutto molto strano sapendo che abitava due piani più in alto , citofonai più volte senza nessuna risposta.

Feci le scale tutte di un fiato , evitando la portinaia che non faceva entrare "noi" , arrivai davanti alla porta e mi attaccai al campanello, dopo cinque minuti di squilli sentivo dei lenti passi , tre mandate alla porta ed eccomi il dottore di fronte.

" Elio che ci fai qui ? "Posso entrare dottore?" , "certamente Elio , qui è come fosse casa tua"vidi che lo sguardo del dottore era diverso , come perso nel vuoto , confuso. "Dottore è tardissimo la farmacia è ancora chiusa , come mai? " Non cambiò la sua espressione , "sono andato a letto tardi ieri sera,non ho sentito la sveglia"

Non gli credevo , sapevo che qualcosa non quadrava , non me la raccontava giusta .

Arrossì come un bambino vedendolo in mutande , "andiamo dottore si vada a lavare , fuori dalla farmacia c'è ressa " "si ...si Elio ora mi lavo e mi vesto , intanto vai giù in negozio e metti su il caffè" , "tieni queste sono le chiavi"

Sparì dietro la porta del bagno , scorsi all'improvviso due bottiglie di wisky vuote sotto il divano  avanzi di sigaro dentro il posacenere , ero curioso ma allo stesso tempo perplesso quella mattina .

Sulla tavola c'era caffè , latte e biscotti avevo apparecchiato con cura la tavola , misi anche una spremuta , sapevo che la beveva al bar ogni mattina, ero felice di averlo fatto per quell'uomo , ero felice di potermi sdebitare con lui almeno una volta.

Uscendo dal bagno indossava un accappatoio color corallo , il profumo del borotalco stava riempiendo la stanza , "Elio cos'è quella tazza?" domandò "la sua colazione dottore" risposi , rimasi stupido vedendolo cupo , pretese che facessimo colazione assieme quella mattina .

"Ma dottore giù ci sono le clienti affrettiamoci" gli dissi , "prima faremo colazione e poi lavoreremo" rispose.

Rimasi meravigliato del comportamento del sig farmacista , quella farmacia era sua da più di trenta anni , e mai l'aveva aperta tardi.

Il dottore era davvero strano pensai, un uomo che presentava la sua attività , sempre in ordine , puntuale , oggi non lo è più , e cosa fosse successo non riuscivo nemmeno ad immaginarlo , facemmo colazione in silenzio , finchè il dottore mi prese la mano sudicia e disse "Elio , amico mio " un brivido mi attraversava la schiena..... "Elio , stanotte non ho dormito , mi sono ubriacato " cercando di liberarmi "ma dottore come mai ?!! lei non è nemmeno il tipo !!"

Mi raccontò tutto in un fiato solo , s'era accorto che la sua vita l'aveva vissuta tra le fustelle e le scatole di medicinali , tra aghi e siringhe , tra petulanti donne e uomini repressi.

La sua farmacia era stata la sua vita per tutto quel tempo , e quella sera si accorse di quanto ne passò davvero.

" Domani metterò in vendita la farmacia " la gola mi si strinse d'improvviso , vedevo svanire le mie mattutine visite per il caffè , le medicine gratis , le parole di conforto, il calduccio delle gelide serate d'inverno , ma soprattutto mi terrorizzava il dispiacere di quell'uomo."No dottore non deve venderla , lei è molto giovane", "Appunto Elio , sono ancora giovane e non voglio invecchiare qui dentro come mio padre" Quella notizia mi mancava , non sapevo che il dottore la farmacia l'aveva avuta dal padre , ero convintissimo che l'avesse creata lui dal nulla.

Quell'uomo sempre dentro quelle mura a vidimare le ricette a confezionare tisane e farmaci , aveva imparato da un uomo del quale non me ne aveva mai parlato.

"dottore mi racconti di suo padre " gli dissi .

Quella mattina la farmacia restò chiusa , non era mai successo , lui voleva raccontarmi di suo padre era una storia interminabile e piena di belle cose , piena di generosità , il padre del dottore nascose anche degli ebrei nella cantina della farmacia , li accudì per un anno e li rifocillò quando ripartirono regalò loro delle catenine d'oro. "Questa sarà la vostra moneta , con questo sazierete i vostri figli" quegli uomini , finita la guerra tornarono alla farmacia , tornarono con le stesse catenine lucidate a nuovo , regalarono al padre del dottore una stella di David in oro massiccio , quella che il mio amico indossa da sempre.

Suo padre era davvero un eroe , ed il figlio ne ha fatto tesoro comportandosi come lui , il mio amico dottore non ha mai negato una medicina a nessuno , spesso la notte anche se non era di turno , rispondeva alle persone disperate , in cerca magari di un aspirina per i loro figli , lui era il "dottore " di chiunque.

Giù davanti alla farmacia , c'era una ressa mai vista , tanta gente che bisbigliava era inusuale , ma non erano lì per la farmacia erano in attesa del dottore.

Scesi velocemente le scale , lasciando il mio amico sulla sua poltrona , "smettete di star qui " dissi... "il dottore oggi non se la sente , oggi si è preso un giorno di vacanza"

Sentì un sospiro venire dal fondo della mischia , "meno male... meno male che non è successo nulla al dottore..."Una signora attempata , era lì perché sentite le voci della chiusura della farmacia accorse trepidante e preoccupata , ogni mattina la signora veniva a salutarlo con dei biscotti che lei stessa faceva , ma quella mattina per caso i biscotti le si bruciarono , lei sospettava qualcosa, non era mai successo in tanti anni che si bruciassero , lei se lo sentiva ed accorse.

Tranquillizzata la ressa , e visto il temporale che stava abbattendosi , velocemente si allontanavano , seduto sul muretto di fronte , guardavo la farmacia quel luogo a me familiare ora appariva scolorito.

I tuoni scandivano i miei respiri , il profumo della pioggia riempiva i miei polmoni , pioveva copiosamente ma rimasi lì a guardare , le gocce poco a poco cambiavano il colore delle saracinesche e del marciapiede , finalmente i larici ricevevano la tanto adorata acqua , e con il tempo si riempirono le pozzanghere.

Presi a camminare lentamente , mentre prima cercavo i cornicioni , ora non mi preoccupavo della pioggia , sapevo che non mi avrebbe fatto nulla quell'acqua .

Sotto il cielo di milanoWhere stories live. Discover now