Ian Solo: Un amico?

Oliver: Già, ho degli amici.

Ian Solo: Andy?

Oliver: Cos'è? Un interrogatorio?

Ian Solo: Quindi?

Oliver: Anche se non sono affari tuoi, no, non è Andy, ma Matt.

Ian Solo è Offline.

Ecco fatto, anche oggi, questo stronzo, senza palle, che si nasconde dietro al pc, mi ha fatto incazzare.

Era meglio continuare a ignorarlo.

La mia arrabbiatura è talmente intensa, da non accorgermi di Matt, almeno non fino a quando sento che si siede di fronte a me, sul divanetto rosa confetto del Coffee House.

«Ehi!» lo saluto, sorridendo.

Lui, come immaginavo, è piuttosto serio e mi guarda sottecchi.

«Ciao.» mormora.

Lo osservo per qualche minuto e lui, dopo aver prestato attenzione a ciò che avviene per strada, decide di portare gli occhi nocciola sul mio viso.

«Senti Matt...»

«Ciao! Cosa ordinate?»

La cameriera, che finora si era limitata all'osservarmi da lontano, adesso, è più che sorridente, di fronte a noi, con un bloc-notes in mano.

«Ehm...un cappuccino. Con caramello.» dico, per poi portare gli occhi su Matt e attendere che ordini.

Prende lo stesso, ma con cioccolato e io sorrido.

Sono stato così immerso nel mondo di Damian West, da dimenticare quanto sia carino e dolce.

Quando la tizia gira i tacchi e ci lascia, finalmente, soli, decido di parlare con sincerità riguardo a quello che mi sta succedendo.

Mi schiarisco la voce, attirandone l'attenzione e poi incrocio le mani sul tavolo.

«Mi dispiace, per ieri sera intendo. In realtà anche per i giorni precedenti.»

Matt si morde il labbro inferiore e abbassa lo sguardo.

«Sono stato uno stronzo. Un vero e proprio stronzo. Non ti ho dato le attenzioni che meritavi e non ho mantenuto la parola.»

Finalmente, mi guarda.

«Damian è...come dire? Un tornado?» sorrido, cercando di giustificarmi.

«Gli ho dato la mia parola e...»

«Non sono cieco, Oliver.» mi interrompe, lui.

«Lo so che ti piace. L'ho capito.»

«No, io...»

Lui alza una mano, come a bloccare le mie parole, e se quel gesto non bastasse, si ci mette pure la cameriera, che porta i nostri cappuccini.

«Ti prego. Non rifilarmi la scusa del "è solo un amico", "è un tornado"...per favore.» continua e io non posso che rimanere in silenzio. «So di non essere mai stato chiaro con te, però.»

Rimango in silenzio, non capisco dove voglia arrivare.

«Non ho mai avuto il coraggio di dirti: "Sì, Oliver, mi piaci, e non soltanto come amico".»

Il cuore inizia a battermi furiosamente nel petto.

«Ho sempre accettato i tuoi inviti, passivamente, senza dire la mia e magari non so, ti sei fatto un'idea sbagliata. Ma io, Oliver, io accettavo di uscire con te perché mi piacevi, cioè, mi piaci. E spero che per te sia lo stesso.»

Non credevo che Matt potesse essere così combattivo.

Sorrido, sorrido con tutto me stesso.

«Certo che mi piaci, per questo ti chiedevo di uscire.» rispondo e, finalmente, anche lui sorride.

«Però ti piace anche Damian.» continua, e io torno serio, così come lui.

Non dico niente, ma credo che mi si legga in faccia.

Matt fa un sorriso amaro ma allunga la mano sul tavolo, per poi ritirarla subito indietro.

«Scusa...» mormora, e io, istintivamente, allungo la mia, facendolo sussultare.

La sua mano si avvicina, piano e, dopo qualche secondo di tentennamento, siamo stretti l'uno all'altro, almeno finchè il campanello della porta non emette il suo inconfondibile rumore e noi torniamo alla realtà.

Una realtà in cui, due ragazzi, non possono tenersi per mano in un dannato locale pubblico.

«Dammi una possibilità.» mormora e io rimango basito.

«No. Sono io che ti chiedo di darmela.» rispondo.


Il nostro momento idilliaco, viene interrotto dalla moto di Damian che, con il suo rombo inconfondibile, viene posteggiata proprio davanti alla vetrina al lato del nostro tavolo.

«Maledetto stronzo bugiardo!» esclamo, e posso vedere benissimo il suo cazzo di sorriso perfetto, quando si toglie il casco e mostra il viso al mondo.

Mi alzo, di scatto e aspetto, furioso, che entri nel locale.

Ovviamente non devo aspettare molto.

«Come va, fidanzatini?» domanda, sedendosi accanto a Matt e allungando il braccio sullo schienale, infastidendolo appositamente.

Non ho bisogno di descrivere la reazione della cameriera alla vista del bel tenebroso qui presente.

«Vedo che la tua moto si è ripresa alla grande.» commento, incrociando le braccia al petto.

Matt si allontana leggermente e, infastidito, beve un sorso di cappuccino.

Mi dispiace che debba sempre sostenere il comportamento di Damian.

«Perché? Stava male?»

Lo fulmino con lo sguardo.

«Ciao, cosa ti porto?» la cameriera, mostra un sorriso irresistibile a Damian che, da stronzo qual è, la squadra partendo dal basso, percorrendone tutto il corpo con gli occhi argentati.

Sbuffo sonoramente e mi accorgo dello sguardo di Matt.

Cazzo.

«Un caffè, bellezza.»

La ragazza ridacchia e si allontana.

Damian porta lo sguardo su di me e mi fa l'occhiolino.

E' veramente snervante.

«Io, devo andare.» mormora Matt, alzandosi e cercando di sorpassare Damian, che non si muove di un millimetro.

«Dove vai?» gli chiedo preoccupato.

Matt mi guarda serio e poi osserva Damian.

«Fammi passare.» gli dice, a denti stretti.

Lui, di rimando, ride, e poi sposta le gambe e alza entrambe le braccia, come sulla difensiva.

«Prego...»

«Matt! Aspetta!» gli dico, osservandolo allontanarsi verso l'uscita, non prima di aver lasciato cinque dollari sul tavolo.

Fisso Damian per qualche secondo.

«Sei uno stronzo.» gli dico, e poi corro alla ricerca di Matt.


N/A

Ok, sono sfinita!

<3


Infinity (Incompleta)Where stories live. Discover now