Capitolo I.

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Come già avevo immaginato, la lezione di chimica era stata una palla assurda e una volta uscita da quella classe ero felice, non vedevo l'ora di andare in sala mensa e mangiare qualcosa, qualsiasi cosa, avevo così fame che mi sarei mangiata tutti gli armadietti nel corridoio, okay no...okay si. Ero persa nei miei pensieri degli armadietti quando una voce alle mie spalle mi chiamò, era Amber. Lei era davvero una bella ragazza, occhi azzurri, capelli biondi, alta e fisico da far invidia, era perfetta insomma e si, a volte volevo essere come lei. –Eva! io ho fame e quindi ora andiamo a mangiare!- mi prese il braccio e mi tirò fino alla sala mensa. Per questo la volevo bene, sembrava la solita ragazza raffinata, ma non lo era per niente, fidatevi, era una camionista, come me, andavamo d'accordo soprattutto per questo. Finalmente ci trovavamo in sala mensa, sedute al nostro solito tavolino e con davanti il vassoio con il cibo che ci offriva la scuola, incominciammo a mangiare e se qualcuno ci avesse interrotto, avremmo mangiato anche quel qualcuno. Eravamo intente a mangiare, mentre sentii qualcuno in sottofondo tossire, ma non ci facemmo tanto caso, e continuammo a mangiare, ma sentii di nuovo quella tosse, mi girai e con tutta la bocca sporca di cibo, vidi John. Ci sorrise e si sedette vicino a noi, ormai non ci faceva più caso alle nostre mangiate, insomma. Mi pulii la bocca, purtroppo il cibo nel vassoio era finito, che peccato. –Mi raccomando vorrei tornare a casa intero.- ridacchiando, John stava prendendo in giro me e Amber.- ah ah, spiritoso.- Amber gli alzò il dito medio sorridendogli. –John allora come è andata ieri con quella ragazza?- gli chiesi curiosa, ieri era uscito con una ragazza davvero carina e in classe prima non avevo avuto tempo di chiederglielo, immaginate il perché. -Bene dai, ma non è il mio tipo.- mi rispose addentando la sua mela, già mangiava solo frutta a scuola, terribile. –Ma come non è il tuo tipo? È già la quarta ragazza che rifiuti! Non ti capisco davvero.- ero stufa del suo modo di fare il presuntuoso, non gli andava mai bene nessuna, speravo tanto non per il motivo di cui non avevo ancora avuto conferma. Lui cambiò argomento e parlammo del più e del meno. Stavo bene con loro due. La campanella suonò e dovevamo ritornare in classe, le nostre strade si divisero di nuovo. Stavo camminando nel corridoio, come sempre mi trovavo con la testa tra le nuvole, ma mi svegliai quando mi accorsi di essere andata a sbattere contro qualcuno. Oh no. OH NO. Non lui, per favore. –Oh mi scusi professore, ero con la testa fra le nuvole, non l'avevo proprio vista.- mi scusai immediatamente e quando mi accorsi che gli avevo fatto cadere alcuni fogli a terra, volevo morire, sprofondare. UCCIDETEMI. –ma tranquilla Smith, non fa nulla, può capitare.- mi sorrise con quel bellissimo sorriso che si ritrovava e ricambiai. Si abbassò per prendere i fogli che io, la stupida io, gli aveva fatto cadere, mi abbassai anche io per dargli una mano. Mi sembrava tanto la scena di un film, la ragazza si scontrava con un ragazzo, libri per terra, e mentre prendevano un libro contemporaneamente le loro mani si sfioravano, e così successe. Le nostre mani si stavano sfiorando per aver preso contemporaneamente lo stesso foglio, alzammo i nostri sguardi e per la terza volta, in quel giorno, ci fu quel contatto visivo. Quel contatto visivo che mi portava a viaggiare nei sui occhi, nei suoi bellissimi occhi verdi. Io guardavo lui e lui guardava me. Ma che stava succedendo? Diamine, era un professore, un professore sexy, ma pur sempre un professore. Stavamo ancora per terra con quel foglio in mano a guardarci, ma mi ripresi dai miei pensieri e lasciai quel foglio alzandomi, annullando così il nostro contatto visivo, mi ricordai che dovevo correre in classe altrimenti avrei beccato una nota. –Grazie mille, Smith.- si rialzò anche lui, con tutti i suoi fogli in mano e mi sorrise, di nuovo. Dannazione, diventai tutta rossa, che imbarazzo. –Di nulla, professore.- e scappai in fretta e in furia da quella situazione così imbarazzante e andai in classe.

Finalmente quella giornata di scuola era terminata e no, non avevo beccato la nota, la professoressa non era ancora in classe, la fortuna era stata dalla mia parte. Salutai John e Amber velocemente e mi incamminai verso casa. Mi trovavo sul marciapiede e mi venne in mente che all'inizio della giornata pensai che quella sarebbe stata una bella giornata, mentre in quel momento non sapevo se dovevo definirla tale. Diciamo che era stata strana, e per il strana mi riferisco proprio a lui, al professor sexy. Era stato un arrivo inaspettato, di solito i professori in quella scuola erano vecchi e pronti alla pensione, quindi per me era stato strano vedere un professore non così vecchio nella mia scuola, ma proprio l'ultimo anno doveva venire?! E se mi facessi bocciare? Ma che dico?! Una bocciatura per un professore meraviglioso? Bhe..i miei pensieri furono interrotti da un rumore di una macchina che si stava lentamente fermando vicino a me. Mi fermai anche io e guardai la macchina. O mio dio! Qualcuno voleva rapirmi, poi stuprarmi e poi uccidermi! Ne ero certa, ero pronta a scappare quando il finestrino si abbassò e lo vidi. –Smith, vuoi un passaggio?- il mio professore sexy mi voleva offrire un passaggio, vi rendete conto? Ma come potevo accettare? Un'alunna che accettava il passaggio da un suo professore, non sarebbe stato strano? –Se non è un disturbo, certo professore.- ecco qua, le parole mi uscirono da sole, e me ne pentii...ma non troppo, insomma, era così dannatamente sexy, mi chiedevo solo perché mi aveva offerto un passaggio, dai nemmeno mi conosceva e soprattutto ero una sua alunna. Salii in macchina e lo ringraziai. –Per favore Smith, fuori scuola puoi chiamarmi Jensen.- arrossì per quello che disse e io annuì senza proferire parola. Dopo avergli spiegato la strada, quel piccolo viaggio in macchina era stato silenzioso e imbarazzante, ma non potevo non notare le sue mani sul volante, il mondo in cui lo stringeva, aveva delle mani grandi ed erano davvero belle, poi il mio sguardo passò al suo viso, era così concentrato mentre guidava ed era sempre così fottutamente bello, porca tr... la macchina si fermò all'improvviso e mi risvegliai dai miei pensieri, già... -Grazie mille ancora, prof...voglio dire Jensen.- gli sorrisi e scesi dalla macchina. –Di nulla, Smith.- mi sorrise anche lui, mi fece un occhialino e se ne andò. Rimasi lì, impalata, di fronte casa mia e..ARIA, AVEVO BISOGNO DI ARIA, ERA VERO O STAVO SOGNANDO?

clop clop e3e

saalve c: ed ecco qui il continuo della storia, spero vi piaccia e..non so che altro dire..addio é3è

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